Nonostante l'arresto di un sospettato, ci sono accuse di negligenza nelle indagini e il governo è criticato per la sua inefficacia nel contrastare la violenza sessuale, un problema endemico nel paese, in cui nel 2022 sono stati registrati circa 86 stupri al giorno
In India sono giorni di grandi proteste, con lunghi cortei di donne e ragazze che, brandendo torce accese e conchiglie, marciano di notte per le strade dello stato del Bengala Occidentale. Si tratta della più grande marcia mai organizzata in India per rivendicare il diritto delle donne di camminare in sicurezza per strada.
Mercoledì 14 agosto la folla di manifestanti si è accanita in particolare su un ospedale di Calcutta, il Rg Kar Medical College and Hospital, vandalizzandolo e invadendone il pronto soccorso, dove una dottoressa tirocinante di 31 anni è stata violentata e uccisa la settimana scorsa.
Cosa sappiamo finora
Nella notte tra giovedì 8 e venerdì 9 agosto, dopo un turno di 36 ore, la tirocinante si sarebbe addormentata in una sala seminari in mancanza di un'area di riposo designata, secondo quanto investigato. Il suo corpo è stato ritrovato da alcuni colleghi nella stessa stanza, la mattina dopo.
Inizialmente, alla famiglia della vittima era stato comunicato che si trattava di un suicidio, ma l'autopsia ha rivelato ferite multiple e segni di violenza sessuale, probabilmente indotti da uno stupro di gruppo, riporta la polizia locale.
Nonostante l'arresto di un sospettato, un ex volontario dell'ospedale con precedenti di violenza, ci sono già state accuse di insabbiamento e negligenza.
La famiglia ha detto che le autorità non stanno facendo abbastanza per identificare altri responsabili; il caso è stato infatti trasferito dalla polizia locale al Central Bureau of Investigation federale.
Il primo ministro del Bengala Occidentale, Mamata Banerjee, ha dichiarato di essere rimasta scioccata nell'apprendere la notizia e ha sostenuto le richieste dei manifestanti di accelerare la procedura per il caso.
Le manifestazioni
Da giorni le persone si sono riversate nelle strade per chiedere giustizia per la vittima. Non solo nella città in cui è accaduto l’omicidio, ma proteste più piccole sono state organizzate anche in molte altre città indiane, tra Delhi, Hyderabad, Mumbai e Pune.
L'Associazione medica indiana (Ima), la più grande associazione di medici del paese, ha annunciato uno sciopero nazionale dei servizi non urgenti per sabato. Anche le associazioni dei medici di altre città e i partiti politici del Bengala occidentale hanno pianificato delle marce venerdì 16 agosto e nel fine settimana.
Mercoledì sera a Calcutta decine di migliaia di persone hanno partecipato a una manifestazione particolarmente ampia, organizzata per chiedere maggiore sicurezza per le donne e il personale sanitario in India. Il corteo, disposto ufficialmente per rivendicare «l'indipendenza per vivere in libertà e senza paura», ha usato lo slogan “Reclaim the night” (“Rivendica la notte”).
Ispirato da un movimento nato un anno prima in Inghilterra per affermare il diritto delle donne a camminare senza paura nei luoghi pubblici, nel 1978, a Mumbai, si è tenuto il primo corteo “Reclaim the night” nella storia del paese per protestare contro lo stupro di una donna avvenuto per strada.
Sebbene la marcia di mercoledì sia stata in gran parte pacifica, sono stati denunciati alcuni incidenti, tra cui l'irruzione di un gruppo di uomini nell'ospedale e piccoli scontri con le forze dell’ordine.
In video circolati in rete si vedevano alcuni uomini mentre distruggevano letti e attrezzature mediche con dei bastoni; alcuni dottori e personale ospedaliero sarebbero rimasti feriti nell'attacco. Anche alcuni veicoli della polizia sono stati danneggiati nel caos e sono stati usati gas lacrimogeni per disperdere la folla. Finora la polizia di Calcutta ha arrestato 19 persone in relazione all'incidente.
A mezzanotte, la folla della marcia si è poi mescolata a quella che confluiva nelle strade per festeggiare il giorno dell’indipendenza, che l’India celebra il 15 agosto di ogni anno.
Una donna, che ha detto di essersi unita alla marcia dopo mezzanotte, ha dichiarato alla Bbc della figlia tredicenne, presente insieme a lei al corteo: «Lasciatele vedere se una protesta di massa può sistemare le cose. Lasciatele prendere coscienza dei suoi diritti».
I casi di stupro nel paese
Da venerdì scorso, ci sono stati già altri due casi di stupro in India denunciati e riportati dai media.
Nello stato settentrionale dell'Uttarakhand un'infermiera è stata violentata e uccisa mentre tornava a casa dal lavoro. Sei persone sono state invece arrestate nello stato settentrionale del Bihar per il presunto stupro di gruppo e omicidio di una bambina Dalit di sei anni.
L'alto tasso di violenza sulle donne, con migliaia di casi di stupro denunciati ogni anno, è un problema contro cui l'India lotta da anni.
Un caso particolarmente efferato che attirò l'attenzione internazionale avvenne nel 2012, quando una studentessa di medicina venne violentata da un gruppo di persone su un autobus pubblico a New Delhi; la ragazza venne poi picchiata, torturata e lasciata morire. Le proteste che ne conseguirono attirarono l'attenzione internazionale e spinsero le autorità a promulgare riforme legali.
La legge sullo stupro fu infatti modificata nel 2013, ampliando la definizione del reato e acutizzando le pene non solo per stupro, ma anche per aggressione sessuale, voyeurismo e stalking.
Tuttavia, la violenza sessuale rimane un problema diffuso nel paese e il governo è ancora gravemente criticato per non fare abbastanza nel proteggere le donne e punire i colpevoli.
Nel 2022, secondo i dati del National Crime Records Bureau, sono stati registrati oltre 31mila casi di stupro, una media di 86 casi al giorno. Si ritiene, però, che il numero reale sia molto più alto, dato che molte vittime non denunciano a causa dello stigma sociale.
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