Per gli Stati Uniti serve la smilitarizzazione dell’area attorno alle centrale di Zaporizhzhia. L’Agenzia internazionale dell’energia atomica sta organizzando una missione. Il ministro degli Esteri ucraino ha chiesto un incontro al nunzio apostolico dopo le parole del papa sulla morte della figlia di Alksander Dugin, Daria Dugina
Crescono i timori sulla centrale nucleare di Zaporizhzhia: «La Russia ha portato l'Ucraina e tutti gli europei in una situazione a un passo da un disastro radioattivo», ha detto nelle scorse ore Volodymyr Zelensky, dopo che ieri «per la prima volta nella storia si è fermata la centrale nucleare di Zaporizhzhia». Il presidente ucraino ha voluto «rassicurare tutti gli ucraini» perché, ha detto, «stiamo facendo di tutto per evitare uno scenario di emergenza, ma non dipende solo dal nostro Paese» e «serve una pressione internazionale che costringa» i russi «al ritiro immediato dal territorio della centrale di Zaporizhzhia» e «l'Aiea e le altre organizzazioni internazionali devono agire più rapidamente di quanto stiano facendo ora». L'Aiea deve avere immediatamente accesso al sito, ha affermato, prima che i russi «portino la situazione a un punto di non ritorno».
L’Agenzia internazionale per l’energia atomica intanto sta ipotizzando una missione e non si esclude una presenza permanente sul posto. Lo ha detto il direttore generale dell'Aiea, Rafael Grossi, all'emittente radiofonica francese Rfi. «Questa missione è difficile. Dobbiamo garantire una rotta, dobbiamo farlo in coordinamento tra i due paesi» ha detto Grossi, facendo riferimento a Ucraina e Russia. «Dobbiamo anche fare affidamento sul sostegno dell'Onu e dei suoi mezzi blindati per condurci sul posto. Dobbiamo definire chiaramente i parametri della missione e, possibilmente, stabilire una presenza permanente dell'agenzia sul posto», ha detto Grossi. Ieri ne ha discusso con il presidente francese Emmanuel Macron.
La portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre ha detto che la Russia dovrebbe accettare una zona smilitarizzata intorno alla centrale nucleare che da marzo è in mano alle forze di Mosca.
Centrale disconnessa
Tutti e sei i reattori della centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia rimangono disconnessi dalla rete elettrica del paese. Lo ha dichiarato l'operatore nucleare Energoatom.
«A partire dalle 9 del 26 agosto 2022, tutte le unità elettriche della centrale nucleare di Zaporizhzhia sono disconnesse dalla rete elettrica», si legge nella dichiarazione che spiega che «la linea di produzione di energia della centrale è stata ripristinata e sono in corso i lavori per preparare il collegamento di due unità di potenza della centrale alla rete. Non ci sono informazioni sul funzionamento delle apparecchiature e dei sistemi di sicurezza». L'amministrazione civile-militare regionale di Kherson ha accusato le forze russe di aver tagliato ieri due linee elettriche all'impianto, lasciando l'intera regione temporaneamente senza elettricità e fornitura di acqua.
I crimini di guerra
L’Ucraina accusa la Russia di crimini di guerra. Dall'inizio dell'invasione su vasta scala, la Russia a quanto riportano le procure ucraine, avrebbero commesso più di 30mila crimini di guerra e 14mila crimini contro la sicurezza nazionale in Ucraina. Lo ha detto l'ufficio del procuratore generale ucraino in un post su Telegram, riferisce Ukrinform.
I pubblici ministeri ucraini hanno registrato 30.097 crimini di aggressione e crimini di guerra (violazione delle leggi e dei costumi di guerra, pianificazione, preparazione o avvio e conduzione di una guerra di aggressione, propaganda di guerra).
L’appello al nunzio apostolico
Proseguono intanto le polemiche con il Vaticano. Durante l’udienza generale di mercoledì, papa Francesco ha parlato della morte di Daria Dugina, figlia di Aleksander Dugin, il filosofo dei sovranisti: «Penso alla povera ragazza volata in aria per una bomba sotto al sedile di una macchina a Mosca. Gli innocenti pagano la guerra. Gli innocenti. Pensiamo a questa realtà e diciamo uno all'altro che la guerra è una pazzia», ha detto durante l'udienza generale. Dugina lavorava per Russia Today e si era espressa a favore dei separatisti del Donbas.
Il ministro degli Esteri di Kiev, Dmytro Kuleba, ha quanto riporta Ukrinform, ha invitato il nunzio apostolico in Ucraina, monsignor Visvaldas Kulbokas: «Abbiamo studiato attentamente la citazione completa di Papa Francesco e, prima di tutto, abbiamo deciso di invitare il Nunzio apostolico al ministero per esprimere il disappunto dell’Ucraina», ha affermato.
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