Gli attentati durante le celebrazioni per il quarto anniversario della morte del generale Soleimani rischiano di portare a un altro livello le tensioni in medio oriente. Mentre c’è attesa per le mosse di Netanyahu, Stati Uniti e Iran prendono già iniziativa
Dopo le esplosioni di mercoledì, nonostante la retorica e le accuse ai "sionisti", la Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, sta cercando di evitare che l'attentato di ieri a Kerman sfoci in un'escalation militare con gli Stati Uniti ed Israele.
Lo scrive il New York Times, citando due persone «che hanno familiarità con le discussioni interne dell'Iran».
Khamenei avrebbe ordinato ai suoi capi militari di esercitare «pazienza strategica» ed evitare qualsiasi grave escalation con gli Stati Uniti, limitando ad esempio gli attacchi per procura da parte delle milizie sciite alle basi militari Usa in Siria e Iraq, e a ridurre al minimo le risposte a qualsiasi presunta operazione israeliana all'interno della Repubblica islamica.
Il Nyt scrive inoltre che, sebbene l'intelligence iraniana non indichi un coinvolgimento israeliano nella strage di ieri vicino alla tomba del generale Qassem Soleimani, i leader di Teheran hanno deciso di ritenere Israele pubblicamente responsabile dell'attacco, indipendentemente dalle prove.
La mossa di Blinken
Mentre c’è molta attesa per le prossime mosse del premier israeliano Benjamin Netanyahu, il capo della diplomazia americana, Antony Blinken, ha deciso di intraprendere nelle prossime ore una nuova missione in medio oriente nella speranza di evitare un allargamento della guerra a Gaza dopo l'uccisione a Beirut del numero due di Hamas, Saleh al Arouri, e gli attentati di durante le celebrazioni. Gli Stati Uniti hanno già smentito con forza un eventuale coinvolgimento di Washington o Tel Aviv.
Il segretario di Stato americano partirà giovedì sera da Washington per la quarta visita dall'inizio della guerra tra Israele e Hamas, con una sosta prevista nello Stato ebraico. Al momento non sono noti molti dettagli della missione, altre al fatto che Blinken sabato dovrebbe essere in Turchia.
Ma la situazione resta tesa soprattutto in termini di proclami pubblici delle diplomazie dell’area. «Gli Stati Uniti considerano i propri interessi come l'unico punto di riferimento per la legittimità delle relazioni internazionali» ha detto a La Stampa il viceministro degli Esteri iraniano Ali Bagheri Kani alla luce dei lavori della conferenza sulla Palestina ospitata a Teheran alla fine del 2023.
I suoi interlocutori sono i paesi non allineati: «Il simposio ha dato continuazione agli impegni di diversi attori in ambito regionale e internazionale volti a porre termine ai crimini dei sionisti a Gaza, e anche destinato al sostegno al popolo palestinese. La partecipazione ad alto livello alla conferenza ha dimostrato che molti governi sono sensibili ai crimini commessi nella Striscia e si sentono preoccupati per i gazawi». Secondo Bagheri Israele a Gaza attua un «comportamento criminale».
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