Lo stallo politico a dieci mesi dalle elezioni ha aumentato le tensioni tra i sostenitori del leader sciita che ha chiesto più volte lo scioglimento del parlamento
«Annuncio il mio ritiro definitivo», ha scritto in un post su Twitter il leader sciita iracheno Muqtada al-Sadr dopo mesi di tensioni nel paese causati dallo stallo politico che non ha impedito la definizione di un governo a dieci mesi da quando gli iracheni sono stati chiamati alle urne nell’ottobre del 2021.
In quell’occasione il partito di Sadr, il Blocco Sadrista, ha ottenuto il maggior numero di seggi ma a giugno il suo leader ha ordinato ai suoi parlamentari di dimettersi in massa dopo che è andato fallito l’ennesimo tentativo di formare un governo che avrebbe escluso i potenti rivali sciiti vicini all’Iran. Al-Sadr è in politica da circa vent’anni e ha un folto numero di sostenitori che dopo aver letto la notizia del suo ritiro hanno preso d’assalto il palazzo presidenziale. In totale, il bilancio è salito a 12 morti tra i manifestanti.
Le proteste
Nella sua dichiarazione, al-Sadr ha attaccato i suoi avversari politici e ha affermato che non hanno ascoltato i suoi appelli alle riforme. Nei giorni scorsi al Sadr aveva chiesto ai partiti di abbandonare le loro posizioni governative facendo un passo indietro e ricominciare un nuovo processo politico. Il leader ha anche rivolto un appello al Consiglio giudiziario supremo del paese per sciogliere il parlamento, ma il massimo organo della magistratura irachena ha detto che non aveva l’autorità per farlo.
In risposta al diniego centinaia di manifestanti si sono riuniti davanti al palazzo del Consiglio in segno di protesta. Questi sit-in però, vanno avanti da mesi. Da fine luglio i sostenitori di al-Sadr si sono radunati fuori il parlamento. Le tensioni sono anche culminate in un assalto all’edificio istituzionale per impedire ai rivali di al-Sadr di nominare un nuovo presidente e un primo ministro.
Come riporta Al Jazeera le dimissioni di al-Sadr rischiano di portare a nuove tensioni. Dopo l’annuncio del suo ritiro decine di manifestanti sono entrati nel palazzo presidenziale, mentre l’esercito ha imposto un coprifuoco. Martedì 30 agosto si riunirà la Corte federale suprema per decidere se sciogliere il parlamento o meno, per ora sembra che l’intenzione della magistratura sia di far decidere al parlamento su un eventuale scioglimento.
Nel caos generale Mustafa al-Kadhimi, un alleato di al-Sadr, rimane comunque al potere come primo ministro ad interim dell’Iraq, ma la situazione rischia di degenerare nei prossimi giorni.
© Riproduzione riservata