Israele ha colpito nuovamente l’Iran. Secondo la Casa Bianca gli attacchi aerei, lanciati nella notte tra venerdì e sabato, sono un atto di «autodifesa». Una risposta ai circa duecento missili che Teheran aveva lanciato nei giorni scorsi.

Almeno sette esplosioni sono state segnalate nella capitale, Teheran, e nella vicina Karaj. Le Forze di difesa israeliane hanno detto di aver compiuto «attacchi precisi su obiettivi militari» in risposta a «mesi di attacchi continui» da parte dell’Iran.

Una versione confermata anche da funzionari americani. Il presidente Joe Biden e la sua vice Kamala Harris sono stati aggiornati in tempo reale sugli sviluppi dell’operazione. E per una volta il premier israeliano Benjamin Netanyahu sembra aver ascoltato (o è stato costretto ad ascoltare) le richieste degli Stati Uniti.

In Iran tutti pensano che ci sia stato anche un preavviso dell’attacco così da evitare conseguenze eccessive. Probabilmente le basi militari colpite erano state evacuate in tempo, e infatti vengono segnalati solo due soldati morti. Inoltre è praticamente impossibile reperire foto o filmati dell’attacco perché il regime ha minacciato pene severe, fino a dieci anni di carcere, per chi diffonde questo tipo di documentazione.

Secondo Axios Israele venerdì, attraverso dei mediatori, avrebbe inviato un messaggio all’Iran, prima dei suoi attacchi, avvertendo il regime di non rispondere. Un modo di prevenire un’eventuale escalation. Una fonte ha detto a Sky News Arabia che la Russia avrebbe informato l’Iran dell’esistenza di movimenti militari americani e israeliani.

Rispondere o no?

Teheran ha anche deriso i «deboli» attacchi israeliani. Ma l’ala dura del regime invoca una reazione. Il portavoce dell’esercito israeliano, Daniel Hagari, ha detto che l’Iran «pagherà un prezzo elevato» se dovesse rispondere.

Gli Usa hanno esortato l’Iran a smettere di attaccare Israele per interrompere il ciclo di violenza. La speranza di Biden è che questi attacchi siano «la fine». Anche la Russia ha lanciato un appello alla moderazione a entrambe le parti.

L’impressione, al momento, è che la reazione iraniana potrebbe limitarsi alle invettive di rito. In tal senso si registrano le parole del ministro degli Esteri, Abbas Araghchi, che in un’intervista riporta da Afp, ha detto che il suo Paese è determinato a difendersi: «Penso che abbiamo dimostrato che la nostra determinazione a difenderci non conosce limiti». Una minaccia che non lascia intravedere la volontà di passare subito all’azione.

«La rappresaglia di Israele contro l’Iran è avvenuta in un contesto di gravi e crescenti tensioni regionali. Il pericoloso ciclo di attacchi e rappresaglie rischia di provocare un’ulteriore espansione del conflitto regionale – ha detto il portavoce del servizio di azione esterna dell’Ue – Pur riconoscendo il diritto di Israele all’autodifesa, l’Ue invita tutte le parti a esercitare la massima moderazione per evitare un’escalation incontrollabile, che non è nell’interesse di nessuno».

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, si è rivolto nuovamente «a tutte le parti affinché cessino tutte le azioni militari, comprese quelle a Gaza e in Libano, e affinché esercitino il massimo sforzo per impedire una guerra regionale totale e tornino sulla strada della diplomazia».

Reazioni italiane

«Penso che l’attacco di oggi sia avvenuto in questa forma proprio per le pressioni di tutto il mondo, Italia compresa; tutto sommato, anche se è difficile usare queste parole, l’attacco aereo è stato nelle condizioni che tutti avrebbero voluto» ha detto a Rainews il ministro della Difesa, Guido Crosetto.

«Non credo che ci saranno reazioni da parte dell’Iran – ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani – L’invito che facciamo a Teheran è quello di non favorire una escalation. Questa è stata una reazione mirata all’attacco del 1° ottobre su imprese che costruivano missili e droni, ora dobbiamo lavorare per una de-escalation».

Il fronte libanese

Intanto continua lo scontro con Hezbollah lungo il confine nord. I miliziani hanno lanciato razzi contro dei soldati israeliani che si trovavano alla periferia del villaggio libanese di Aita al-Shaab, e droni contro una base aerea israeliana a sud di Tel Aviv.

Altri razzi sono stati lanciati contro cinque aree residenziali nel nord di Israele, tra cui la periferia di Krayot vicino a Haifa. L’esercito israeliano ha detto di aver ucciso un militante di Hamas durante un raid in Cisgiordania.

Le truppe di Tel Aviv si sono ritirate da un complesso ospedaliero nel nord di Gaza che avevano attaccato venerdì. Secondo i medici 44 dei 70 membri dello staff dell’ospedale sono stati arrestati. Quattordici di loro sono stati rilasciati in seguito.

Il ministero della Salute libanese ha comunicato che gli attacchi israeliani di venerdì hanno ucciso 19 persone portando il bilancio totale delle vittime, da ottobre 2023, a 2.653.

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