Nel massacro nel kibbutz di Kfar Aza i militanti di Hamas hanno ucciso quaranta bambini, alcuni dei quali sono stati decapitati. Continua la pioggia di razzi su Ashkelon, mentre Israele cinge d'assedio la Striscia. Biden: «Dobbiamo essere chiari: siamo a fianco di Israele e dobbiamo assicurarci che abbia il necessario per difendersi». Il presidente americano ha annunciato di essere in contatto con le autorità israeliane per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas, tra cui ci sono anche cittadini statunitensi
Israele sta riconquistando il controllo dei territori limitrofi alla striscia e sta completando l’assedio di Gaza dove vivono 2,3 milioni di abitanti chiudendo i rifornimenti di acqua, gas ed elettricità e bombardando la strada del valico di Rafah che conduce verso l’Egitto e di fatto chiudendo l’unica via per i civili che vorrebbero cercare scampo all’assedio.
Secondo l’ambasciata israeliana a Washington in un tweet poi ritirato, più di 1.000 persone sono state uccise dai militanti palestinesi di Hamas. La notizia del tragico bilancio è stata poi confermata dall’esercito.
Riconquistando i villaggi assediati dai terroristi, i soldati israeliani stanno scoperchiando l’orrore: nel kibbutz di Kfar Aza Hamas ha avrebbero ucciso almeno quaranta bambini fra i 2 e i 5 anni, alcuni dei quali sono stati decapitati. Le immagini di cadaveri martoriati e carbonizzati si sono diffuse ovunque.
I testimoni del massacro raccontano di indicibili violenze commesse anche su donne incinte. Il nome Kfar Aza è già entrato nella lista dei luoghi della storia recente in cui il male si è manifestato con un sovrappiù di accanimento.
Israele è dunque pronto all'invasione di terra e il ministro della Difesa ha detto che «Gaza non sarà mai più come prima». Il premier Benjamin Netanyahu ha discusso della decisione con il presidente americano, Joe Biden. Dalla Casa Bianca, Biden ha detto: «Dobbiamo essere chiari: siamo a fianco di Israele e dobbiamo assicurarci che abbia il necessario per difendersi». Ma ha anche chiesto a Tel Aviv di rispettare il diritto internazionale di guerra. Il presidente americano ha annunciato di essere in contatto con le autorità israeliane per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas, tra cui ci sono anche cittadini statunitensi. «Hamas minaccia di giustiziare gli ostaggi, in violazione di qualsiasi principio di umanità e moralità: questo è puro e semplice terrorismo», ha aggiunto. «Purtroppo, atti come questo non sono nuovi ad Israele e al suo popolo, che da anni è vittima di antisemitismo in ogni sua forma».
Israele sta cercando di usare una strategia militare di massimo impatto minimizzando i rischi per i suoi soldati e riservisti. Nella striscia ci sono 150 ostaggi in mano ad Hamas che ha minacciato di fornire video della loro esecuzione se Israele non avvertirà in anticipo quali sono i bersagli dei suoi raid.
L'esercito israeliano ha avvisato i palestinesi di lasciare Gaza per l'Egitto e ha affermato di avere il «pieno controllo» del confine ma ha dimenticato di dire che l’Egitto ha chiuso il valico di Rafah e che anche i pescherecci a Gaza sono stati colpiti.
Ancora razzi
Come risposta all’assedio Hamas ha colpito, dopo aver dato un ultimatum di due ore, le case degli abitanti di Ashkelon, nel sud di Israele, 40 chilometri a nord della Striscia di Gaza. E i razzi di Hamas, nell'ultimo lancio da Gaza, hanno colpito l'Hotel Regina ad Ashkelon.
Poi sono risuonate le sirene di allarme anti razzi da Gaza nella zona centrale di Israele e a Tel Aviv. Sembra dunque intensificarsi il lancio di missili da Gaza il cui obiettivo dal sud, ora si sta spostando al centro del paese.
L'artiglieria israeliana ha colpito il territorio libanese in risposta al lancio di razzi dal sud del Libano, un confine dove c’è un presidio Onu di mille soldati italiani. Segnali che aprono la via a uno scenario di estensione del conflitto che tutte le diplomazie stanno cercando di evitare.
Monito dell’Onu
L'assedio totale di Gaza è "proibito" dal diritto internazionale umanitario. L'assedio totale di Israele alla Striscia di Gaza è vietato dal diritto internazionale, ha dichiarato il capo delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Turk.
La notte scorsa sono stati circa 200 gli obiettivi colpiti dall'aviazione israeliana nella Striscia. Soprattutto - ha spiegato il portavoce militare - a Rimal e Khan Yunis. L'esercito israeliano considera i due luoghi «come centri terroristici» privilegiati di Hamas da dove sono diretti «un gran numero di attacchi terroristici contro Israele». Tra gli obiettivi molte «residenze operative» di miliziani di Hamas e Jihad islamica.
L'esercito israeliano sta attualmente conducendo «attacchi su larga scala su obiettivi del terrore di Hamas» nella Striscia. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Secondo i media un razzo è atterrato in un'area aperta vicino a Be'er Sheva e testimoni segnalano che ci sarebbero dei feriti. Intanto è salito a 704, tra cui 143 bambini e 105 donne il numero di palestinesi uccisi dalle forze israeliane a Gaza è salito. Il numero dei feriti è di circa 4.000.
Il valico di Rafah era stato appena riparato in seguito ad un attacco aereo israeliano ieri sera, ha detto a Sky News Arabia Iyad al Bazum, portavoce del ministero degli Interni di Gaza controllato da Hamas che controlla la striscia dal 2007 in opposizione all’autorità nazionale palestinese di Ramallah.
L'Egitto ha chiuso il valico di Rafah sine die, riferiscono fonti ad Al Arabiya. E il leader politico di Hamas Ismail Haniyeh assicura che non terrà «discussioni sui prigionieri e sugli ostaggi in mano delle forze della resistenza» fino alla fine della campagna militare.
La Casa Bianca ha detto di prendere «seriamente la minaccia» di esecuzione degli ostaggi da parte di Hamas a Gaza.
«Gli ultimi giorni ci hanno dimostrato che non abbiamo scelta: dobbiamo porre fine al controllo di Hamas su Gaza e alle sue capacità militari, per eliminare la minaccia su Israele», ha detto l'ambasciatore israeliano a Roma Alon Bar su X.
Gravi anche gli effetti economici del conflitto: Israele, che ha un Pil di 522 miliardi di dollari nel 2022, sta cercando, attraverso la sua banca centrale, di mantenere alto il valore dello Shekel vendendo grandi quantità di dollari sul mercato mentre il petrolio vola a 87 dollari al barile mettendo sotto pressione le politiche monetarie delle banche centrali.
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