Un vecchio detto americano di difficile attribuzione raccontava di una madre che aveva due figli, uno marinaio e uno vicepresidente degli Stati Uniti e di entrambi non aveva più notizie da anni. Oggi le cose sono molto cambiate rispetto all’epoca pre-televisiva, tranne in un aspetto: è bene che il vice non abbia più copertura di chi è al vertice. Perché in tal caso vuol dire che sta ricevendo cattiva stampa.

È il caso di J.D. Vance, scelto da Trump come numero due esattamente un mese fa, al primo giorno della convention repubblicana. Allora lo scenario politico era ben diverso. Al vertice del ticket dem c’era Joe Biden, un presidente profondamente impopolare che non riusciva a riprendersi dalle catastrofiche conseguenze del dibattito del 27 giugno e dopo l’attentato di Butler, in Pennsylvania, sembrava che nulla avrebbe potuto fermare il ritorno alla Casa Bianca del tycoon.

Ecco quindi spiegata la scelta non solo di un fedelissimo, ma di una persona come Vance disposta a radicalizzare ulteriormente il messaggio Maga (Make America Great Again) per poter costruire un’America post-liberale sul modello di quanto avvenuto in paesi europei come l’Ungheria, per la quale Vance ha espresso ammirazione.

Tutto è radicalmente cambiato con il ritiro del presidente in carica a favore della sua vice Kamala Harris. Le posizioni estreme di Vance hanno cominciato a pesare sempre di più: dal riferimento alle donne senza prole fatto nel 2021 durante un’intervista con l’espressione «gattare pazze senza figli», fino alla priorità di «cancellare l’aborto» su tutto il territorio federale degli Stati Uniti.

Quel che più pesa su di lui è il suo atteggiamento da “camaleonte” pronto a tutto pur di servire la sua ambizione sfrenata. Ecco emergere cose imbarazzanti dal suo passato, come una foto su Facebook dove appare svenuto dopo aver abusato di alcolici, ma anche le conversazioni con una sua amica trans e compagna di studi, Sofia Nelson, uscite sul New York Times a fine luglio. Ne ha sostenuto il percorso di transizione, prima che l’amicizia fosse interrotta dal sostegno dato da Vance alla legge dell’Arkansas che proibiva l’accesso alla transizione di genere per i minori. A condire il tutto, delle sue foto in drag risalenti agli anni in cui studiava a Yale.

Il Kentucky

Le sue posizioni radicali sono assai impopolari presso l’elettorato. Secondo un’indagine di Data for Progress, un centro studi di sinistra, la sua unica idea che gode di un certo consenso riguarda i dazi da introdurre per proteggere alcune industrie. Per tutto il resto, c’è un segno meno, soprattutto per il suo esplicitato disinteresse verso l’Ucraina, disapprovato dal 70% degli intervistati.

Uno scoop realizzato dalla Cnn ha rivelato che Vance non tiene nemmeno ai territori che lo hanno reso famoso. Il riferimento è alla parte orientale del Kentucky ritratta con termini enfatici nel suo bestseller Elegia Americana, dove nel 2018 ha investito 150mila dollari per la costruzione di una startup chiamata AppHarvest, dedicata alla coltura agricola d’avanguardia di pomodori e altri ortaggi.

All’epoca Vance sosteneva che l’unico modo per fare business fosse quello che «migliorava la vita delle comunità». Alcune persone interpellate dalla Cnn hanno dichiarato invece di essere state indotte a lasciare lavori sicuri per dedicarsi alla nuova impresa, dove in breve tempo le condizioni sono peggiorate: pause dal lavoro negate, temperature nelle serre sopra i cinquanta gradi, protezioni insufficienti. Molti dipendenti sono stati sostituiti con alcuni migranti provenienti da Guatemala e Messico.

La realtà delle cose è stata negata anche durante un tour del senatore Mitch McConnell: i lavoratori stranieri sono stati momentaneamente allontanati per nascondere la verità fino a che la compagnia, gravata dai debiti, ha dichiarato bancarotta nel 2023.

Un portavoce di Vance ha affermato che non ha più nulla a che fare con la compagnia dal marzo 2021, quando ha lasciato la sua posizione nel consiglio d’amministrazione, ma ha comunque continuato a sostenerla come buon esempio di business al servizio di territori dimenticati. Occorre ricordare come i passati investimenti spesso tornino a tormentare alcune candidature anche in anni successivi. Nel 2012 era accaduto per Mitt Romney, le sue quote dentro il fondo d’investimento Bain Capital vennero citate come esempio di capitalismo predatorio.

Romney e Vance non potrebbero essere più diversi: il senatore dello Utah non ha mai fatto mistero di non sopportare il suo collega dell’Ohio, definendolo come quello che rispettava di meno dell’intera assemblea a causa del suo cambio di idee sul trumpismo, prima definito un male al livello delle droghe pesanti poi esaltato fuori misura. Entrambi però hanno subito conseguenze dal punto di vista elettorale su loro investimenti fatti in passato.

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