Confermata dal Senato con 53 voti a favore, di cui tre repubblicani, Jackson ha avuto una brillante carriera ed ha giocato un ruolo importante come avvocato d’ufficio, vincendo molte cause contro il governo, tra cui un’importante caso sulla detenzione a Guantánamo
Ketanji Brown Jackson è la prima giudice donna afroamericana della Corte suprema statunitense, nominata dal Senato con 53 voti a favore, di cui tre repubblicani, e 47 voti contrari. Fortemente voluta dal presidente Joe Biden, Jackson sostituirà Stephen Breyer, giudice nominato nel 1994 da Bill Clinton, che aveva annunciato il suo ritiro a fine gennaio 2022.
«È un momento storico per la nostra nazione», ha detto il presidente statunitense, che ha definito la nomina di Jackson «un altro passo nel rendere la nostra Corte un luogo che rifletta le diversità dell’America».
51enne, la neogiudice della Corte suprema è stata preferita a Leondra Kruger, 45 anni, e Michelle Childs, 55 anni. Jackson sarà la Justice più giovane tra i nove membri della Corte e ciò permetterà, essendo il mandato a vita, ai democratici di avere per lungo tempo un giudice progressista.
La carriera
Ketanji Brown Jackson è nata a Washinghton ed è cresciuta a Miami. Laureata ad Harvard con il massimo dei voti, la neogiudice, prima di entrare in magistratura, è stata reporter nel 1992 e 1993 della rivista Time.
Jackson, come sottolinea la Cnn, è la prima giudice in trent’anni ad aver lavorato come avvocata d’ufficio, figura che garantisce il diritto di difesa ai meno abbienti, per «aiutare le persone bisognose e promuovere i valori costituzionali fondamentali», aveva sottolineato, «come il diritto alla rappresentanza legale per chiunque sia accusato di condotta criminale dal governo, indipendentemente dalla ricchezza e nonostante la natura del accuse».
Un ruolo in cui ha vinto battaglie non comuni contro il governo, fa notare il Washington Post, riuscendo a ridurre o cancellare lunghe pene detentive. Come difensore d’ufficio infatti si è occupata principalmente di difendere gli imputati davanti alla Corte d’appello.
È stata molto contestata dai repubblicani per aver difeso i detenuti di Guantánamo Bay – campo di prigionia di massima sicurezza sull’isola di Cuba dove sono state recluse persone sospettate di aver preso parte all’attacco terroristico dell’11 settembre, e dove vengono sistematicamente violati i diritti dei detenuti. Presentando una memoria alla Corte suprema, la giudice aveva contestato con successo le modalità di detenzione da parte del governo di chi si trovava nel campo di prigionia.
Entrata a far parte del tribunale distrettuale a Washington nel 2013, scelta dall’ex presidente Barack Obama, è rimasta in carica per 8 anni, fino a che non è stata nominata da Joe Biden, appena insediato alla Casa Bianca, membro della Corte d’appello federale di Washington. È stata anche membro dell’organo direttivo dell’università di Harvard.
La Corte suprema
Con la nomina di Ketanji Brown Jackson, la Corte suprema in maggioranza repubblicana è stata leggermente ribilanciata, vista l’età della neogiudice che rimarrà in carica a vita, o fino a che non si dimetterà, e garantirà una presenza progressista per lungo tempo. È la prima candidata di un presidente democratico ad essere riconfermata in 12 anni: l’ultima fu Elena Kagan nel 2010, nominata da Barack Obama. Tre dei nove membri della Corte, invece, sono stati nominati dall’ex presidente Donald Trump, in soli quattro anni.
La Corte suprema è giudice di ultimo grado per le controversie civili e penali e ha il compito di tutelare e interpretare la Costituzione. Esercita inoltre un importante controllo sul potere del governo ed è chiamata a decidere su controversie rilevanti per la società statunitense, come quelle sui diritti civili e sociali.
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