La Corte Internazionale di Giustizia ha dichiarato con una sentenza che gli insediamenti di Israele in territori palestinesi «violano il diritto internazionale», per Netanyahu sono «menzogne»
In una nota diffusa dal presidente della Corte internazionale di giustizia, si legge che i territori palestinesi occupati da Israele «violano il diritto internazionale». Pertanto, la stessa Corte richiede che si ponga fine all’occupazione. La sentenza arriva dopo una richiesta di un parere consultivo, che non è giuridicamente vincolante, ma ha autorità morale e può dare forma al diritto internazionale.
La nota arriva per voce del presidente della Corte, il giudice Nawaf Salam, che, come riportato dalla Cnn, ha affermato che la Corte ha osservato che «la confisca su larga scala delle terre e il degrado dell'accesso alle risorse naturali privano la popolazione locale dei suoi mezzi di sussistenza di base, inducendola così ad andarsene».
I territori a cui si fa riferimento nella sentenza sono quelli che si trovano in Cisgiordania e Gerusalemme Est. In merito alla città di Gerusalemme la corte ha rilevato che la decisione di istituire Gerusalemme come capitale di Israele ha contribuito a «rafforzare il controllo di Israele sul territorio palestinese occupato».
Inoltre, la Corte ha affrontato anche la questione dei coloni, definendo il loro atteggiamento come violento. Secondo la Corte l’incapacità di Israele di prevenire e di punire l’uso della forza da parte dei coloni crea un «ambiente coercitivo contro i palestinesi».
Le reazioni
Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha reagito alla sentenza duramente, dicendo che è piena di falsità. Come riportato sul Times of Israel, Netanyahu ha detto: «Il popolo ebraico non è occupante nella propria terra, né nella nostra capitale eterna Gerusalemme, né nella terra dei nostri antenati in Giudea e Samaria». Ha poi aggiunto che «nessuna falsa decisione all'Aja distorcerà questa verità storica, così come non può essere contestata la legalità dell'insediamento israeliano in tutti i territori della nostra patria».
Anche il ministro degli Esteri Israel Katz ha condannato il parere consultivo della Corte, dicendo che esso è «fondamentalmente distorto, unilaterale e sbagliato».
Il ministero degli Esteri israeliano ha a sua volta respinto il parere, dicendo che questo «contraddice» il principio secondo cui la pace può essere raggiunta solo attraverso «negoziati diretti», accusando l'Autorità nazionale palestinese di tentare di indebolire Israele attraverso i tribunali internazionali, secondo quanto riportato da Haaretz.
Anche da parte palestinese le reazioni non si sono fatte attendere: il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha accolto con favore la decisione della corte, definendola una «vittoria per la giustizia». Abbas ha dichiarato: «La presidenza palestinese esorta la comunità internazionale a esigere che Israele, in quanto potenza occupante, ponga fine all'occupazione e si ritiri incondizionatamente».
Stop europeo
Intanto la questione della possibile soluzione della guerra a Gaza è stato oggetto di discussioni anche al Consiglio Affari esteri dell’Unione Europea di oggi. L’Ungheria ha bloccato una dichiarazione dei 27 dopo il voto alla Knesset contro la soluzione a due Stati.
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