Nel corso dell’Assemblea generale dell’Onu, oltre 200 Ong hanno rilanciato l’allarme della crisi alimentare nel mondo. Muoiono quattro persone al secondo. Secondo l’Onu 345 milioni di persone soffrono di fame acuta. Guterres: «La comunità internazionale non è pronta o disposta ad affrontare le grandi sfide drammatiche della nostra epoca»
Ogni giorno nel mondo muoiono di fame più di 19mila persone. Una morte ogni quattro secondi. Il dato arriva da un comunicato congiunto di 238 organizzazioni non governative, che hanno rinnovato l’allarme della crisi alimentare nel corso dell’Assemblea generale dell’Onu. Nella 77esima sessione del principale organo delle Nazioni unite, che ogni anno riunisce attorno allo stesso tavolo i maggiori leader mondiali, si sta parlando di guerra, crisi energetica, climatica, alimentare. Oggi, 20 settembre, all’attenzione dei grandi del pianeta è arrivata anche una lettera firmata da 238 Ong di 75 paesi – tra cui Save the Children, Oxfam e Plan International – in cui si esprime indignazione per le gravi carenze alimentari registrate in sempre più vaste aree del mondo.
L’invito unanime è a intensificare gli sforzi per «porre fine alla spirale della crisi globale della fame», nella giornata in cui il segretario generale António Guterres ha aperto la seduta con una dichiarazione dura: «La comunità internazionale non è pronta o disposta ad affrontare le grandi sfide drammatiche della nostra epoca e queste crisi, come la guerra in Ucraina, minacciano il futuro dell'umanità».
«Ingiustizia dell’intera umanità»
Lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, il 24 febbraio scorso, ha portato altre 70 milioni di persone vicine alla fame, a causa dei rincari esponenziali di cibo, carburante e fertilizzanti. «L'incredibile cifra di 345 milioni di persone ora soffre di fame acuta, un numero che è più che raddoppiato dal 2019», dicono gli esponenti delle Ong richiamando al quadro presentato da David Beasley, capo dell’alimentazione delle Nazioni unite, in occasione del Consiglio di sicurezza del 15 settembre.
L’accordo di Istanbul, firmato a luglio, con cui la Russia ha sbloccato il passaggio del grano ucraino dai porti del mar Nero, non elimina il «rischio reale e pericoloso di carestie multiple quest'anno», dice Beasley, secondo cui la pandemia è stata un fenomenale acceleratore della crisi. Negli 82 paesi in cui operano le Nazioni unite il numero di persone che vivono in una “condizione di insicurezza alimentare acuta” è cresciuto di due volte e mezza rispetto al 2019.
«È terribile che con tutta la tecnologia oggi applicabile all'agricoltura e alle tecniche di raccolta si parli ancora di carestia nel 21° secolo», ha dichiarato uno dei firmatari della lettera congiunta, Mohanna Ahmed Ali Eljabaly della Yemen Family Care Association «La fame non ha mai una sola causa», ha aggiunto. «Si tratta dell'ingiustizia dell'intera umanità».
© Riproduzione riservata