- Un grande cambiamento attende il mondo bancario e finanziario a inizio 2022. Il 31 dicembre 2021 infatti è stato l’ultimo giorno di utilizzo del Libor, il London interbank offered rate: il principale tasso di interesse interbancario di breve periodo, fino a dodici mesi.
- Già da diversi anni si discuteva di eliminare gradualmente il Libor perché la semplicità con cui viene definito lo ha reso in passato oggetto di manipolazione da parte di alcuni trader delle principali banche.
- Adattarsi alla sostituzione del Libor è complesso, però. La vita di due tassi in dollari, quello overnight e sui dodici mesi, proseguirà fino a giugno 2023.
Un grande cambiamento attende il mondo bancario e finanziario. Il 31 dicembre 2021 è stato l’ultimo giorno di utilizzo del Libor, il London interbank offered rate: il principale tasso di interesse interbancario di breve periodo, fino a dodici mesi. È il tasso a cui le banche sono disposte a prestarsi reciprocamente il denaro sulle scadenze più vicine per coprire le esigenze di liquidità e quindi rappresenta lo stato di salute e di fiducia che il settore sta attraversando. La dismissione del Libor è stata annunciata il 5 marzo 2021 da Ice benchmark administration, la società che ne gestisce la pubblicazione. Essendo un indicatore del costo del denaro, il Libor è un termine di riferimento per numerosissimi strumenti e prodotti finanziari. Ciò lo ha reso diffuso nella sofisticata attività di investimento, speculazione e protezione dal rischio delle banche d’affari, dei private equity e degli hedge fund. Ma è altrettanto noto ai comuni correntisti delle banche commerciali, perché i mutui e i finanziamenti sono spesso indicizzati a questo tasso. Nei mercati valutari europei un’alternativa è l’Euribor: un tasso di interesse identico al Libor, ma poiché è definito da banche che operano in euro offre un senso di autenticità maggiore. Per comprendere la rilevanza del Libor un dato può aiutare. Bloomberg stima che il valore dei prodotti finanziari denominati in dollari legati al Libor sia circa 223mila miliardi di dollari. Per avere un paragone, la legge di bilancio italiana per il 2022, su cui i partiti hanno discusso molto nelle ultime settimane, si basa su circa 32 miliardi di euro. Di Libor, in realtà, ne esiste più di uno. Ogni giorno lavorativo il tasso viene calcolato per cinque valute differenti – dollaro, euro, sterlina, yen e franco svizzero – e su sette scadenze diverse – overnight (ovvero con scadenza la giornata successiva), una settimana, un mese, due mesi, tre mesi, sei mesi e dodici mesi – per un totale di 35 tassi d’interesse. Questo è dovuto alla necessità di coprire in più mercati valutari differenti orizzonti temporali.
Adattarsi alla sostituzione del Libor è complesso, però. La vita di due tassi in dollari, quello overnight e sui dodici mesi, proseguirà fino a giugno 2023: troppo difficile riparametrare alcune tipologie di contratti già in essere. Anche tre tassi riferiti alla sterlina e allo yen non verranno abbandonati subito, ma verranno calcolati “in modo sintetico” per alcuni mesi. Il governo britannico ha addirittura creato una legge «per proteggere gli asset finanziari dal caos legale quando verrà ritirato il Libor sulla sterlina». La facilità di definizione del Libor e la presenza dei soliti attori bancari nel suo processo di formazione ha favorito diversi comportamenti opportunistici e illegali. I valori del Libor infatti vengono annunciati poco prima delle 12.00 a Londra. Un’ora prima un panel di una quindicina di banche comunica, tramite i propri trader, il tasso a cui è disposta a prestare alle altre banche. I valori più bassi e più alti vengono eliminati, e la media tra i rimanenti diventa il Libor. Il processo viene fatto per ognuno dei 35 tassi presenti.
In questo processo le banche non comunicano soltanto le proprie stime, ma anche, implicitamente, la fiducia nei confronti degli altri istituti. Tuttavia, non c’è alcun freno. E se molti mentono per timore di essere etichettati come deboli, allora il problema si ingigantisce e il tasso si discosta dalla realtà.
Come successo nel 2008, quando c’è stato un grosso scandalo di manipolazione del Libor: alcuni trader si erano accordati per mantenere artificialmente basso il tasso per evitare di essere considerati in difficoltà nell’ottenere finanziamenti. Erano momenti tesi: qualche mese dopo sarebbe fallita Lehman Brothers, avviando la crisi finanziaria globale. Ribassare il Libor produceva prestiti meno costosi per la clientela. Ma soprattutto permetteva alle banche coinvolte di salvare la reputazione e di raccogliere grossi vantaggi economici. Dato l’ampio volume di denaro che muovono le banche, anche una modifica del secondo o terzo decimale del Libor permette di ottenere ingenti profitti oppure di recuperare enormi esposizioni.
Il primo a riportare la notizia era stato il Wall Street Journal nell’aprile 2008, che però la aveva descritta come una convinzione di alcuni analisti, visto che non vi erano ancora prove.
Le maxi multe nel 2008
Sono state avviate delle indagini, che nel 2012 hanno portato all’arresto del trader Tom Hayes. È stato condannato nel 2015 a quattordici anni di carcere. In totale, le autorità americane, inglesi ed europee imposero multe alle banche per nove miliardi di dollari a circa una decina di banche. La vicenda spinse le autorità ad avviare la progressiva dismissione del Libor, che era stato introdotto durante gli anni Ottanta e che nonostante le manipolazioni ha conservato la sua centralità. Verrà sostituito con un tasso dal nome differente per ogni valuta e non sarà più gestito da un unico soggetto. Nel mercato americano si passerà al Sofr, amministrato dalla Federal reserve di New York, mentre la sterlina adotterà il Sonia, regolato dalla Banca d’Inghilterra. I nuovi tassi non saranno più legati alle indicazioni delle banche, ma saranno calcolati in base alle attività avvenute nel mercato interbancario nei giorni o mesi precedenti.
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