In questi giorni il paese noto per la sua storica politica di non allineamento discute assieme alla Svezia la richiesta di adesione all’alleanza atlantica. Sanna Marin, la prima ministra, si esprime a favore assieme al presidente della repubblica. Che inchioda Putin alle sue responsabilità
Il dibattito era già aperto e la dichiarazione congiunta di presidente e premier finlandesi lascia intendere a chiare lettere quale sarà la conclusione: la Finlandia si avvia verso un’adesione alla Nato. In Svezia, intanto, il partito di governo socialdemocratico si prepara ad annunciare la sua posizione in materia questo weekend.
La presa di posizione
Il presidente della repubblica Sauli Niinistö e la prima ministra Sanna Marin scrivono: «Durante questa primavera, ha avuto luogo un’importante discussione su una possibile membership della Finlandia nella Nato. È servito tempo per lasciare che il parlamento che che l’intera società definissero le loro posizioni in materia. Il tempo è servito anche per stringere contatti internazionali con la Nato e i suoi paesi membri, così come la Svezia”. Ora che il momento della decisione è vicino, scrivono presidente e premier, comunichiamo la nostra posizione comune, anche per informarne partiti e gruppi parlamentari. “Far parte della Nato rafforzerebbe la sicurezza della Finlandia, e come membro la Finlandia rafforzerebbe l’alleanza a sua volta. La Finlandia deve presentare domanda di adesione senza tergiversare. Speriamo che tutti i passi necessari siano fatti rapidamente in questi giorni».
La svolta per l’aggressione russa
Domani il partito socialdemocratico, lo stesso al quale appartiene la premier, dovrebbe dichiarare la sua posizione, e a seguire, domenica, a prendere posizione sarà l’intera coalizione di governo. Serve un passaggio parlamentare per avviare formalmente il passaggio, ma è questione di giorni. Tutti i trenta membri Nato dovranno poi dare il loro consenso all’ingresso di un nuovo membro.
La svolta nel paese è determinata dalla guerra in Ucraina, e anche il sentimento popolare lo mostra: a favore dell’adesione, oggi nei sondaggi c’è oltre il settanta per cento, mentre meno di un anno fa solo un finlandese su cinque era convinto.
«L’aggressione russa ha cambiato il quadro: sono pronti ad attaccare un paese vicino. Se mi chiedete, come reagirà la Russia, la mia risposta sarà: voi, avete causato questo. Guardate nello specchio». Con queste parole il presidente finlandese aveva risposto ai cronisti riguardo a possibili reazioni del Cremlino.
Già a fine febbraio, subito dopo l’aggressione dell’Ucraina, la Russia ha minacciato di «conseguenze militari» Finlandia e Svezia, qualora fossero uscite dalla loro attitudine di neutralità militare.
La neutralità finlandese
La Finlandia fa parte dell’Unione europea. La sua politica di non allineamento militare ha radici lontane, e gli oltre mille chilometri di confine con la Russia servono a contestualizzarla. La Finlandia ottiene l’indipendenza nel 1917 dopo secoli di dominazione svedese e russa. Nel 1948 con un trattato di amicizia e cooperazione con l’Unione sovietica la Finlandia si impegna a difendersi da attacchi tedeschi o di alleati, e resta fuori così dal blocco militare sovietico. Il percorso verso l’Europa si delinea a cominciare dal 1992, con la domanda di adesione alla comunità europea. Oggi la Finlandia è anche nell’eurozona. Il dibattito sull’adesione all’alleanza atlantica si è intensificato a cominciare dal 2014 – dopo che la Russia ha sconfinato più volte nello spazio aereo finlandese - con la firma di un memorandum of understanding con la Nato.
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