Dal 24 marzo in edicola e per sempre in digitale la nuova edizione del vostro inserto geopolitico preferito. La copertina di questo mese è dedicata alle ricadute dell’inflazione sulla politica internazionale. Con i contributi di Stefano Feltri, Franco Bruni, Eleonora Poli, Raffaele Nocera, Luigi Narbone, Paul Kahn, Deborah Natale e molti altri
Care amiche e cari amici di Scenari,
ci siamo: il 24 marzo sarà in edicola per un mese (e per sempre in digitale) il nuovo numero del vostro supplemento geopolitico preferito.
La copertina di questa edizione è dedicata agli effetti dell’inflazione su un ordine globale già violentemente scosso da molte altre turbolenze. Titolo: “Globalizzazione inflazionata”.
Stefano Feltri, che ha trovato il tempo di scrivere un libro sul tema, spiega in un comodo saggio introduttivo perché l’inflazione montante è il segno di una nuova era dell’instabilità che coinvolge tutti, da Silicon Valley Bank a Credit Suisse, passando per i consumatori, cioè noi, atterriti dall’aumento dei prezzi al supermercato.
L’economista Franco Bruni prende il concetto dal lato delle banche centrali, notando che i due obiettivi di stabilità che si danno – quella dei prezzi e quella finanziaria – a volte non sembrano allineati. Ecco, questa è una di quelle volte.
Raffaele Nocera, uno dei sudamericanologi di riferimento di Scenari, torna sull’ombra del default che ciclicamente si staglia sull’Argentina, dove si registra il tasso di inflazione più alto degli ultimi tre decenni.
L’economista Eleonora Poli, del Centro politiche europee, spiega invece le nefaste conseguenze economiche della Brexit, che sta facendo ristagnare un regno vessato da crisi politiche continue e lo stesso proiettato verso una nostalgica dimensione simil-imperiale.
Ci sono molti altri contributi interessanti su questo numero, ve ne segnalo in particolare tre.
Innanzitutto, l’esordio su Scenari del diplomatico Luigi Narbone, che insegna alla Luiss, dove dirige anche il Mediterranean Platform. Narbone spiega come la guerra in Ucraina sta riscrivendo i rapporti nel Mediterraneo allargato, cosa che implicitamente smentisce chi pensa che la tragedia innescata da Putin possa essere trattata come una crisi regionale.
La seconda è un’analisi di Francesco Stuffer, dello Spykman Center, su quanto conta e quanto crede di contare la Polonia nel nuovo assetto euro-atlantico ridisegnato dalla guerra.
Infine, uno strepitoso saggio del filosofo-giurista di Yale Paul Kahn sul logoramento della democrazia in America. Kahn ha fatto un viaggio nelle istituzioni americane sulle orme di Tocqueville, ma a differenza del suo predecessore non si è mosso da casa: ha colto i tratti essenziali della crisi nel microcosmo della cittadina del Connecticut in cui vive da decenni.
Buona lettura,
Mattia Ferraresi
Caporedattore di Domani e curatore di Scenari
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