Nella parata per la vittoria dei Kansas City Chiefs una persona è stata uccisa e una ventina sono rimaste ferite in uno scontro a fuoco. La polizia parla di un alterco finito in tragedia ed esclude la pista terroristica. Ma anche i festeggiamenti dell’evento sportivo dominato dalla presenza di Taylor Swift e Travis Kelce, catalizzatori delle teorie del complotto della destra trumpiana, riproducono le divisioni di un’America polarizzata e in preda a una crisi di nervi
Non c’è nulla di più americano di una parata per celebrare la squadra vincitrice del Super Bowl. Quest’anno nella massima competizione a trionfare sono stati i Kansas City Chiefs, squadra della città che si trova a cavallo tra Kansas e Missouri e dove gioca Travis Kelce, noto al grande pubblico non sportivo per essere il partner della uber-popstar Taylor Swift.
Nella giornata del 14 febbraio c’è stata una sparatoria sulla folla dei tifosi dopo che il corteo dei vincitori si era fermato nelle vicinanze della Union Station, lo storico terminal ferroviario della città.
Tre sospetti assalitori sono stati fermati ma la polizia ha escluso il terrorismo tra i motivi del gesto che ha provocato la morte di una persona e il ferimento di altri venti individui.
C’è da dire che però, nonostante la tragedia che ha scosso la comunità che si preparava a festeggiare l’evento, fuori dai siti locali come quello dell’autore Kansas City Star, la notizia sta già scivolando fuori dalle prime pagine.
Da un lato ci sono i repubblicani che offrono vicinanza abbinata a “pensieri e preghiere” per le vittime, dall’altro i democratici che chiedono un maggior controllo per le armi. Non in Kansas, dove pure c’è una governatrice come Laura Kelly, che è una centrista democratica che però deve lavorare con due rami di assemblea locale a larga maggioranza conservatrice.
In altri stati come il Maine i dem spingono in questo senso, trovando nuova linfa per approvare nuove restrizioni, dopo che le proposte presentate erano ferme sin dalle settimane successive ai postumi di una sparatoria avvenuta a ottobre che ha provocato diciotto vittime. Lo stesso avviene in Virginia dove la maggioranza progressista delle due Camere deve affrontare i potenziali veti del governatore repubblicano Glenn Youngkin.
Solita storia
A livello nazionale però, è il solito disco rotto: da un lato il presidente Biden che chiede al Congresso di «agire con urgenza». Dall’altra c’è un sostanziale silenzio da parte repubblicana, forse anche per timore di non intimorire il favorito per la nomination, l’ex presidente Donald Trump: lo scorso 6 gennaio mentre era a un comizio in Iowa esortava gli spettatori a «guardare oltre» rispetto a una strage avvenuta nella cittadina di Perry in un complesso scolastico, che aveva provocato la morte di uno studente.
Un dibattito cristallizzato che porta a un sostanziale immobilismo che è stato rotto solo da un provvedimento bipartisan approvato a giugno 2022 dal Congresso per controllare meglio i precedenti penali di chi vuole acquistare un’arma.
I provvedimenti a livello statale, invece, rischiano di arenarsi per eventuali ricorsi legali dovuti alle sezioni locali della National Rifle Association, che qualora giungessero alla Corte suprema avrebbero la strada spianata per la vittoria quasi certa, dato l’orientamento dei giudici che dà un’interpretazione molto estensiva del secondo emendamento, quello che regola il possesso personale di armi.
In altre parole, una situazione sconfortante per chi vuole quantomeno ripristinare il divieto di uso di armi pesanti deciso dall’amministrazione Clinton negli anni Novanta.
Al netto del dibattito sulle armi da fuoco, c’è lo sconforto del sindaco Quinton Lucas che non sa se in futuro sarà possibile avere un’altra parata, anzi, ha affermato che probabilmente un altro evento di massa dovrà tenersi allo stadio per fare controlli di sicurezza adeguati sugli spettatori.
Non è difficile pensare però che parte della tensione riguardante la vittoria dei Kansas City Chiefs deriva anche dalla diffusione di una bizzarra teoria del complotto riguardante proprio la storia d’amore tra Travis Kelce e Taylor Swift: lo sportivo e la cantante non starebbe veramente insieme, ma la loro relazione sarebbe stata decisa a tavolino dal deep state come operazione-simpatia per far vincere i democratici sostenuti da entrambe le celebrity.
Questa tesi cospirazionista è molto diffusa non solo nei forum online legati al movimento estremista QAnon, ma anche da alcune figure vicine all’ex presidente Trump come l’influencer Jack Posobiec.
Segni di unità
La stranezza qui riguarda la politicizzazione di un evento sportivo che fino a pochissimo tempo fa era una delle poche cose che unificava una nazione per altri versi spezzata e non possiamo definire immuni a questa deriva nemmeno i democratici: sull’account del presidente Biden dopo la vittoria degli Chiefs è stata postata un’immagine del presidente con occhi laser, (un’allusione al personaggio social “Dark Brandon”, alter ego malvagio di Biden) che afferma «tutto secondo i nostri piani», una battuta sarcastica diretta ai cospirazionisti.
Una deriva che però mostra come ormai nemmeno lo sport sia più immune alla polarizzazione politica che sta dividendo l’America. Divisione che scatta, drammaticamente uguale a sé stessa, anche in occasione di tragici eventi come quello accaduto a Kansas City.
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