A poche ore dal suo arresto avvenuto al rientro dalla Germania, il team di Alexei Navalny pubblica un’inchiesta sulle presunte tangenti che il presidente Vladimir Putin avrebbe ricevuto nella sua ascesa politica
Dalla cella in cui è stato rinchiuso a poche ore dal suo arrivo in Russia, Alexei Navalny lancia un duro attacco al Cremlino. Il suo team ha pubblicato un lavoro dettagliato sull’ascesa politica del presidente russo Vladimir Putin. L’inchiesta getta luci e ombre sui legami del presidente russo con il mondo politico e imprenditoriale del paese, legami che gli hanno permesso di costruire le sue fortune economiche attraverso presunte tangenti.
Stando all’inchiesta, i segreti di Vladimir Putin sono custoditi nella sua reggia di 7mila ettari che si affaccia sul Mar Nero, uno dei posti più sorvegliati della Russia dal valore di oltre un miliardo di euro. «Scoprirete come, in questo momento e negli ultimi 15 anni, si sta dando la più grande tangente della storia e si sta costruendo il palazzo più costoso del mondo», si legge nella presentazione dell'inchiesta sul sito che è accompagnata anche da un video di due ore.
L’intero lavoro si conclude con un invito a scendere a manifestare nelle piazze: «Siamo molti di più. Di Putin e tutti coloro che lo proteggono, rubano per lui, falsificano le elezioni per lui. Siamo decine di milioni. Semplicemente non crediamo nella nostra forza. Se tutti quelli che leggeranno questa inchiesta la diffonderanno, faremo a pezzi la censura. Se il 10 per cento degli insoddisfatti scenderà in piazza, non oseranno falsificare le elezioni. Se ognuno di noi si registra e partecipa al ‘voto intelligente’, il partito del furto e del degrado di Putin ‘Russia Unita’ perderà le elezioni». «Tutto quello che dobbiamo fare è smettere di resistere. Smetti di aspettare. Smettila di sprecare la tua vita e le tue tasse per arricchire queste persone. Il nostro futuro è nelle nostre mani. Non essere silenzioso».
In poche ore l’inchiesta è stata letta da milioni di persone, un duro colpo per la presidenza di Vladimir Putin.
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