Il presidente ucraino è stato tra i primi a condannare l’attacco palestinese, per solidarietà e Realpolitik. Ma per l’Ucraina la nuova guerra è un disastro su ogni fronte
Sabato mattina, a poche ore dall’attacco senza precedenti lanciato da Hamas contro Israele, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è stato tra i primi leader mondiali a fare le sue condoglianze e a mostrare sostegno al paese sotto attacco. Ma Zelensky è andato oltre: ha tratteggiato un parallelo con l’Ucraina sotto attacco russo e ha lasciato intendere che l’operazione compiuta da Hamas potrebbe essere stata sponsorizzata da Mosca.
Il tentativo di inserirsi come attore nella nuova crisi, però, non può nascondere il fatto che questo nuovo conflitto è una nuova pessima notizia per l’Ucraina, destinata per le prossime settimane a scendere ulteriormente nella lista delle priorità dei suoi principali alleati e dei media internazionali.
La Russia dietro Hamas?
La strategia del governo ucraino e dei suoi sostenitori per cercare di restare rilevanti in questa crisi è duplice. Da un lato sottolineare il parallelismo tra gli attacchi contro i civili compiuti da Hamas e i crimini di guerra commessi dai soldati russi. Dall’altro, accusare la Russia di aver aiutato Hamas a pianificare l’operazione.
Soprattutto il secondo punto, però, è problematico. L’intelligence militare ucraina ha detto ieri che la Russia avrebbe fornito armi catturare ad Hamas per incolpare Kiev, ma per il momento mancano le prove. Inoltre, negli Stati Uniti, la destra del partito repubblicano sostiene una tesi simile: l'attacco sarebbe il frutto dell’eccessivo focus che la Casa Bianca ha dedicato all’Ucraina. Il segretario di Stato, Antony Blinken, ha respinto ieri questa tesi, affermando che non ci sono elementi per far sospettare che Hamas abbia approfittato del conflitto in Ucraina per lanciare il suo attacco.
Israele e Ucraina
Le relazioni tra Ucraina e Israele sono solide da tempo e la solidarietà mostrata dagli ucraini non è solo frutto di Realpolitik. Lo stesso Zelensky è di origine ebraica, mentre poche settimane fa Kiev ha speso molte risorse per consentire ad oltre 30mila pellegrini ebrei, molti dei quali provenienti proprio da Israele, di visitare la città di Uman, nell’Ucraina centrale, durante la festa di Rosh Hashanah.
Nella notte tra domenica e lunedì, nella città di Kiev decine di schermi di centri commerciali e altri edifici pubblici sono stati illuminati dalla bandiera israeliana per un’iniziativa del sindaco Vitali Klitschko.
Israele è considerato da molti ucraini un modello da imitare in futuro: uno stato-caserma, ma democratico, con un settore della difesa sviluppato, ma allo stesso tempo forti competenze nelle tecnologie informatiche. Lo stesso Zelensky aveva detto nei primi mesi dell’invasione che l’Ucraina sarebbe diventata in futuro un nuovo Israele, salvo abbandonare il paragone quando il nuovo governo di Benjamin Netanyahu ha avviato una controversa riforma della giustizia.
Decisioni difficili
Nell’ultimo anno e mezzo, però, la solidarietà ucraina è stata raramente ricambiata dal governo israeliano, che ha rifiutato di condannare la Russia , non ha applicato sanzioni contro il suo governo e ha rifiutato le richieste di esportazioni di armi e altro equipaggiamento militare verso Kiev.
Con l’inizio di un nuovo conflitto, sembra improbabile che la posizione sulle armi possa cambiare vista la crescente necessità delle forze armate israeliane di difendersi. Anche gli Stati Uniti potrebbero presto trovarsi in difficoltà nel decidere quale dei due alleati sostenere maggiormente.
Israele ha già fatto richiesta agli Stati Uniti di nuove armi, munizioni di precisione per i suoi aerei e missili per il suo sistema di difesa. Questi ultimi, in particolare, sono particolarmente importanti anche per l’Ucraina, che tra poche settimane potrebbe essere costretta ad affrontare una nuova campagna aerea russa contro le infrastrutture elettriche delle sue città.
Realpolitik
Diversi ucraini hanno fatto notare la mancanza di reciprocità da parte degli israeliani, mentre altri sono andati oltre, mettendo in dubbio la saggezza politica di un appoggio incondizionato ad Israele.
«Quello che ha fatto Hamas in Israele è inaccettabile e all'estero. Allo stesso tempo penso che forse abbiamo corso troppo veloce per appendere bandiere israeliane al centro di Kiev e fare dichiarazioni politiche e confronti inequivocabili», ha scritto la popolare giornalista Olga Tokariuk su Facebook.
«Credo che queste reazioni emotive di successo da parte nostra possano danneggiare gli sforzi volti a attirare il mondo arabo verso l'Ucraina, che ora sta aiutando la Russia ad aggirare le sanzioni - ma allo stesso tempo non un fatto che aiuterà ad ottenere più sostegno da Israele».
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