Il candidato della Pennsylvania al Senato ha idee progressiste e un curriculum perfetto per la working class impoverita. A maggio ha avuto un ictus che ne ha seriamente limitato la parola. Basterà l’empatia degli elettori per sconfiggere il trumpiano Mehmet Oz?
- Il 13 maggio scorso ha avuto una pesante ischemia cerebrale causata da una trombosi. L’attacco gli ha causato delle serie limitazioni all’udito e al linguaggio, anche se le sue capacità cognitive non hanno subito danni.
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Fetterman vuole l’innalzamento del salario minimo federale a 15 dollari all’ora, l’istituzione di un sistema sanitario nazionale, limitazione delle armi da fuoco e protezione del diritto all’aborto.
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Dopo il dibattito televisivo contro l’avversario, Mehmet Oz, dove Fetterman ha avuto serie difficoltà a formulare frasi di senso compiuto, i repubblicani preferiscono puntare a criticare la sua incapacità, anche con attacchi sgradevoli.
In altre circostanze, il candidato democratico al Senato in Pennsylvania, John Fetterman, avrebbe fatto notizia per il suo look inusuale e la sua stazza.
Alto circa due metri, poco meno di 190 kg di peso e con idee molto vicine a quelle del senatore Bernie Sanders, il suo aspetto fisico è a metà tra quello di un lottatore di wrestling e un sindaco di una cittadina mineraria, anche per la sua riluttanza a indossare un completo classico con giacca, camicia e cravatta.
Insomma, un candidato che non fa solo un richiamo vuoto e rituale alla classe lavoratrice nei suoi discorsi, ma ne fa parte.
Il 13 maggio scorso ha avuto una pesante ischemia cerebrale causata da una trombosi. Fetterman ha confessato più tardi di non essersi curato per cinque anni da una fibrillazione atriale cardiaca che gli era stata diagnosticata nel 2017.
Non solo: l’attacco gli ha anche causato delle serie limitazioni all’udito e al linguaggio, anche se le sue capacità cognitive non hanno subito danni. Adesso, dopo un dibattito con il suo avversario repubblicano, il medico televisivo di origine turca Mehmet Oz, la domanda che gli elettori si pongono è: può Fetterman svolgere il suo ruolo pienamente?
Un tema che spesso viene trattato quando viene rieletto un senatore molto anziano, come accade in Iowa quest’anno con il senatore Chuck Grassley, che all’età di 89 anni corre per un ottavo mandato.
Per Fetterman la domanda si pone in avvio di mandato. E secondo i focus group che hanno assistito al dibattito, questo non è affatto un bene in prospettiva elettorale, dato che la Pennsylvania è uno stato in bilico.
Eppure, Fetterman sarebbe molto più di tutto questo.
Gioventù segnata
Nato nel 1969 da una coppia di giovani genitori repubblicani (entrambi avevano 19 anni il giorno della sua nascita), cresciuto nella città di York, in Pennsylvania, da giovane fa un percorso ordinario, giocando a football negli anni universitari e studiando business per poter un giorno prendere il posto del padre, dirigente in una compagnia assicurativa.
Poi, durante quegli anni “spensierati” accade una tragica svolta: il suo migliore amico muore in un incidente d’auto. Dopo quell’evento, capisce che deve fare qualcosa per gli altri, come se fosse una sorta di epifania.
La vita da borghese suburbano non faceva più per lui. Si unisce a una non profit, la Big Brothers and Sisters of America, che si occupa di fornire figure di riferimento a bambini che hanno perso i genitori.
In quel periodo fa da mentore per un anno a un ragazzino di otto anni con la mamma che stava per morire di Aids: in un’intervista anni dopo ha dichiarato che durante quei mesi ha capito come la “lotteria anagrafica” sia totalmente casuale e quanto la sua nascita lo avesse privilegiato.
Per questo nel 2001, all’età di 32 anni, dopo aver preso un master in politiche pubbliche all’università di Harvard, ha deciso di andare a dirigere un programma per aiutare i ragazzi provenienti da famiglie svantaggiate a ottenere un diploma di scuola superiore in una delle città più difficili del suo stato, Braddock.
Non un luogo qualunque, ma uno dei centri propulsivi della seconda rivoluzione industriale americana: proprio a Braddock l’industriale di origini scozzesi Andrew Carnegie ha costruito uno dei suoi primi impianti siderurgici, in un punto dove il minerale può essere trasportato sia per via fluviale sia che con la nuova linea ferroviaria, costruita dal suo partner d’affari Edgar Thomson, che dà il suo nome all’impianto.
La struttura poteva produrre anche 225 tonnellate di acciaio al giorno. Sempre qui però c’è stato uno dei primi scioperi totali della storia americana, che la proprietà decide di reprimere con l’uso di 300 guardie private della società Pinkerton.
La repressione ha successo: i lavoratori vengono licenziati e sostituiti con nuovi assunti non sindacalizzati di origine straniera. Anche se l’impianto è ancora attivo anche ai giorni nostri, quando arriva Fetterman questa storia è al capolinea.
Anzi, Braddock ha subito i forti contraccolpi di una deindustrializzazione che a partire dagli anni Settanta ha fatto calare la sua popolazione per oltre il 90 per cento: dai quasi 20mila degli anni Sessanta a poco più di 2.000 all’inizio del 2000.
Bellezza ostile
Fetterman ha raccontato in un’intervista alla Cbs che Braddock lo attirava per la sua bellezza «ostile» e per le sfide che presentava: un quasi non luogo, senza sportelli bancari, senza ristoranti e senza supermercati, dichiarata già nel 1988 «città economicamente depressa».
Ancora nel 2009, il film La strada, tratto dall’omonimo romanzo distopico di Cormac McCarthy, viene girato nelle sue strade per il loro aspetto apocalittico, ma anche per la campagna di promozione artistica fatta dal sindaco Fetterman a partire dal 2006.
Fetterman scelse di candidarsi a sindaco non solo per spirito altruistico, ma anche perché, banalmente, poteva permettersi di farlo: lo stipendio per la carica è di soli 150 dollari al mese.
Il padre lo ha finanziato con una “paghetta” di 54mila dollari all’anno grazie al suo alto tenore di vita come dirigente assicurativo in pensione.
Per i repubblicani questo dovrebbe essere sufficiente a demolirne l’immagine. Ciò però non corrisponde al vero: perché le sue azioni per rivitalizzare Braddock sono state efficaci: ha attirato un gruppo di residenti di Brooklyn che ha recuperato una chiesa abbandonata trasformandola in un centro artistico.
La cittadina è stata anche la protagonista di uno spot della Levi’s, che per questo ha contribuito alla ricostruzione di un centro civico e di un orto sociale per rifornire di verdura i suoi residenti.
Fetterman, rieletto nel 2009, 2013 e 2017, non ha avuto solo successi: non ha potuto impedire la chiusura a inizio 2010 dell’ospedale cittadino che dava lavoro a seicento persone.
Non ha mai avuto un rapporto sereno con un consiglio comunale a maggioranza afroamericana, che temeva di avere a che fare con un “salvatore bianco” che veniva a salvare la povera “comunità svantaggiata”.
In effetti Fetterman ha usato Braddock come un trampolino: prima per tentare di ottenere la vittoria alle primarie democratiche per il Senato nel 2016, poi nel 2018, candidandosi a vicegovernatore. In entrambi i casi, con un programma iperprogressista.
Un esempio tra i tanti: anche se il vicegovernatore ha pochissimi poteri, tra i quali quello di presiedere il Senato statale, ha anche la supervisione del Board of Pardons, un organismo che decide quali detenuti con pesanti pene detentive rilasciare per motivi umanitari o altro.
Sotto la sua direzione, sono state scarcerate 50 persone, cosa che ha fatto twittaare a Stephen Miller, uno degli advisor più fidati di Donald Trump, che Fetterman “«ha il feticcio di aiutare i criminali», anche per aver accorciato la pena di molte persone arrestate per crimini legati allo spaccio di marijuana.
Agenda progressista
Durante la campagna elettorale per il Senato però, Fetterman ha fatto capire di essere allineato ai progressisti in tutto e per tutto: vede con favore l’innalzamento del salario minimo federale dagli attuali 7 dollari e 25 a 15.
Crede che anche gli Stati Uniti possano adottare un modello di sanità universale sul modello canadese, pagato dalla fiscalità generale, superando il sistema basato sull’assicurazione individuale.
Pensa che la vendita di armi da fuoco vada seriamente limitata e i diritti abortivi protetti. L’unico elemento su cui diverge dai colleghi progressisti è il sostegno a Israele, che per Fetterman deve rimanere forte da parte statunitense.
Un po’ poco, per gli avversari repubblicani, i quali però, dopo la performance al dibattito contro Mehmet Oz, dove Fetterman ha avuto serie difficoltà a formulare frasi di senso compiuto, preferiscono puntare a criticare la sua incapacità, anche con attacchi sgradevoli.
Come ha notato il Philadelphia Inquirer, «gli attacchi repubblicani di fatto consistono nel colpire una persona disabile» che dal punto di vista cognitivo però non ha alcun problema.
L’azzardo di Fetterman è stato anche quello di attirare l’empatia degli spettatori, che però ha funzionato soltanto in parte.
Gli analisti però concordano che, ad aiutare Fetterman, potrebbe essere un ex presidente: non Barack Obama, bensì Donald Trump, che ha in programma di recarsi in Pennsylvania il 5 novembre. La sua presenza sarà sufficiente a mobilitare i democratici in favore di Fetterman?
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