Nuovo allarme dell’intelligence americana su una minaccia «specifica» da parte di una branca dello Stato islamico nemica dei Talebani. Le operazioni di evacuazione continuano ma non è chiaro quante persone saranno lasciate indietro. Chi resta rischia la fame, dice il Wfp
«C’è un rischio molto elevato di attacchi terroristici» contro le operazioni di evacuazione del Regno Unito, degli Stati Uniti e degli altri paesi stranieri. A preoccupare è lo Stato islamico del Khorasan, conosciuto come Isis-K, una branca dell’Isis attiva in Afghanistan e in Pakistan, in conflitto con i Talebani. Lo hanno riferito a Skynews e alla Cnn fonti britanniche di alto livello e della Difesa statunitense.
Una preoccupazione già emersa nel discorso del 24 agosto del presidente degli Stati Uniti Joe Biden che, confermando il rispetto del termine del 31 agosto, ha avvertito: «Sono preoccupato per i rischi crescenti, reali, che vanno considerati. Ogni giorno sul campo è un altro giorno in cui sappiamo che l’Isis-K sta cercando di prendere di mira l’aeroporto e attaccare le forze americane e alleate, civili innocenti». A causa delle minacce lo scorso 21 agosto infatti le ambasciate di Stati Uniti, Svizzera e Germania avevano lanciato un avviso di sicurezza, consigliando a chi doveva evacuare di non recarsi all’aeroporto senza istruzioni individuali.
Tra gli attacchi del gruppo terroristico si temono autobombe o attentati kamikaze, dicono le fonti.
La situazione all’aeroporto
All’aeroporto la situazione è molto delicata perché le forze straniere non hanno un controllo completo sulla sicurezza. Secondo quanto riporta la Cnn, le preoccupazioni sarebbero aumentate dopo che cento affiliati del gruppo terroristico sarebbero fuggiti da due carceri nei pressi di Kabul, mentre i Talebani avanzavano verso la capitale. Ma nessun leader talebano ha confermato la notizia alla Cnn.
Non è ancora chiaro quando termineranno le operazioni e quante persone non riusciranno a essere evacuate. Il portavoce del governo francese, Gabriel Attal, ha detto che la Francia potrebbe aver bisogno di anticipare di qualche ora o di qualche giorno la fine dell’intervento, senza fornire informazioni sul numero di persone ancora in attesa di essere evacuate.
L’Italia punta a terminare le operazioni entro il 27 agosto, ma dal ministero della Difesa ribadiscono che la scadenza rimane il 31 agosto. Mentre l’ambasciatore tedesco in Afghanistan ha scritto su Twitter di aver ricevuto garanzie da un negoziatore talebano sulla possibilità per i cittadini afghani di evacuare, anche oltre il termine, su voli commerciali se in possesso di documenti.
Posti di blocco
Nella conferenza stampa del 24 agosto, però, il portavoce dei Talebani, Zabihullah Mujahid, ha spiegato che «agli afghani non è più permesso» recarsi all’aeroporto, solo gli stranieri potranno evacuare. Ieri il giornalista di Al Jazeera Charles Stratford, che si trova a Kabul, ha riferito infatti di checkpoint dei Talebani a circa cinque chilometri dall’accesso nord dell’aeroporto, dove migliaia di afghani si sono affollati in questi giorni sperando di essere evacuati, e sul lato est della struttura.
«Non permettono a nessuno di passare, a meno che non si dimostri di essere in possesso di un visto degli Stati Uniti, di un passaporto statunitense o un invito da parte degli Usa o dei paesi Nato», ha raccontato il giornalista. «La situazione sta diventando sempre più tesa a Kabul», secondo Stratford.
Sulla questione il Pentagono ha commentato: «Ci sono i checkpoint dei Talebani e comunichiamo quotidianamente a loro chi vogliamo che entri e quali sono le credenziali».
Chi resta
Il Programma alimentare mondiale (World food programme, Wfp) lancia l’allarme: gli afghani rischiano la fame. Il Wfp chiede 200 milioni di dollari entro la fine dell’anno per poter continuare a operare in Afghanistan, anche sotto il controllo dei Talebani. L’insicurezza alimentare colpisce un terzo della popolazione, circa 14 milioni di persone, tra cui 2 milioni di bambini, che soffrono già di malnutrizione, ha detto il direttore esecutivo dell’agenzia, David Beasley. E il prezzo degli alimenti di base è aumentato.
Ma ci sono altre minacce per chi resta: la siccità e la pandemia. Le vaccinazioni anti Covid-19 sono calate dell’80 per cento, denuncia l’Unicef, con metà delle dosi consegnate al paese prossime alla scadenza. Durante la scorsa settimana sono state somministrate 30.500 dosi, contro le 134.600 persone vaccinate nella settimana precedente. L’economia è al collasso e, tra le varie sanzioni, la decisione della Banca mondiale di sospendere i finanziamenti per i progetti in Afghanistan. La notizia arriva giorni dopo la comunicazione di sospensione dei pagamenti da parte del Fondo monetario internazionale e il congelamento da parte dell’amministrazione Biden dei beni detenuti negli Stati Uniti dalla Banca centrale afghana. Le banche sono state riaperte ieri, per la prima volta dallo scorso 15 agosto. La banca della capitale ha iniziato a servire i clienti ma non emette grandi somme di denaro, a causa della mancanza di contanti della Banca centrale afghana.
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