I seggi hanno chiuso alle 20 e secondo le prime rilevazioni la coalizione di sinistra avrebbe ottenuto gli stessi voti della lista del presidente. Sconfitta della destra. Nella notte i risultati mentre il secondo turno si terrà domenica 19 giugno
I primi exit poll delle elezioni legislative francesi mostrano un testa a testa tra la lista del presidente Macron e la coalizione della sinistra. I due schieramenti sarebbero entrambi intorno al 25 per cento, con alcune rilevazioni che danno la sinistra leggermente in vantaggio.
Secondo le proiezioni, la lista di Macron dovrebbe comunque ottenere la maggioranza dei seggi al secondo turno della prossima settimana. È andata invece male la destra, sia quella delle Rn di Marine Le Pen ferma sotto il 20 per cento e il leader populista Eric Zenmour che non riesce ad accedere al secondo turno nella sua città, Saint-Tropez.
Questa mattina in Francia si è votato per le elezioni legislative con cui saranno rinnovati i 577 seggi dell’assemblea nazionale. Alle 17 avevano votato poco meno del 40 per cento degli aventi diritto. Secondo le proiezioni, queste dovrebbero essere le elezioni con la più alta astensione dal dopoguerra.
I contentendenti favoriti sono il presidente Emmanuel Macron, rieletto lo scorso aprile, e la sua lista, Ensemble (“Insieme”). Ma la posizione di Macron è insidiata da un’inedita alleanza di tutti i principali partiti della sinistra francese: La France Insoumise di Jean-Luc Melenchon (arrivato terzo alle presidenziali), il Partito socialista, i Verdi e il Partito comunista.
Le elezioni legislative in Francia si svolgono in due turni. Se in un singolo collegio nessun candidato ottiene il 50 per cento, si svolge un secondo turno tra i due candidati che hanno ottenuto più voti. La seconda tornata elettorale è prevista per domenica prossima, il 19 giugno.
Storicamente, le legislative francesi hanno una bassa affluenza e vedono trionfare il partito del presidente, eletto due mesi prima. Se la sinistra dovesse conquistare la maggioranza dei seggi all’Assemblea nazionale sarebbe il primo caso di “coabitazione” (cioè la presenza di presidente e maggioranza dei deputati appartenenti a partiti diversi) da 20 anni.
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