La 22enne ha sostenuto a più riprese le proteste dei contadini indiani che da mesi lottano contro tre nuove leggi governative che mirano a liberalizzare il mercato agricolo del paese
La polizia indiana ha arrestato l’attivista dei Fridays for Future, Disha Ravi, con l’accusa di sedizione e cospirazione. La 22enne ha sostenuto a più riprese le proteste dei contadini indiani che da mesi lottano contro tre nuove leggi governative che mirano a liberalizzare il mercato agricolo del paese ed è accusata nello specifico di avere condiviso con la fondatrice del movimento ecologista, Greta Thunberg, alcuni documenti che davano linee guide sui modi migliori per aiutare gli agricoltori nella loro lotta contro il governo. Il suo arresto ha scatenato forti proteste in tutto il paese. Il primo ministro di Nuova Dehli ha definito «un attacco alla democrazia» quanto accaduto.
Cosa sta succedendo in India?
Le proteste contro le tre leggi agricole proposte dal governo del premier, Narendra Modi, sono iniziate a novembre quando i contadini si sono radunati nella capitale Nuova Delhi bloccando le strade per manifestare il loro dissenso verso delle norme accusate di eliminare le tutele esistenti e gettare di fatto i contadini tra le braccia delle multinazionali senza strumenti di difesa.
Modi ha sempre difeso le leggi spiegando di volere rendere il sistema più efficiente e proponendo uno stop di 18 mesi alla loro implementazione per venire incontro alle richieste dei contadini. Ma la proposta è stata rifiutata. Le proteste sono culminate il 26 gennaio quando i contadini hanno assaltato il Forte rosso, monumento simbolo del paese.
Il ruolo dei Fridays
L’arresto di Ravi è solo l’ultima puntata dello scontro tra i Fridays e il governo indiano. Il 3 febbraio, Greta Thunberg aveva pubblicamente detto di sostenere le proteste dei contadini attirandosi le critiche degli ufficiali indiani che avevano chiesto «agli agenti esteri di astenersi dai commenti». Prima delle proteste, nel luglio dell’anno scorso, il governo indiano aveva oscurato il sito dell’organizzazione ecologista dopo che i suoi attivisti avevano bersagliato di mail di proteste il ministero dell’Ambiente per la sua inazione contro l’emergenza climatica.
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