«Eravamo nudi, con la pelle e il fiato a contatto. Era inverno ma le pareti e il suolo era come se sudassero per quanti eravamo. In una mano avevamo un pezzo di pane e nell’altra un pezzo di patata lessa. Quello era il nostro cibo» racconta Khaled che oggi ha una nuova vita a Roma
L’inferno delle carceri siriane: «Celle da 80 persone, non dormivamo per giorni»
13 gennaio 2025 • 07:00