Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha definito la decisione una «vittoria» per il paese. Il meccanismo giuridico è comunque abbastanza complesso e una decisione finale è attesa non prima di diversi anni
La Corte di giustizia internazionale delle Nazioni unite ha deciso di esaminare l’esposto presentato dall’Iran contro le sanzioni imposte dall’ex presidente americano, Donald Trump nel 2018. Il voto riguardava la possibilità o meno che l’organismo internazionale fosse titolato a intervenire sulla vicenda e la maggioranza dei giudici si è espressa a favore. Il ministro degli Esteri iraniano, Mohammad Javad Zarif, ha definito la decisione una «vittoria» per il paese. Il meccanismo giuridico è comunque abbastanza complesso e una decisione finale è attesa non prima di diversi anni.
Cosa è successo nel 2018?
Le sanzioni del 2018 sono state la diretta conseguenza dell’uscita degli Stati Uniti dal patto sul nucleare firmato nel 2015 dall’allora presidente americano, Barack Obama, l’Iran, Unione europea e diversi paesi tra cui Russia e Cina. Secondo l’ex presidente americano, Donald Trump, all’epoca dei fatti in carica, l’accordo non garantiva la sicurezza nazionale non ponendo i necessari limiti allo sviluppo del piano nucleare iraniano.
Le misure imposte nel 2018 hanno acuito le sofferenze economiche al paese guidato dal presidente, Hassan Rouhani che aveva inizialmente promesso ai suoi concittadini che l’accordo del 2015 avrebbe garantito una crescita economica.
Nel corso della pandemia, l’Iran ha anche accusato gli Stati Uniti di non avere permesso di acquistare le dosi del vaccino anti Covid. L’eredità delle sanzioni continua a pesare nei rapporti tra Stati Uniti e Iran: il presidente americano, Joe Biden, ha proposto al regime di Teheran di invertire il processo di espansione del programma nucleare in cambio della loro eliminazione. L’Iran ha ribaltato la richiesta chiedendo che le prime a essere rimosse siano le misure di Washington.
Le accuse a Trump
Nel frattempo in un incontro con il suo omologo iracheno, il ministro degli Esteri iraniano è tornato a chiedere che l’Interpol arresti Trump ritenuto responsabile dell’omicidio del generale della Guardia rivoluzionaria iraniano, Qasem Soleimani, uccio il 3 settembre mentre si trovava in Iraq. La morte del militare aveva fatto finire i due paesi sull’orlo di una guerra.
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