È un altro giorno di guerra in Ucraina. Kiev si è svegliata con il coprifuoco fino alle 8 di mattina. La Russia ha lanciato un attacco «in ogni direzione» e infatti le truppe oggi si concentrano anche su Charkiv. L’occidente intensifica le sanzioni, alcuni paesi inviano armi e l’Europa fa fronte al massiccio afflusso di ucraini in fuga. Intanto in Bielorussia, che ha fornito a Putin supporto logistico e politico, si tiene oggi un referendum che emenda la costituzione assicurando più potere ad Aleksander Lukashenko. 

Domani segue la giornata con un liveblog.


19 – Ci fermiamo con la diretta per preparare la pubblicazione delle analisi e degli approfondimenti della nuova edizione. Li trovate presto anche online, per andare più in profondità dopo questa cronaca della giornata.


17.50 – Per la prima volta l’Unione europea finanzia l’acquisto, e consegna, armi a un paese sotto attacco. L’annuncio di Ursula von der Leyen.


17.15 – Aiuti anche di carattere militare all’Ucraina sono predisposti dai paesi che compongono l’alleanza Nato. In una dichiarazione, gli alleati dicono di stare «intensificando il supporto politico e pratico all’Ucraina». Migliaia di «armi anti carro, centinaia di missili per la difesa aerea e migliaia di piccole armi e rifornimenti di munizioni» sono in spedizione verso l’Ucraina. «Forniamo anche aiuto finanziario, con milioni di euro per l’assistenza finanziaria, e umanitario, comprese forniture mediche per le forze ucraine».

Jens Stoltenberg, il segretario della Nato, spiega il supporto in funzione del «diritto all’autodifesa previsto dalla carta delle Nazioni Unite» e dice che «è un chiaro messaggio di pieno supporto all’Ucraina per la sua integrità territoriale e sovranità». Dal 2014 la Nato ha aiutato le forze armate ucraine ad addestrarsi e finanziarsi.


17.50 – Ursula von der Leyen parla della svolta dell’Ue: per la prima volta finanzia, come Unione, l’acquisto di armi.


17.10 – Riguardo ai colloqui che si terranno domani, Zelensky non si mostra fiducioso sulle intenzioni russe ma dice di fare un tentativo per salvaguardare l’integrità territoriale ucraina.


16.56 – Per la Casa Bianca le minacce nucleari lanciate da Putin sono «fabbricate ad arte».


16.40 – Da Palazzo Chigi due notizie, la prima di un colloquio telefonico Draghi-Berlusconi sulla crisi Ucraina. La seconda, importante perché indicativa delle posizioni che intende assumere il governo, riguarda un consiglio dei ministri convocato per domani pomeriggio. Da palazzo Chigi: «Il consiglio dei ministri si riunirà domani pomeriggio per adottare nuove disposizioni relative alla crisi ucraina. In particolare, si interverrà per garantire sostegno e assistenza al popolo ucraino attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell’Ucraina. Questa misura integrerà il contenuto del decreto legge già approvato lo scorso 25 febbraio. Una seconda norma introdurrà una procedura che consenta maggiore flessibilità nell’uso delle diverse sorgenti di energia elettrica del paese».


15.30 – La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, prima di entrare al Consiglio Ue con i suoi omologhi, comunica la posizione italiana: per la solidarietà, «che riteniamo da sempre in cima all’agenda». «L’Italia è tra i paesi, spero in tanti, che aderiranno ai principi di solidarietà, anche con redistribuzioni degli arrivi sui nostri territori». Il tema della redistribuzione era stato frenato anche dai paesi che ora sono di primo arrivo per gli ucraini, e c’è chi lo fa notare. Come il ministro dell'Interno svedese, Anders Ygeman: «Ci sono paesi che sono stati riluttanti al Patto migrazione e asilo e al meccanismo di solidarietà. Spero che questa triste situazione faccia in modo che si rendano conto dell'importanza di quei meccanismi di solidarietà». Dall’Italia, polemizza anche il leader della Lega Matteo Salvini, che in questi giorni ha predicato accoglienza per «i profughi veri». «Brutto dire che le cose sui profughi in Europa si muovono perché c'è una guerra. Adesso vediamo se qualcuno si sveglia al di fuori dei confini italiani», ha detto su rai3.


15.15 – Cosa sta facendo l’Europa? Come vi abbiamo raccontato questa mattina, sono previsti due vertici importanti. Sul versante delle sanzioni, la presidente della Commissione europea assieme agli alleati occidentali ha già preannunciato ieri sera nuove misure, che colpiranno anche Swift. L’Ue va verso la chiusura dei cieli, misura che già i singoli paesi stanno adottando uno dopo l’altro (hanno iniziato Polonia e paesi baltici, oggi si è mossa anche la Germania, e a ruota Italia, Francia, poi altri ancora). I ministri degli Interni Ue discuteranno della questione dell’esodo degli ucraini dalla guerra. E poi c’è una notizia importante, che arriva dall’alto rappresentante Ue Josep Borrell: la proposta di usare la “peace facility” anche per fornire materiale offensivo all’esercito ucraino. Anche questa svolta si accompagna a quella tedesca, che con il cancelliere Olaf Scholz tra ieri e oggi è passata dal blocco delle esportazioni di armi a Kiev all’invio, e al rafforzamento del proprio esercito.

15.05 – Aggiornamento sulla crisi umanitaria. Arrivi di ucraini in fuga dalla guerra, anche in Italia. Un pullman con profughi diretti da conoscenti nel nord Italia è arrivato oggi a Trieste. Per chi fugge dall’Ucraina, il consiglio che arriva dall’ambasciata Usa è di recarsi ai checkpoint con Slovacchia, Romania e Ungheria. «La situazione è critica ai posti di blocco verso la Polonia, e la Moldova, dove il tempo di attesa a volte è più di un giorno», scrive l'ambasciata su Twitter.


14.50 – L’Ucraina conferma il sì ai colloqui. Si terranno al confine ucraino-bielorusso.


14.36 – La pressione di Russia e Bielorussia aumenta, anche con l’uso di minacce nucleari. Putin ha appena ordinato l'allerta del sistema difensivo nucleare russo, mentre Lukashenko, che inserisce una «guerra nucleare» e «terza guerra mondiale» nei suoi discorsi, riforma oggi la costituzione bielorussa anche per eliminare la neutralità nucleare del paese. «Le sanzioni spingono la Russia verso la terza guerra mondiale», parole di oggi di Lukashenko.


14 – Anche la Francia e la Norvegia chiudono lo spazio aereo. Il Giappone aderisce alla dichiarazione dei leader di ieri e quindi alle nuove sanzioni previste.


13.45 – Mosca sostiene che l’Ucraina avrebbe accettato di negoziare a Gomel, in Bielorussia.


13.20 – Stando alla commissione elettorale bielorussa, il numero di votanti necessario perché il “referendum” di Lukashenko fosse valido è stato raggiunto: ha votato più della metà degli aventi diritto. Questo referendum per alterare la costituzione elimina anche l’articolo che garantiva la neutralità nucleare del paese sin dalla sua indipendenza nel 1991. Elimina qualsiasi forma di cooperazione con i paesi occidentali. Introduce l’impossibilità per i presidenti e gli ex presidenti di essere perseguiti per crimini o violazioni di legge avvenuti durante il loro mandato. Il nuovo testo costituzionale prevede l’introduzione di un limite di due mandati consecutivi: il potere viene in parte affidato a un nuovo organo, l’Assemblea Popolare Bielorussa, che potrebbe essere presieduto dal presidente uscente.


13.05 – Zelensky fa sapere di aver parlato al telefono con Lukashenko. Intanto dalla Bielorussia segnali belligeranti.


13 – Forti esplosioni a Kiev. Le truppe russe a Charkiv.


12.35 – Le agenzie Onu e i partner umanitari sospendono le operazioni in Ucraina a causa del deterioramento della situazione della sicurezza.


12.16 – Anche l’Italia chiude lo spazio aereo alla Russia.


12.10 – Il Papa per la pace. «La gente comune è la vera vittima, urgenti i corridoi umanitari».


12 – Ricatti e contromosse. Il Cremlino insiste nell’offerta, indigeribile per l’Ucraina, di negoziare in terra bielorussa. Ora è arrivato anche l’aut aut: la delegazione russa resterà fino alle 13 a Gomel, che è appunto in Bielorussia; un ultimatum sui colloqui. Ultimatum che Kiev respinge. E intanto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky denuncia la Russia al tribunale dell’Aja.


11.30 – Il cancelliere tedesco Olaf Scholz interviene al Bundestag. «Non accetteremo mai la violenza come strumento politico. Non ci fermeremo finché non sarà assicurata la pace in Europa».

«Dobbiamo fermare i guerrafondai come Putin. Ciò richiede la tua stessa forza. Vogliamo dotare l’esercito tedesco di attrezzature moderne e utilizzare più del 2 per cento della nostra produzione economica per questo scopo. Sì, vogliamo e garantiremo la nostra libertà e la nostra prosperità!».

«La guerra di Putin non deve aprire vecchie ferite. La riconciliazione tra Germania e Russia è un capitolo importante della storia. Siamo con l'Ucraina. E al fianco dei russi che con coraggio si battono per la pace, la libertà ei diritti umani»: sempre parole del cancelliere tedesco questa mattina.


11.15 – I dati di oggi. Sale il numero di rifugiati ucraini: l’agenzia Onu parla di 368mila persone fuggite dalla guerra.


11.10 – Agenda Ue. Oggi si tengono due incontri dei ministri dei paesi Ue, due vertici quindi del Consiglio dell’Ue. Il primo è un consiglio informale dei ministri degli Esteri, che si tiene in videoconferenza e inizia alle 18. Oggetto del vertice: «Discutere l’adozione di ulteriori misure in risposta all’aggressione militare russa». I ministri degli Esteri Ue hanno formalizzato finora già alcuni pacchetti di sanzioni, e il livello delle contromisure rimane aperto.

In presenza si tiene invece il consiglio Affari interni, gli arrivi sono previsti all’ora di pranzo e la conferenza stampa nel tardo pomeriggio (attorno alle 18). Questo vertice riguarda in particolare l’esodo di ucraini dalla guerra e la crisi umanitaria: in agenda «supporto umanitario all’Ucraina, accoglienza dei rifugiati, gestione dei confini e relative sfide alla sicurezza». E poi anche: «Misure riguardanti i visti, reazioni in caso di minacce ibride». I primi a discutere la crisi umanitaria in corso sono quindi i ministri dell’Interno.


10.40 – Blocco dei cieli. Ora è l’Unione europea a prepararsi a chiudere collettivamente il proprio spazio aereo ai voli russi. L’iniziativa era già stata presa a livello nazionale da molti paesi, anzitutto Polonia e paesi baltici, che più temono la politica aggressiva di Mosca. Blocco dei voli già deciso quindi sui cieli di molti paesi, come Bulgaria, Lettonia, Lituania, Polonia, Romania, Slovenia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Irlanda, e fuori dall’Ue anche dal Regno Unito. La Danimarca e il Belgio si sono accodati oggi. E ora si sblocca anche Berlino: il ministero dei Trasporti tedesco informa che «sostiene il blocco dello spazio aereo tedesco per gli aerei russi e ha ordinato che sia tutto preparato a tal fine». Lufthansa, la più grande compagnia aerea tedesca, ha annunciato che, a causa della situazione intorno all'Ucraina, interromperà i voli per la Russia e nel suo spazio aereo per sette giorni.


Un popolo in fuga

Il numero di persone in cerca di protezione, prevalentemente verso la confinante Polonia, è già salito a 200mila. Da quando la Russia ha aggredito l’Ucraina, oltre 150mila ucraini sono entrati in Polonia e più di 43mila in Romania. Altri fuggono in Ungheria e Moldavia.

Per sapere di più della crisi umanitaria leggi qui.


Le sanzioni occidentali

Ieri i leader occidentali hanno stilato una dichiarazione comune che prevede sanzioni ulteriori e colpisce in modo mirato anche il sistema di pagamento internazionale Swift.

Quali erano le sanzioni già avviate? Per approfondire leggi qui.


Il dialogo è ancora possibile?

Volodymyr Zelensky non chiude al dialogo ma non accetta la richiesta della Russia – molto simile a un bluff – di farlo in territorio bielorusso: per il presidente ucraino questa proposta è «propaganda». La Bielorussia è il luogo della presenza dei soldati russi, delle «esercitazioni» e dell’ingresso della Russia in Ucraina. 

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