Mai più. Non deve mai più accadere che le comunità ebraiche d’Europa siano lasciate sole davanti al mostro dell’antisemitismo. Fa rabbrividire la ricomparsa in Francia del simbolo della stella di Davide sulle porte di case o luoghi frequentati da ebrei così come le pietre d’inciampo bruciate a Roma. In Italia il rigurgito antisemita viene condannato da tutti i commentatori, di qualunque tendenza. Si muove anche la politica, colta non troppo di sorpresa da tale infido piano scivoloso. In molti si aspettavano ciò che sta accadendo. la premier Meloni aveva già parlato contro il rischio del ritorno alla mentalità dello scontro fra civiltà.
Elly Schlein invita a contrastare «con grande forza» ogni involuzione antisemita. C’è il timore che la situazione sfugga di mano e che le nostre società occidentali incappino nella trappola dell’antisemitismo diffuso, come sta già avvenendo negli Usa.
I gesti atroci del pregiudizio riportano alla memoria gli anni oscuri in cui le comunità ebraiche furono separate dalla collettività europea, per poi essere abbandonate alla distruzione, sprofondando nell’abisso della Shoah.
Fu il punto più basso mai raggiunto dal nostro continente, quando l’Europa ha rischiato di perdere definitivamente la sua anima. La stella gialla è impressa col fuoco sulla coscienza europea come il marchio della sua vergogna assoluta. Vederla di nuovo riapparire non è accettabile sotto nessun pretesto.
L’antisemitismo è una bestia feroce che stritolò milioni di ebrei e al quale noi europei accettammo di sottometterci. La memoria di quella tragedia è stata celebrata recentemente a Roma – alla presenza del presidente Sergio Mattarella – con la marcia del 16 ottobre, in ricordo di quando 80 anni fa la città abbandonò i suoi ebrei alla furia nazista.
La comunità di Sant’Egidio e la comunità ebraica celebrano assieme tale ricorrenza da quasi 30 anni per ricordare a tutti i cittadini romani che la lotta contro l’antisemitismo non può mai cessare.
Ciò che sta accadendo in Francia conferma tale saggia preveggenza: ricordare il genocidio di ieri è un modo per lottare contro la possibilità che accada di nuovo. Ogni forma – vecchia e nuova – di antisemitismo in Europa va stroncata sul nascere: si tratta di un imperativo morale per la società e di un compito precipuo delle autorità pubbliche.
Non possiamo tollerarlo e, se necessario, servono norme immediatamente applicabili per reprimere il fenomeno nel più breve tempo possibile. L’orrida stella gialla come simbolo di disprezzo, separazione e distruzione degli ebrei d’Europa, deve scomparire per sempre dalla nostra storia: ne va della sopravvivenza stessa dell’Europa come comunità politica e morale.
Non si venga a dire che ciò dipende dalla triste vicenda attuale della ripresa brutale del conflitto tra israeliani e palestinesi o delle scelte del governo di Israele.
Molti stati possono essere criticati per le loro politiche senza che ciò si trasformi in auspicio per la loro estinzione, che diventi un modo per bollare una religione e una (cosiddetta) “razza” o che i loro cittadini vengano minacciati di sterminio totale.
Chi vuole essere europeo deve rifiutare in radice tali comportamenti e tale mentalità, non importa da dove discenda, a quale religione appartenga o a quale ideologia si ispiri. Non si tratta di un’opzione o di una posizione politica: il ripudio totale dell’antisemitismo fa parte dei cromosomi dell’essere europei.
Non lo si è o non lo si diventa se si rifiuta tale verità. Nulla di geopolitico può cambiare tale dato e ogni tipo di ragionamento volto ad attenuarlo è da respingere radicalmente.
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