La prima entità federale era stata Città del Messico nel 2007. La nuova sentenza sancisce che «il sistema legale che penalizza l'aborto nel Codice Penale Federale è incostituzionale, poiché viola i diritti umani delle donne e delle persone con capacità di gestazione»
«Oggi è un giorno di vittoria e giustizia per le donne messicane!», ha scritto su X (già Twitter) l’Istituto nazionale messicano per le donne. La Corte Suprema del Messico ha depenalizzato l’aborto in tutto il paese conservatore latinoamericano.
La Corte ha reso noto sui social media «che il sistema legale che penalizza l'aborto nel Codice Penale Federale è incostituzionale, poiché viola i diritti umani delle donne e delle persone con capacità di gestazione».
La sentenza fa seguito a un’analoga decisione di due anni fa, secondo la quale l’aborto non è un reato. Quella dichiarazione si riferiva a un ricorso costituzionale contro il codice penale dello stato settentrionale di Coahuila, che ha aperto la strada alle donne di tutto il paese a maggioranza cattolica per accedere alla procedura senza timore di essere perseguite. Gire, un’organizzazione per i diritti riproduttivi con sede a Città del Messico, sulla base della sentenza sull’incostituzionalità del reato di aborto nel codice penale di Coahuila, ha presentato un ricorso contro il Congresso dell’Unione e l’Esecutivo Federale per aver emesso una norma che criminalizza l’aborto, e ha vinto.
La motivazione
«In caso di stupro, nessuna ragazza può essere costretta a diventare madre, né dallo Stato, né dai suoi genitori, né dai suoi tutori», ha affermato il capo della Corte suprema Arturo Zaldívar.
Città del Messico è stata la prima entità federativa del paese a depenalizzare l’aborto nel 2007, e una dozzina di altre hanno seguito l’esempio. Ma oltre alla mancanza di strutture per eseguire la procedura, «molte donne non sanno di avere questo diritto perché i governi locali non hanno condotto campagne pubblicitarie al riguardo», ha detto all'agenzia di stampa Afp Sara Lovera, attivista per i diritti delle donne. «Ecco perché la decisione odierna della Corte Suprema è importante».
La Corte, si legge, ha ritenuto che la criminalizzazione dell’aborto costituisca un atto di violenza e discriminazione basata sul genere, poiché perpetua lo stereotipo secondo cui le donne e le persone incinte possono esercitare liberamente la propria sessualità solo per procreare, e rafforza il ruolo di genere che vede nella maternità il fine obbligatorio. La sentenza interviene anche per il personale sanitario: è incostituzionale anche la norma che impone la sospensione dell’esercizio della professione al personale medico, alle levatrici e alle ostetriche che praticano un aborto o prestano assistenza.
La chiesa e gli Stati Uniti
La nuova sentenza, si legge sulla Bbc, probabilmente farà arrabbiare i politici più conservatori del Messico e la c hiesa cattolica, in quella che è la seconda nazione cattolica più grande dell'America Latina. Tuttavia, l’influenza della chiesa è andata diminuendo negli ultimi anni e il governo del paese si considera fermamente laico. L’America Latina ha visto una tendenza all’allentamento delle restrizioni sull’aborto che è stata definita «onda verde». Adesso è legale in Colombia, Cuba, Uruguay e Argentina, anche se il favorito nella campagna per le elezioni presidenziali argentine di ottobre, Javier Milei, vuole vietare la procedura. Alcuni paesi consentono l’aborto in circostanze particolari, come possono essere stupro o rischi per la salute, mentre in El Salvador, Honduras, Nicaragua, Haiti e Repubblica Dominicana c’è ancora il divieto assoluto.
Le riforme in atto, ha notato la stampa internazionale, stridono con la situazione negli Stati Uniti, dove una sentenza della Corte Suprema lo scorso anno ha annullato la storica decisione Roe v. Wade del 1973 che garantiva il diritto all’aborto a livello nazionale.
La battaglia non è finita. La senatrice femminista messicana Olga Sanchez Cordero, ex presidente del Senato e giudice della Corte suprema, ha spiegato su X che la decisione implicherà diverse cose: il congresso dovrà legiferare in materia e le donne perseguite o condannate dovranno essere assolte. Circa 20 stati messicani continuano a criminalizzare l’aborto. Gli attivisti dovranno combattere per la legalizzazione stato per stato, anche se la decisione di mercoledì dovrebbe renderlo più semplice.
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