La polizia di Mosca ha arrestato migliaia di manifestanti scesi in piazza per protestare contro l'arresto dell'oppositore politico Alexej Navalny. Fermata anche la moglie del politico che è stata rilasciata soltanto qualche ora dopo
Migliaia di persone si sono radunate a Mosca per chiedere l’immediato rilascio dell’oppositore politico Aleksej Navalny, arrestato al suo arrivo dalla Germania e incarcerato fino al prossimo 15 febbraio.
Le manifestazioni hanno interessato anche altre città del paese e secondo la ong Ovd-info sono state arrestate oltre mille persone. La polizia in assetto antisommossa ha disperso immediatamente la folla cercando anche di far rispettare il distanziamento. Secondo fonti citate dal Moscow Times, i dimostranti si sono diretti verso il carcere in cui è detenuto Navalny, Matrosskaya Tishina. La moglie del politico, Yulia Navalnaya, anche lei presente alla manifestazione, è stata fermata e rilasciata dopo poche ore.
Nei giorni scorsi, il team investigativo di Navalny ha pubblicato una lunga e dettagliata inchiesta che ripercorre l’ascesa politica di Vladimir Putin tra presunte tangenti e rapporti clientelari. L’inchiesta porta alla luce anche foto le inedite e le planimetrie del palazzo (dal valore miliardario) costruito sulle rive del Mar Nero, presunta reggia lussuosa dell’attuale presidente russo.
A conclusione del lavoro, Navalny ha anche rivolto un’appello ai russi fomentando le proteste: «Tutto quello che dobbiamo fare è smettere di resistere. Smetti di aspettare. Smettila di sprecare la tua vita e le tue tasse per arricchire queste persone. Il nostro futuro è nelle nostre mani. Non essere silenzioso».
L’incarcerazione di Navalny
Navalny si trovava in Germania dove era in convalescenza dopo il presunto avvelenamento subito in agosto. Tre mesi dopo aver lasciato l'ospedale Charité di Berlino, in un'intervista a El Paìs, ha dichiarato: «Non ho dubbi sul fatto che Putin abbia ordinato di avvelenarmi».
A inizio gennaio ha annunciato il suo rientro in Russia nonostante le minacce di arresto da parte delle autorità russe che lo accusano di non essersi presentato davanti al giudice in merito alle indagini che lo vedono imputato di essersi appropriato dei fondi del suo partito.
Il 21 gennaio il Parlamento Europeo ha approvato una risoluzione per domandare l’immediato rilascio di Navalny, imponendo anche sanzioni economiche alla Russia. Il testo parlamentare chiede anche di interrompere i lavori per la costruzione del gasdotto Nord Stream 2 che trasporterà il gas naturale russo in Europa attraverso la Germania.
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