La Azov Concord ha lasciato il porto di Mariupol dopo le trattative tra turchi e russi per sbloccare il grano e far partire le navi mercantili ferme nei porti ucraini
Una nave turca ha lasciato il porto di Mariupol, sotto il controllo russo, dopo che questa mattina delegazioni rappresentanti di Turchia e Russia hanno tenuto dei colloqui a Mosca per sbloccare il grano fermo nei porti ucraini.
«Solo poche ore dopo la fine del lungo incontro, la nave mercantile turca (Azov Concord), che attendeva da giorni, ha lasciato il porto ucraino», si legge in un comunicato del ministero della Difesa turco. Si tratta della «prima nave straniera di lasciare il porto ucraino di Mariupol», attualmente sotto il controllo delle milizie separatiste di Donetsk e delle truppe dell’esercito russo.
Tuttavia non è chiaro se la nave mercantile Azov Concord, battente bandiera maltese, trasporti un carico di grano.
Le trattative sul grano
Da settimane il presidente turco Recep Tayyip Erdogan sta portando avanti delle trattative con la controparte russa sotto la supervisione delle Nazioni unite per far arrivare nei paesi bisognosi le 20 milioni di tonnellate di grano ucraino ferme per via della guerra.
I silos sono bloccati nei porti e non possono lasciare il paese per via delle mine. Ucraini e russi si accusano a vicenda di aver piazzato gli ordigni. Per Kiev ci vogliono circa sei mesi per lo sminamento, mentre da Ankara sono convinti che i tempi si possono accorciare a cinque settimane.
Lo scorso 8 giugno il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, è andato in visita in Turchia per discutere con il suo omologo della questione e ha ribadito la collaborazione russa nel creare un “corridoio alimentare” sicuro a patto che i paesi occidentali revochino le sanzioni contro Mosca. Gli ucraini, però, non si fidano e temono che i russi possano approfittare della situazione per attaccare le città costiere con le navi militari.
Oggi in Russia sono continuati i colloqui. Le due delegazioni, quella turca e quella russa, «hanno discusso gli approcci per garantire una navigazione sicura nel Mar Nero, nonché l’esportazione di grano dai porti ucraini e l’uscita sicura delle navi commerciali turche», si legge nel comunicato rilasciato da Ankara.
Le altre opzioni
Nel frattempo l’Unione europea e gli Stati Uniti stanno valutando altre soluzioni per far uscire il grano dall’Ucraina. Il presidente americano, Joe Biden, ha proposto di creare dei silos temporanei negli stati alleati confinanti con l’Ucraina dove portare il grano trasportato tramite le ferrovie ancora funzionanti nel paese prima di consegnarlo al resto del mondo.
Il presidente degli Stati Uniti ha detto anche che il grano «non può uscire attraverso il Mar Nero perché verrà spazzato via dall’acqua», bocciando il piano a cui stanno lavorando la Turchia di Erdogan. Ma il piano di Biden è una soluzione di lungo periodo che richiede molto tempo. Intanto il tempo continua a scorrere e milioni tonnellate di grano rischiano di marcire, mentre in Africa e medioriente diversi stati ne hanno disperato bisogno.
L’andamento della guerra
Nel Donbass i russi continuano a fare lente ma progressive conquiste. In altre regioni l’esercito ucraino sta organizzando diverse controffensive. Come già accaduto negli ultimi quattro mesi, la guerra arriva fino in Russia. Diversi sono stati gli attacchi a depositi di munizioni situati in territorio russo lungo il confine ucraino. Nella mattinata una delle più grandi raffinerie petrolifere russe, situata nella regione di Rostov, è stata colpita da due droni che hanno provocato un incendio. Secondo Ria Novosti ci sono stati danni ma le fiamme sono state spente.
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