La pandemia ha smascherato classi dirigenti incompetenti e una ideologia che appartiene alla Guerra fredda e che doveva essere abbandonata negli anni Novanta, dice lo scrittore Pakkaj Mishra
- Per lo scrittore Pankaj Mishra la pandemia sarà vista come ciò che ha accelerato un processo già profondamente avanzato: il declino dell’egemonia ideologica e intellettuale occidentale.
- Dagli Stati Uniti all’India l’incapacità di far fronte alla pandemia è stata parte di un più ampio e continuo fallimento del sistema politico, della burocrazia, delle amministrazioni nel rispondere a una simile emergenza.
- L’Occidente è davvero un’invenzione della Guerra fredda e la si sarebbe dovuta smettere di usare molto tempo fa, negli anni Novanta. Ma con la sua disgregazione intellettuale forse avremo più opportunità di pensare in modo più razionale e chiaro su molte di queste questioni.
Pankaj Mishra è uno scrittore e vive a Londra. Questa intervista è parte di una serie realizzata da The New Institute di Amburgo.
Immaginiamo di essere nel 2050. Guardando gli anni passati qual è il verdetto della storia su questi mesi di pandemia?
Penso che la pandemia sarà vista come ciò che ha accelerato un processo già profondamente avanzato: il declino dell’egemonia ideologica e intellettuale occidentale. Il declino materiale è iniziato molto tempo fa, ma l’egemonia era ancora intatta negli anni del declino. È giunto il momento di smettere di parlare dell’occidente come entità coesa e coerente a questo punto. L’occidente è davvero un’invenzione della Guerra fredda e la si sarebbe dovuta smettere di usare molto tempo fa, negli anni Novanta.
Qual è questo concetto di occidente di cui parli?
Gli Stati Uniti offrivano il muscolo economico. E la Gran Bretagna aiutava con la potenza di fuoco ideologica e intellettuale. E le classi dirigenti di tutto il mondo consideravano questi due paesi essenzialmente come modelli di governo illuminato. Ma questi governi e queste classi dirigenti sono incredibilmente incompetenti, come abbiamo potuto constatare ancora una volta con il Covid-19.
Sono stati incompetenti per molto tempo, ma in passato le conseguenze dei loro abbagli sono state sostenute da popoli remoti, in Vietnam come in Iraq, in Palestina o in Kashmir.
L’idea dell’occidente è sempre stata collegata agli ideali dell’illuminismo.
L’idea che l’occidente sia un erede dell’illuminismo o che l’occidente sia una sorta di custode dei valori liberali può essere fatta risalire alla Guerra fredda quando c’è stata questa necessità di creare un pedigree intellettuale per il mondo libero.
Tendiamo a dimenticare che l’illuminismo è stato messo in discussione ampiamente prima della Guerra fredda, anche prima della Seconda guerra mondiale. Furono due famosi tedeschi a istituzionalizzare il processo all’illuminismo: Adorno e Horkheimer.
E gli attuali momenti di crisi?
La pandemia, le proteste di Black Lives Matter, l’elezione di Donald Trump hanno rivelato tutte le debolezze e le fragilità del sistema politico: è molto difficile tornare alla vecchia costruzione ideologica dell’occidente e rimetterla insieme. Tutte queste costruzioni si basano sulle persone che ci credono. C’è una perdita di credibilità e legittimità.
Ha esplorato le contraddizioni e le delusioni dell’occidente nel suo libro From the Ruins of Empire (Dalle rovine dell’Impero). Quali sono le radici coloniali dell’attuale concetto di globalizzazione?
Se prestassimo maggiore attenzione ai pensatori anticoloniali del diciannovesimo e ventesimo secolo, si chiarirebbe che ciò di cui stanno veramente parlando è un processo di appropriazione, di conquista, di espropriazione.
Si meravigliano anche dell’apparato ideologico che cresce attorno a questi atti di violenza, cercando di giustificare quegli atti, usando la ragione per descrivere una gran parte della popolazione come irrazionale, proprio come i bambini nell’incapacità di governarsi: hanno essenzialmente bisogno di essere guidati dai bianchi.
Un’intera ideologia del progresso, dell’illuminismo, viene usata per giustificare l’imperialismo.
E questo è cambiato non da ultimo con il Covid?
Molte più persone sono in grado di separare la realtà dalla retorica. Com’è possibile che una persona di colore venga uccisa nel modo in cui è stato ucciso George Floyd? Non credo che rileggere l’illuminismo o la nobiltà dei padri fondatori servirà a molto. L’intera menzogna narrativa è crollata e sarà molto difficile ripararla e ripristinare l’egemonia intellettuale e ideologica anglo-americana.
Può spiegare il fallimento dell’India nella pandemia?
Come negli Stati Uniti, l’incapacità di far fronte alla pandemia è stata parte di un più ampio e continuo fallimento del sistema politico, della burocrazia, delle amministrazioni nel rispondere a una simile emergenza. Come negli Stati Uniti, i sistemi sanitari pubblici non erano all’altezza.
L’India è stata vista come un esempio di un’economia di libero mercato di successo che sta finalmente conquistando il proprio posto tra le grandi nazioni del mondo con le sue riforme del libero mercato e con le sue privatizzazioni delle utenze e dei servizi. Tutto ciò si è dimostrato completamente falso.
L’India credeva a quello che sentiva dire di sé?
Il bluff dell’India come una grande storia di successo capitalista è stato chiamato in molti modi. Tanti di noi han sempre saputo che era un bluff, ma la pandemia l’ha davvero smascherato.
Certamente, un altro dato di fatto è che l’India ha un partito di governo del tutto incompetente e un primo ministro che ha imposto un lockdown con solo quattro ore di preavviso. E poi c’è stato lo spettacolo davvero raccapricciante di oltre cento milioni di lavoratori migranti completamente intrappolati. Non sapevano dove andare. Questa è davvero per molti versi la fine della storia dell’India.
Ha vinto la Cina?
Non c’è mai stata una vera e propria gara tra India e Cina. Anche l’immagine della gara è stata una creazione della propaganda anglo-americana. Si è investito molto nell’idea che l’India facesse da contrappeso alla Cina e nell’idea che la democrazia indiana possa ancora essere nostra alleata. Molte di queste nozioni si basavano sulla fantasia.
L’India può essere un attore internazionale solo se è economicamente forte. E non è economicamente forte. Non è militarmente forte. Non è nemmeno diplomaticamente forte.
Non è nemmeno in grado di mantenere rapporti stretti con i suoi vicini.
Il Covid ha rivelato un difetto nella proiezione delle strutture di potere geopolitico del ventunesimo secolo?
Dobbiamo esaminare molte di queste nozioni pre-coronavirus. Nozioni che chi lavora nelle relazioni internazionali o nell’opinione pubblica tradizionale o nel giornalismo hanno usato meccanicamente senza mai pensarci. È una testimonianza dello straordinario successo di concetti di idee cresciuti a Londra e a New York e diffusi attraverso media e think tank molto influenti nel resto del mondo. C’è pochissimo pensiero indipendente su molti di questi problemi. Forse ora, con la disgregazione intellettuale dell’Occidente, avremo più opportunità di pensare in modo più razionale e chiaro su molte di queste questioni.
Un’ultima domanda. Può completare questa frase: per me il problema della pandemia è personale perché...
…colpisce tre paesi a cui sono intimamente legato; e tutti e tre i paesi si sono comportati in modo disastroso nell’affrontare la pandemia, che si tratti di India, Gran Bretagna o Stati Uniti.
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