Nelle circa 950 pagine desecretate da un tribunale statunitense sulle deposizioni riguardanti il processo della compagna-complice del finanziere newyorchese a capo di un giro di sfruttamento della prostituzione minorile, pur essendoci diversi nomi noti, in pochissimi casi ci sono accuse ben precise nei confronti di chi viene citato, compresi gli ex presidenti Bill Clinton e Donald Trump. Vengono così deluse le attese di quei commentatori estremisti che speravano di inchiodare loro avversari politici a Epstein
Per anni si è favoleggiato quali nomi di famosi personaggi pubblici, politici, imprenditori o accademici ci fossero negli interrogatori relativi al processo intentato da Virginia Giuffre nei confronti di Ghislaine Maxwell, ex compagna e collaboratrice del finanziere americano Jeffrey Epstein, noto per essere stato a capo di un giro di sfruttamento sessuale di ragazze minorenni con cui conquistare il favore di uomini molto potenti nei primi quindici anni del ventunesimo secolo e morto suicida nel 2019 in circostanze misteriose durante la sua detenzione.
Alcuni siti di estrema destra affermavano che stava per emergere una presunta “lista segreta” di clienti di questo sistema che utilizzava sia un’isola privata, sia dei voli ad alta quota per evitare che gli associati del magnate potessero essere perseguibili all’interno di una giurisdizione statale. Non troppo sorprendentemente, la decisione di un tribunale di desecretare oltre 950 pagine di verbali non ha portato a novità sconvolgenti. Anche se le persone nominate, pur essendo altisonanti, spesso non vengono accusate di crimini specifici né nella deposizione di Giuffre né in quella di un’altra testimone di nome Johanna Sjoberg. A queste due persone esplicitamente nominate, si aggiungono anche “Jane Doe 3” e “Jane Doe 4”, due persone vittime di Epstein che hanno chiesto l’anonimato.
Analizziamo quindi questi nominativi, a cominciare dal principe Andrew, membro della famiglia reale britannica, citato 76 volte e accusato di avere fatto sesso con una minore per ben tre volte e in tre location diverse: nella casa londinese di Maxwell, in Florida e nell’isola privata di Epstein nelle Isole Vergini americane.
Dal 2019 il membro di Casa Windsor è stato rimosso dagli impegni pubblici legati alla Corona del Regno Unito e forse è finora quello che, oltre a Epstein e Maxwell, ha dovuto pagare un prezzo più alto al suo coinvolgimento nella vicenda. Poi ci sono due presidenti americani. In primis c’è Bill Clinton e la presenza dell’ex presidente dem, già noto per la sua amicizia personale con Epstein del quale in passato aveva lodato le attività filantropiche, pur apparendo decine di volte, viene solo citato da una testimone indirettamente, riferendo una frase dello stesso magnate che dice: «A Clinton le ragazze piacevano giovani». Elemento sufficiente per il conservatore “New York Post” per guadagnarsi un titolo in prima pagina. Non emerge però alcun sospetto né testimonianza diretta e l’ex inquilino della Casa Bianca si è finora rifiutato di testimoniare.
Così come non c’è nulla di che nemmeno nei confronti di Donald Trump, citato quattro volte per domande degli inquirenti sui presunti ricevitori di “massaggi” di natura sessuale, su cui certi commentatori social vicini ai progressisti amavano alludere, dato che, in un’intervista del 2002, il futuro presidente aveva definito Epstein «molto simpatico e piacevole».
Il politico che invece viene tirato in ballo in modo più diretto è l’ex governatore dem del New Mexico Bill Richardson, in carica dal 2003 al 2011 e nominato nove volte. Secondo una delle deposizioni di Giuffre, sarebbe stato uno di quegli uomini potenti che hanno usufruito dei massaggi erotici e che Maxwell l’avrebbe spinta a praticargliene almeno uno. Purtroppo, Richardson, che già nel 2019 aveva smentito qualsiasi coinvolgimento, è morto lo scorso settembre 2023 e non può dire la sua.
Fuori dalla politica, ma in un’area contigua, c’è invece Alan Dershowitz che colleziona ben 137 citazioni e viene accusato da una delle due testimoni anonime che lo stesso Epstein l’avrebbe forzata ad aver rapporti sessuali con lui da minorenne in numerose occasioni. Dershowitz, classe 1938, docente ad Harvard e già parte del team legale difensivo di Epstein (già nel 2006 lo ha salvato da diversi processi), è noto per essere stato anche ingaggiato dall’ex giocatore di football O.J. Simpson nel 1995, accusato dell’omicidio della moglie e poi assolto, ma anche del produttore cinematografico Harvey Weinstein, a partire dal 2018 accusato di numerosi episodi di molestie sessuali e di Donald Trump durante il suo primo processo d’impeachment a cavallo tra 2019 e 2020.
Altre persone pubbliche citate sono Tom Pritzker, a capo della catena di hotel Hyatt e fratello dell’ex segretaria al commercio dell’amministrazione Obama Penny Pritzker, che viene citato in una deposizione di Giuffre come cliente del giro di Epstein, ma anche la popstar defunta Michael Jackson, presente in una delle residenze ma senza essere accusato di nulla. Altri nomi che invece sono stati chiesti dagli inquirenti, senza aver avuto prova nemmeno della loro presenza sono quelli del regista George Lucas, dell’attore Kevin Spacey, dell’ex supermodella Naomi Campbell e persino dell’ex vicepresidente Al Gore, che risultano quindi totalmente estranei alle inchieste.
In tutta questa lunga lista di nomi – a cui si dovranno sommare quelli contenuti in altre deposizioni legate ad altre due testimoni anonime al processo, anche loro minori all’epoca dei fatti – se ne dovranno aggiungere ancora altri entro la prossima udienza del processo a Ghislaine Maxwell, finora condannata a vent’anni per sfruttamento della prostituzione minorile, prevista per il 22 gennaio.
Al momento però c’è ben poco che già non si sapesse e che i diretti interessati avessero negato senza che venissero portate altre prove incriminanti nei loro confronti. Quindi i commentatori partigiani della rete, ansiosi di inchiodare a Epstein Bill Clinton o Donald Trump, dovranno ancora aspettare in attesa di altre “prove” che potrebbero anche non apparire mai.
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