La decisione del comitato organizzatore su richiesta del governo, preoccupato dall’emergenza contagi da Covid-19. Il presidente del Cio, Bach: «È un grande sacrificio per tutti, ma bisogna rispettare il principio di sicurezza». Circa un milione i biglietti venduti all’estero fino a oggi: da capire adesso come rimborsarli
Ai Giochi olimpici di Tokyo 2020, rinviati all’estate 2021 a causa del Covid-19, non ci saranno spettatori stranieri. La decisione è arrivata stamattina, al termine di una riunione tra i membri del comitato organizzatore delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi di Tokyo al quale ha preso parte il Cio, che non ha potuto fare altro che prender atto della scelta. «Sappiamo che questo è un grande sacrificio per tutti. Ma il primo principio è la sicurezza. Ogni decisione deve prima rispettare il principio di sicurezza», ha detto il presidente del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach.
Il tema spettatori era sul tavolo dell’organizzazione delle Olimpiadi da diversi mesi. Da tempo, infatti, ci si aspettava una decisione in questa direzione, visto che la curva epidemiologica in tutto il mondo non accenna a flettersi. Il divieto di ingresso per il pubblico straniero era stato chiesto alcune settimane fa dal governo giapponese ed è stato concesso oggi, a circa quattro mesi dal via dei Giochi olimpici.
Fino a oggi, il Giappone ha registrato circa 8.800 decessi per il Covid-19. Secondo gli organizzatori, il rischio era troppo grande per far entrare nel paese i possessori di biglietti dall'estero, idea fortemente contestata dal pubblico giapponese. «Al fine di dare chiarezza ai titolari di biglietti che vivono all'estero e per consentire loro di adattare i loro piani di viaggio in questa fase, si è arrivati alla conclusione che non potranno entrare in Giappone nel corso dei Giochi Olimpici e Paralimpici», si legge dunque in una nota del comitato organizzatore.
«Potremmo aspettare fino all'ultimo momento per prendere decisioni, tranne che per quanto riguarda gli spettatori», ha detto Seiko Hashimoto, presidente del comitato organizzatore. «Devono assicurarsi alloggi e voli. Quindi dobbiamo decidere in anticipo altrimenti causeremo molti disagi da parte loro. So che questo è un problema molto difficile».
I rimborsi
A oggi, sono circa un milione i biglietti per Tokyo 2020 venduti al di fuori del Giappone. Gli organizzatori hanno promesso rimborsi ma resta ancora da capire con quali modalità. I rivenditori autorizzati addebitano commissioni fino al 20 per cento in più rispetto al prezzo del biglietto. E non è chiaro se le commissioni verranno rimborsate.
L'onere finanziario della vendita dei biglietti persi ricade sul Giappone. Si era previsto da parte del comitato organizzatore locale un introito di 800 milioni di dollari dalla vendita dei biglietti, la terza fonte di reddito più alta nel budget delle finanze private. Eventuali carenze di bilancio dovranno essere ora compensate dagli enti governativi giapponesi.
Nel complesso, il Giappone ha speso ufficialmente 15,4 miliardi di dollari per organizzare le Olimpiadi. Diversi audit governativi affermano che il costo effettivo potrebbe essere il doppio. Sono circa 4,45 milioni i biglietti venduti ai residenti in Giappone. Gli organizzatori dovrebbero annunciare il mese prossimo la capacità delle sedi olimpiche per svolgere le gare, che saranno riempite dai residenti locali.
La torcia olimpica inizia il suo viaggio
Nel frattempo, giovedì 25 marzo ci sarà l’inaugurazione della staffetta della torcia olimpica, che partirà dalla prefettura di Fukushima, nel nord-est del Giappone. La fiaccola sarà in viaggio per 121 giorni, fino al 23 luglio quando al National Stadium di Tokyo è in programma la cerimonia di apertura dei Giochi olimpici. Saranno in totale 10mila i corridori che permetteranno alla torcia olimpica di attraversare il paese.
Le Olimpiadi e le Paralimpiadi di Tokyo coinvolgeranno 15.400 atleti, che verranno sottoposti al tampone per il Covid-19 prima di lasciare il proprio Paese e poi all’arrivo in terra giapponese. L’obiettivo dell’organizzazione è quello di creare una “bolla” di sicurezza all’interno del villaggio degli atleti, lungo la baia di Tokyo. All’interno, le persone verranno testate frequentemente. Gli atleti non dovranno essere vaccinati per entrare in Giappone, ma molti lo saranno.
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