Le proteste contro il regime scatenate dalla convergenza fra crisi economica e sanitaria sono forse le più dure dai tempi della rivoluzione del 1959. I prossimi giorni chiariranno se si tratta dell’ennesimo falso allarme nell’inamovibile regime fondato da Fidel Castro, o qualcosa di davvero nuovo che avrà conseguenze durature
- Il regime pare prendere sul serio la rivolta iniziata domenica nella cittadina di San Antonio de los Baños. Il presidente Miguel Dìaz-Canel ha chiamato i «veri rivoluzionari» e i «patrioti» a scendere in piazza per contrastare la protesta.
- In alcune città testimoni hanno parlato di forze dell’ordine “paralizzate” davanti alla sorpresa, mentre in altre hanno reagito con durezza. All’Avana le proteste sono durate per cinque ore a partire delle tre del pomeriggio, con un tentativo di alcuni manifestanti di arrivare nella Plaza de la Revoluciòn, il luogo più sacro del castrismo.
- La pandemia ha azzerato il turismo straniero, la principale fonte di valuta pregiata per l’isola. Lo scorso anno il Pil ha subito una contrazione del 10,9 per cento, e finora quest’anno ha perso un ulteriore 2 per cento.