- L’invasione dell’Ucraina rischia di ridurre la capacità della Russia di diventare una minaccia per l’Europa. L’ironia più amara è che le più grandi vittime della guerra saranno sicuramente gli ucraini che gli Stati Uniti dicevano di voler aiutare.
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- Questo articolo è stato pubblicato sulla testata online Persuasion ed è parte di una discussione sul conflitto tra Russia e Ucraina e sul ruolo che dovrebbero giocare gli Stati Uniti. Qui la seconda parte.
Gli americani hanno combattuto diverse guerre negli ultimi trent’anni. Abbiamo mandato soldati in posti lontani di cui non avevamo mai sentito parlare per ragioni che di solito non ci erano chiare. Tanti non sono mai tornati indietro. Possiamo essere scusati per aver creduto di sapere cosa significa combattere una guerra.
Ma in realtà non lo sappiamo. Le nostre guerre sono vicende lontane che sono state combattute da un ristretto gruppo di soldati volontari e non hanno avuto conseguenze sulla maggior parte degli americani. La nostra esperienza di guerra non ha confronti, per dire, con l’esperienza dell’Afghanistan: lì ogni cittadino ha pagato un prezzo enorme e ha sofferto gravi perdite. Guerre del genere possono distruggere il tessuto di una società. Per l’americano comune la guerra è diventata un’astrazione, una farsa in tv, un dibattito politico tra esperti di politica estera.
Il costo della guerra
Con l’invasione dell’Ucraina è iniziata una guerra inedita. Gli Stati Uniti potrebbero anche decidere di non inviare soldati a combattere sul campo, ma il costo del conflitto potrebbe essere di gran lunga superiore per il popolo americano rispetto al passato.
Perché? Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte dei russi gli americani potrebbero rispondere, oltre che con dure sanzioni economiche, anche con un rinforzo del presidio sul confine orientale della Nato, la spedizione di armi in Ucraina e, se necessario, il sostegno a un’azione militare nel paese. Se accadrà, ogni americano ne subirà le conseguenze. Prima di decidere fino a che punto spingersi per evitare queste conseguenze, è bene precisare quali siano.
I mercati energetici reagirebbero immediatamente, alzando i prezzi in ogni stazione di servizio negli Stati Uniti. Il prezzo delle azioni delle aziende in occidente che hanno fatto affari con la Russia crollerebbe, soprattutto se il governo americano cercasse di impedire alla Russia l’accesso al sistema finanziario internazionale tagliandola fuori dal sistema Swift o bloccando l’accesso ai dollari.
Il governo russo probabilmente risponderebbe alle sanzioni economiche dell’occidente tagliando o riducendo enormemente il flusso del gas verso l’Europa, provocando un’ulteriore impennata dei prezzi dell’energia nel mondo e alimentando ulteriormente l’inflazione.
La Russia potrebbe anche cercare una risposta “simmetrica” alle sanzioni americane lanciando attacchi informatici a obiettivi economici occidentali. Non sappiamo realmente di cosa siano capaci i russi, ma, come hanno detto fonti governative Usa, potrebbero prendere come bersaglio infrastrutture critiche degli Stati Uniti, disattivando ad esempio la Borsa di New York o il circuito degli Atm e delle carte di credito.
Inoltre, una partecipazione militare americana diretta non si può escludere. La risposta della Russia a un attacco sostenuto dagli americani in Ucraina potrebbe plausibilmente includere aggressioni agli alleati della Nato nei paesi baltici, scatenando un impegno degli Stati Uniti a difenderli. Per questa ragione i governi del Baltico hanno chiesto all’America rinforzi Nato dopo l’attacco russo all’Ucraina.
Un conflitto nei paesi baltici porterebbe le forze militari americane di stanza nell’est Europa a un conflitto diretto con la Russia. Questo darebbe il via a una dinamica di escalation che si è cercato di evitare durante la Guerra fredda per paura che potesse portare a uno scontro nucleare. La Russia ha ancora migliaia di testate nucleari che potrebbero raggiungere gli Stati Uniti.
Interessi in campo
Nonostante queste conseguenze potenzialmente terribili, è difficile avere un dibattito franco su quale dovrebbe essere la risposta degli Stati Uniti in Ucraina. Nella nostra politica polarizzata, ogni risposta diversa dal machismo duro e puro viene letta come una debolezza. Ma dovremmo evitare rozze dicotomie tra la pacificazione della Russia e la resistenza al male.
Naturalmente qualsiasi nazione deve essere disposta a difendere sé stessa e ciò che le sta a cuore, indipendentemente dai rischi. Ma dobbiamo anche considerare quali siano i nostri interessi fondamentali in materia di sicurezza. L’Ucraina interessa molto più alla Russia che agli Stati Uniti. I russi da tempo lamentano che l’Ucraina è candidata ad entrare nella Nato e i suoi legami con l’occidente a livello di difesa. Come ha detto Vladimir Putin, la Russia vede l’Ucraina come una questione esistenziale. Non è difficile capire perché: l’Ucraina è vicina alla Russia ed è profondamente legata alla storia russa. Se la Russia minacciasse di stabilire un’alleanza militare con il Messico, gli Stati Uniti probabilmente avrebbero una reazione altrettanto aggressiva.
Dunque, quali conseguenze può avere il comportamento degli Stati Uniti in Ucraina? La maggior parte degli americani ne sono consapevoli? Non c’è dubbio che il presidente russo Vladimir Putin sia un bullo, ma combattere il bullismo non fa parte degli interessi per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Secondo il vicesegretario di Stato Wendy Sherman, l’America «non può permettere a nessuno di frapporsi nella politica della “porta aperta” della Nato». In altre parole, l’America difende il diritto dell’Ucraina di far parte di un’alleanza a sua scelta, anche se al momento non abbiamo nemmeno in programma di cominciare la procedura per accettare l’Ucraina nella Nato. Insomma, per difendere il diritto astratto di un paese che interessa soltanto a pochissimi americani di far parte di un’alleanza che non ha alcuna intenzione di ammetterla, gli Stati Uniti sono disposti ad assumersi il rischio di una catastrofe economica e di una guerra con le armi nucleari. Non è esattamente la politica estera concepita su misura degli interessi della classe media.
A ben vedere, l’indifferenza della classe media americana nei confronti dell’Ucraina mostra una certa razionalità strategica che sembra invece mancare all’élite politica. L’Ucraina non è un premio geopolitico. L’ultima volta che Mosca ha avuto il controllo dell’Ucraina, questo non ha portato l’Unione sovietica a vincere la Guerra fredda.
Scenari di invasione
Questa volta lo sforzo di occupare o controllare un’Ucraina economicamente debole, gravata da una corruzione endemica e profondamente antirussa, rischia di indebolire sostanzialmente la Russia. Mosca è già appesantita dalle ingenti sovvenzioni che deve fornire alla Crimea, al Donbass e alle altre regioni che controlla per procura in Georgia e Moldova. Lo stesso vale per il suo sostegno ai dittatori in Bielorussia, Kazakistan e Siria. Controllare il resto dell’Ucraina sarebbe un ulteriore sforzo.
Lungi dal favorire altre avventure militari contro la Nato, ad esempio nei paesi baltici, l’invasione dell’Ucraina rischia di ridurre la capacità della Russia di diventare una minaccia per l’Europa. L’ironia più amara è che le più grandi vittime della guerra saranno sicuramente gli ucraini che gli Stati Uniti dicevano di voler aiutare. La posizione di principio dell’America sulla politica della porta aperta della Nato e il suo sostegno politico e finanziario all’Ucraina sono bastati a scatenare l’invasione russa, mentre il rifiuto di inviare militari sul campo è la garanzia che l’Ucraina perderà rovinosamente la guerra.
Con un’invasione su larga scala, l’esercito ucraino sarà distrutto rapidamente con enormi perdite. Le città saranno bombardate per via aerea, l’artiglieria ucciderà migliaia di civili e causerà enormi danni materiali. In risposta, con la cosiddetta “stategia del porcospino”, l’America cercherà di favorire e armare una controffensiva antirussa in Ucraina che tramuterà il paese in un campo di guerra insanguinato per una generazione. Se non si arrivasse a un conflitto nucleare, l’America sopravviverebbe a una guerra simile, l’Ucraina no.
L’accordo possibile
Gli Stati Uniti hanno commesso alcuni enormi errori di politica estera negli ultimi decenni che non hanno rafforzato il loro potere né aiutato la classe media americana. Preferire l’invasione dell’Ucraina rispetto ad ammettere che le possibilità di includerla nella Nato siano zero è stato un altro errore. La lezione delle “guerre infinite” è che non abbiamo più il lusso di poter commettere errori simili.
C’è un’alternativa migliore. Gli Stati Uniti e la Russia potrebbero trovare un accordo su un nuovo sistema di sicurezza europeo in grado di rendere di fatto l’Ucraina neutrale e di porre fine a un allargamento ulteriore della Nato che gli Stati Uniti non vogliono e che la Russia teme profondamente. Un accordo simile potrebbe in effetti compromettere i princìpi dell’occidente, formulati quando gli Stati Uniti dominavano il mondo. Ma esprimerebbe la realtà del potere di oggi, in cui gli Stati Uniti, tra le altre cose, si trovano ad affrontare una Cina in crescita che da sola può mettere seriamente in discussione il potere americano. Un accordo simile, inoltre, proteggerebbe gli interessi strategici essenziali dell’America e della Nato e, fatto non incidentale, salverebbe migliaia di vite.
L’autore è un ex funzionario del dipartimento di stato che scrive sotto pseudonimo. Questo articolo è stato pubblicato sulla testata online Persuasion ed è parte di una discussione sul conflitto tra Russia e Ucraina e sul ruolo che dovrebbero giocare gli Stati Uniti. Qui la seconda parte. Traduzione a cura di Monica Fava.
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