In mattinata la polizia si è presentata al deposito petrofilero di Mardyck per eseguire le requisizioni, accolte con rabbia dagli scioperanti.TotalEnergies apre a “trattative collettive salariali”
I cancelli d’ingresso sono ancora bloccati dai manifestanti, ma nelle prime ore del pomeriggio si forma un corridoio per far passare i tre dipendenti richiamati al lavoro. La stretta sugli scioperi ha raggiunto il nord del paese: le requisizioni del personale, annunciate due giorni fa dal governo, coinvolgono ora il deposito TotalEnergies di Mardyck, 10 chilometri da Dunkerque, nell’Hauts-de-France.
Un’ordinanza della prefettura impone a tre lavoratori di interrompere lo sciopero e rientrare nello stabilimento, dalle 14 di oggi – 13 ottobre – alle 6 di domani. Ieri la misura aveva riguardato i lavoratori della raffineria ExxonMobile di Gravenchon, in Normandia.
E mentre il personale dei due giganti del petrolio costringe alla chiusura un terzo delle stazioni di servizio nel paese, il presidente Emmanuel Macron giudica necessaria la decisione di fermare la serrata negli stabilimenti cruciali per la distribuzione: «Non si può lasciare il paese bloccato perché qualcuno si vuole spingere sempre più in là».
L’apertura di TotalEnergies
L’Hauts-de-France è la regione più colpita dai blocchi, con oltre il 40 percento dei benzinai coinvolti. In mattinata la polizia si è presentata al deposito petrofilero di Mardyck per eseguire le requisizioni, accolte con rabbia dagli scioperanti. «Stiamo assistendo alla dittatura macroniana» ha detto ad Associated Press Benjamin Tange, delegato sindacale Cgt. «Quello che sta succedendo è la rabbia di diversi mesi, diversi anni e una rottura del dialogo sociale».
Dal sindacato, presente all’ingresso del sito, avvisano che «si lascia fino a questa sera perché la dirigenza apra la trattativa sulla base delle richieste degli scioperanti». TotalEnergies risponde fissando per le 20 di questa sera un incontro con i vertici sindacali, per avviare “trattative collettive salariali”. Per la prima volta dall’inizio delle proteste, l’azienda fa un passo in direzione delle rivendicazioni. Un’apertura che finora era sempre stata condizionata alla revoca totale dei blocchi.
Ieri, dopo l’ennesimo fallimento delle discussioni, il ministro dell’Economia Bruno Le Maire era intervenuto per invitare TotalEnergies ad “aumentare gli stipendi”. La compagnia propone un incremento del 6 percento nel 2023. Offerta irricevibile per la Cgt, che dall’inizio degli scioperi chiede di rinegoziare l’aumento salariale al 10 percento, dal 3,5 ottenuto a inizio anno.
Intanto in tutti i siti dell’azienda francese coinvolti dal movimento prosegue l’astensione dal lavoro, come dichiara Thierry Defresne, segretario Cgt del comitato Total Energies Europe.
Nel resto del paese
Al momento cinque delle sette raffinerie di petrolio presenti in Francia sono ferme. Riprenderà l’attività lo stabilimento Esso-ExxonMobil di Fos-sur-Mer, dove si è deciso che «il movimento sociale si sarebbe fermato giovedì 13 ottobre alle 13». Ma in un comunicato della Cgt si legge che «il funzionamento della raffineria riprenderà con i nostri ritmi».
Mentre il sindacato ha deciso di portare in tribunale la requisizione nello stabilimento ExxonMobile di Gravenchon, dove a 24 ore dall’intervento del governo la protesta non si ferma.
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