“9 maggio, vittoria!”, si legge su alcuni manifesti affissi a Mosca. Sullo sfondo le foto di soldati sorridenti, in alto due date: 1945-2022. A pubblicare sui social la foto delle locandine è la giornalista di Echo Moskvy, Tania Felgengauer, che si è chiesta cosa rappresentassero quelle due date.
Ne è nato un dibattito: «È l’annuncio nel 2022 di un nuovo trionfo, come nel 1945 sulla Germania nazista?» oppure «È solo un modo per indicare gli anni, dal 1945 a oggi, in cui la Russia ha celebrato la Giornata della vittoria?».
Cosa significano questi manifesti lo scopriremo lunedì. Quello che sembra inevitabile è che l’Ucraina diventerà suo malgrado la protagonista della Giornata della vittoria che la Russia si sta preparando a celebrare.
“9 maggio, vittoria!”, si legge su alcuni manifesti affissi a Mosca. Sullo sfondo le foto di soldati sorridenti, in alto due date: 1945-2022. A pubblicare sui social la foto delle locandine è la giornalista di Echo Moskvy, Tania Felgengauer, che si è chiesta cosa rappresentassero quelle due date. Ne è nato un dibattito: «È l’annuncio nel 2022 di un nuovo trionfo, come nel 1945 sulla Germania nazista?» oppure «È solo un modo per indicare gli anni, dal 1945 a oggi, in cui la Russia ha celebrato la Giornata della vittoria?».
Per quanto possibile, questa seconda opzione non convince la giornalista. «Perché hanno scritto gli anni e non semplicemente che è il 77esimo anniversario della vittoria? La linea tracciata tra il 1945 e il 2022 indica una continuità», scrive Felgengauer e pubblica un altro manifesto, più grande. Nella foto è raffigurato un militare, Vladimir Žoga, e in alto c’è la scritta “Vero eroe”. È il comandante dell’unità separatista Battaglione Sparta, morto a Donetsk il 5 marzo 2022.
L’annuncio della vittoria
Cosa significano questi manifesti lo scopriremo lunedì. Quello che sembra inevitabile è che l’Ucraina diventerà suo malgrado la protagonista della Giornata della vittoria che la Russia si sta preparando a celebrare. Anche a scapito delle dichiarazioni del ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, che ha detto su Rete4: «I nostri militari non pianificano le azioni in base a una data».
Il 9 maggio tutti si aspettano un annuncio importante da parte del presidente russo Vladimir Putin. E potrebbe essere l’annuncio di una vittoria, come si legge sui post filorussi. Il grande interrogativo è però quale: in questa fase, cos’è una vittoria per Putin?
L’agenzia di stampa ucraina Unian, citando l’esperto di guerra Sergey Grabskij, elenca tre scenari alternativi che il presidente russo potrebbe considerare una vittoria: la presa totale del Donbass, la conquista di Mariupol o l'annuncio della Repubblica popolare di Kherson. «La presa di Mariupol e l’indipendenza di Kherson dall’Ucraina significherebbe per i russi avere una continuità territoriale tra il Donbass e la Crimea. Questo potrebbe essere l’annuncio che serve a Putin», ha detto Grabskij.
La guerra totale
Da qualche giorno circola però anche uno scenario più catastrofista, secondo il quale il presidente russo il 9 maggio potrebbe annunciare “la guerra totale all’Ucraina”. Il politologo ucraino Volodymyr Fesenko, pur non escludendo la possibilità di una mobilitazione totale, non crede che sia questo l’annuncio che sta programmando Putin.
«La mobilitazione generale e il 9 maggio non sono necessariamente da collegare», dice Fesenko a Ukraina24. E spiega: «Putin vorrà mantenere il clima di festa, tipico in Russia il 9 maggio». Secondo il politologo: «Annunceranno una qualche presunta vittoria, come potrebbe essere la presa di Mariupol. Parlare di mobilitazione totale spaventerebbe il popolo».
Per quanto riguarda il destino di Donetsk e Luhansk e la possibilità che possa essere annunciata una loro annessione alla Russia, il politico russo di opposizione, Dmitry Gudkov, è scettico su questa possibilità. Secondo lui per Putin un annuncio simile potrebbe essere pericoloso e rivelarsi un boomerang.
«Con una mossa del genere, Putin potrebbe provocare un voltafaccia da parte di una grossa fetta di oligarchi russi. In pochi apprezzerebbero l’annessione di Donetsk e Luhansk alla Russia», dice Gudkov a Apostrof Tv. E spiega: «Dopo settimane di propaganda, in cui si prometteva la presa di Kiev, il cambio dei vertici in Ucraina o la conquista di Odessa, uscirne dicendo “eccovi Donetsk e Luhansk” è come ammettere le sconfitte sul campo. Inoltre stiamo parlando di territori distrutti dalla guerra. Annetterli alla Russia significherebbe addossarsi anche i costi della ricostruzione. Gli oligarchi russi non la prenderebbero bene, hanno perso decine di miliardi di dollari in queste settimane. Per cosa? Per Donetsk e Luhansk?».
Le recite scolastiche
Intanto a Mosca sono iniziate le prove generali della Parata prevista nel Giorno della vittoria, come dimostrano alcune foto pubblicate su Telegram da Rossijskaja Gazeta. Secondo l’ong Gulagu.net, il Cremlino starebbe valutando di far sfilare 500 prigionieri di guerra ucraini.
Le maestre russe stanno preparando al grande giorno i bambini. Ljubov Sobol, esponente del partito Russia del Futuro di Aleksej Navalny, ha pubblicato su Twitter la foto di alcuni bambini vestiti da soldati, in ginocchio con la faccia appoggiata per terra: «Ecco come costringono i bambini a recitare la parte delle tombe dei caduti in vista del 9 maggio».
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