Tutti i nomi dei funzionari europei e dei loro assistenti. Nelle ultime ore lo scandalo si è allargato anche ad alcuni rapporti con i servizi segreti del Marocco
Man mano che passano i giorni emergono nuovi nomi di persone coinvolte nell’inchiesta della polizia belga sul caso di corruzione riguardo alcuni funzionari dell’europarlamento che in cambio di soldi hanno perseguito gli interessi del Qatar e del Marocco all’interno dell’Unione europea. Ma chi sono le persone coinvolte? Dal quadro investigativo iniziale ai vertici della rete c’erano tre persone: Antonio Panzeri, Francesco Giorgi ed Eva Kaili. Altri personaggi, invece, hanno ruotato intorno alla rete come Niccolo Figà Talamanca a capo della Ong No peace without justice e altri assistenti europarlamentari.
Le accuse formali nei confronti degli indagati sono di associazione a delinquere, corruzione e riciclaggio di denaro. Più di un milione di euro sarebbe stato trovato durante le perquisizioni insieme a gioielli e beni di lusso. Gli inquirenti non escludono che parte dei soldi veniva poi distribuita ad altri europarlamentari e dall’interrogatorio a Giorgi sperano di ottenere nuovi nomi.
Antonio Panzeri
Quando lo scorso 9 dicembre è stata diffusa la notizia dello scandalo, il primo nome a essere stato reso pubblico è stato quello di Antonio Panzeri. Ex europarlamentare del gruppo dei Socialisti e democratici (S&D) a capo anche della commissione diritti umani, Panzeri è considerato uno dei vertici del gruppo accusato di corruzione. Durante le perquisizioni la polizia belga ha trovato circa 500mila euro in contanti nella sua casa in Belgio, altri soldi sono stati invece trovati nella sua abitazione in Italia. Sempre in Italia sono state arrestate anche la figlia Silvia Panzeri e la moglie Maria Colleone.
La carriera politica di Panzeri ruota attorno al mondo del sindacato e della sinistra italiana. Molto vicino all’ex presidente del Consiglio Massimo D’alema, Panzeri è stato responsabile delle politiche europee della Cgil e nel 2004 ha iniziato la sua carriera all’interno dell’Europarlamento. In Italia era nelle file del Partito democratico prima di passare ad Articolo 1, che ha già fatto sapere di averlo espulso dagli iscritti.
Da quando ha smesso la sua attività da europarlamentare, Panzeri è entrato nel board dell’Associazione ex dipendenti europei mentre in Belgio fonda l’organizzazione Fight Impunity che nel suo honorary board contava figure di rilievo come l’ex commissario alle Migrazioni, il greco Dimitris Avramopoulos, e l’ex rappresentante per la politica estera Federica Mogherini, oltre all’ex primo ministro francese Bernard Cazeneuve.
Eva Kaili
L’eurodeputata greca è una dei 14 vice presidenti del parlamento europeo. Attualmente si trova agli arresti ed è accusata anche lei di corruzione. Ad Atene le autorità greche hanno congelato i suoi beni ma per il suo avvocato «il denaro che è stato trovato nella sua casa (cica 150mial euro ndr.) non le apparteneva, Giorgi è l'unico che può fornire risposte sula loro esistenza di cui lei non ne sapeva nulla». In un primo momento la polizia belga aveva anche fermato il padre di Kaili, poi rilasciato dopo poche ore, mentre trasportava centinaia di migliaia di euro in contanti.
Nel mirino uno dei suoi ultimi discorsi al parlamento europeo in difesa del Qatar pronunciato lo scorso 21 novembre, a pochi giorni dall’inizio dei Mondiali di calcio: «Signora presidente, oggi i mondiali di calcio in Qatar sono la prova di come la diplomazia sportiva possa realizzare una trasformazione storica di un paese con riforme che hanno ispirato il mondo arabo. Ho solo detto che il Qatar è all'avanguardia nei diritti del lavoro, abolendo la kafala e riducendo il salario minimo. Nonostante le sfide che anche le aziende europee stanno negando per far rispettare queste leggi, si sono impegnati in una visione per scelta e si sono aperti al mondo. Eppure, alcuni qui chiedono di discriminarli. Li maltrattano e accusano di corruzione chiunque parli con loro o si impegni. Ma nonostante ciò, prendono il loro gas. Eppure, le loro aziende vi traggono profitti miliardari. Da greca ho ricevuto una lezione e ricordo a tutti noi che abbiamo migliaia di morti a causa del nostro fallimento nel trovare vie legali di migrazione in Europa. Possiamo promuovere i nostri valori, ma non abbiamo il diritto morale di fare conferenze per ottenere un'attenzione mediatica a buon mercato. E non imponiamo il nostro modo di fare, lo rispettiamo, anche senza Lng. Sono una nuova generazione di persone intelligenti e istruite. Ci hanno aiutato a ridurre la tensione con la Turchia. Ci hanno aiutato con l'Afghanistan per salvare attivisti, bambini, donne. Ci hanno aiutato. E sono negoziatori di pace. Sono buoni vicini e partner. Possiamo aiutarci l’un l’altro a superare le nostre carenze. Hanno già raggiunto l’impossibile».
Francesco Giorgi
Giorgi è il collante tra Panzeri ed Eva Kaili. Ex assistente del primo e compagno della seconda – con al quale ha anche una figlia – avrebbe confessato di aver gestito i soldi dell’organizzazione pur percependo circa 2500 euro mensili dalla sua attività di assistente. Giorgi è stato incriminato e incarcerato dal giudice Michel Claise per corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale.
Nella sua casa di Abbiategrasso la guardia di finanza di Milano ha trovato circa 20mila euro in contanti. Attualmente Giorgi è l’indagato che sta fornendo il quadro più chiaro della situazione. Agli inquirenti avrebbe anche suggerito altri nomi da approfondire e secondo quanto riporta Repubblica sarebbero Marc Tarabella e Andrea Cozzolino (di cui Giorgi è assistente), entrambi europarlamentari del gruppo Socialisti e democratici ma non indagati.
Niccolo Figà Talamanca
C’è un quarto personaggio ed è l’italiano Niccolo Figà-Talamanca che si trova in regime di sorveglianza elettronica (braccialetto) con l’accusa di aver avuto un ruolo nella spartizione del denaro. È il direttore generale dell’Ong No peace without justice che secondo gli inquirenti insieme alla Ong di Panzeri Fight Impunity raccoglieva parte del denaro qatarino.
Marc Tarabella
Tarabella è vicepresidente della delegazione del parlamento europeo per le relazioni con la penisola arabica. La sua casa è stata perquisita dalla polizia belga nei giorni scorsi ma non è ancora indagato. Per il momento si è autosospeso dal gruppo dei Socialisti e Democratici.
Luca Visentini
Luca Visentini è stato il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Etuc) prima di assumere, da novembre, la guida di quella internazionale (International Trade Union Confederation). È stato rilasciato dopo poche ore dalla polizia belga. In diverse interviste, tra cui anche una a Domani, ha negato un suo coinvolgimento nella vicenda. «Io sono stato coinvolto perché ho partecipato ad alcune iniziative di Fight Impunity – ha spiegato – questa associazione, che era riconosciuta dal Parlamento europeo, che veniva condotta da parlamentari in carica o ex eurodeputati, e che per quanto io ne sapevo e per quanto fosse pubblicamente noto era una fondazione che si occupava di difesa dei diritti umani, a quanto pare, in base alle indagini in corso, sembrerebbe che in realtà fosse una organizzazione criminale finanziata dal governo del Qatar per corrompere in particolare i membri dell’Europarlamento e per indurli a prendere posizioni più favorevoli nei confronti del governo del Qatar. Il mio nome è finito in questa indagine per la mia partecipazione a quelle iniziative: sono stato accusato di essere parte di questa organizzazione, di essere stato corrotto da loro per ammorbidire le posizioni mie e della confederazione sindacale internazionale (Ituc) nei confronti del Qatar».
Andrea Cozzolino
Il nome più caldo nelle ultime ore è quello di Andrea Cozzolino, che secondo Giorgi sarebbe coinvolto nelle relazioni tra Panzeri e i servizi segreti del Marocco, interessati a fare pressioni sugli europarlamenti per evitare interferenze di Bruxelles sulla questione del Sahara occidentale. Attualmente Cozzolino non è indagato e in alcune sue dichiarazioni nega un suo coinvolgimento dicendo che si tratta di politica ed è tutta attività pubblica. Nel mirino degli inquirenti una sua mail inviata ad alcuni colleghi in vista del 24 novembre scorso sulla «situazione dei diritti umani nel contesto della Coppa del mondo Fifa in Qatar». Nel testo scriveva: «Vi ribadisco la mia posizione che ho portato nell'incontro di ieri e vi chiedo di votare contro... Si sostiene che la Coppa del Mondo sia stata assegnata dalla Fifa al Qatar grazie ad abusi e corruzione. Il Parlamento europeo non dovrebbe accusare un paese senza prove. E in ogni caso, se vogliamo discutere di corruzione nello sport, allora forse sarebbe necessario riflettere su tutto, compresa la Coppa del Mondo che si è giocata in Germania nel 2006».
Gli altri nomi
Tra gli uffici perquisiti dagli inquirenti anche quelli dell’ex assistente dell’eurodeputato Pietro Bartolo ora con Lara Comi, e di Alessandra Moretti. Anche l’ufficio dell’assistente dell’eurodeputata Marie Arena è stato sigillato. Arena si è dimessa dalla carica di presidente della sottocommissione per i diritti umani ma non è stata interrogata dagli inquirenti e non risulta indagata. Per il momento anche Bartolo e Cozzolino si sono dimessi dai loro incarichi ma non da europarlamentari.
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