Raul Castro lascia la segreteria di un partito che ora è più giovane e riformato. Ha chiesto un dialogo con gli Stati Uniti per il futuro ma senza abbandonare i principi della rivoluzione. Nel frattempo a Washington sono stati declassificati i documenti che provano come la Cia abbia tentato di assassinarlo nel 1960
Si chiude un’era storica per Cuba. Raul Castro, fratello del lider maximo Fidel, si è dimesso dall’incarico di segretario generale del partito Comunista cubano e dalla guida delle forze armate.
Raul Castro compirà 90 anni il prossimo 3 giugno e ha annunciato le sue dimissioni in apertura dell’ottavo congresso del partito Comunista nazionale. A prendere il suo posto sarà il sessantenne Miguel Diaz-Canel, attuale presidente del paese che dovrà affrontare la crisi dovuta alla pandemia e l’embargo americano.
La rinuncia al potere di Raul è iniziata già nel 2018 quando lascia la presidenza e nel 2019 quando acconsente all’approvazione di una nuova costituzione che ripristina anche la carica di primo ministro. Assieme a Raúl Castro si ritira anche il suo vice, José Ramón Machado, uno degli ultimi esponenti della generazione che condusse la gloriosa rivoluzione cubana del 1959.
Intervenendo all’apertura del Congresso, Castro ha chiesto per il futuro un dialogo «rispettoso» tra Cuba e gli Stati Uniti ma senza «rinunciare ai principi della rivoluzione e del socialismo». La fine della successione dinastica dei Castro arriva con nuove regole che hanno l’obiettivo di “ringiovanire” il partito. Infatti, ora per entrare a far parte del Comitato centrale del partito non si potrà avere più di sessant’anni e non più di settanta per occupare i vertici della dirigenza.
L’attentato mancato
Proprio mentre Raul Castro annuncia le dimissioni il National Security Archive di Washington ha pubblicato nuovi documenti che erano classificati ed evidenziano come la Cia abbia provato ad assassinare il fratello di Fidel nel 1960. In particolare, i funzionari del servizio di intelligence statunitense ha offerto 10mila dollari a un pilota che doveva condurre Raul Castro da Praga all’Avana e provocare un’incidente in quella occasione.
Per l’operazione la Cia recluta il pilota Jose Raul Martinez, il quale ha chiesto all’agenzia di provvedere, in caso della sua morte nell’incidente, per l’istruzione universitaria dei suoi due figli. E così Martinez giunge a Praga, ma dagli Stati Uniti decidono di annullare la missione e inviano all’Avana un messaggio con scritto: «Non seguire il piano». Messaggio mai ricevuto da Martinez che già era partito. Tuttavia, la missione non venne portata a buon fine, lo stesso pilota dirà al suo referene di non avere avuto «l’opportunità di provocare un incidente come avevamo detto». I due fratelli Castro hanno subìto più attentati nel corso della loro vita, addirittura si pensa che Fidel sia sfuggito a circa 638 attentati, molti dei quali organizzati per mano dei servizi segreti americani nei periodi più tesi della guerra fredda, come quello legato alla vicenda della Baia dei porci.
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