Una proposta di legge del ministero degli Interni inserisce il gruppo di mercenari nella lista che include Boko haram e l’Isis: chi ne farà parte, o gli fornirà sostegno, sarà punito con la reclusione fino a 14 anni o con una multa di 5mila sterline. Sequestrabili anche i beni
Da tempo il parlamento britannico lo chiedeva: il gruppo Wagner sarà dichiarato un’organizzazione terroristica nel Regno unito. Il suo nome comparirà in una lista che comprende realtà come Boko Haram, al Qaida, Isis.
La ministra dell’Interno, Suella Braverman, ha depositato mercoledì una proposta di legge che, tra le altre cose, permetterà di sequestrare ogni bene e risorsa legata al gruppo.
Sarà reato dunque farne parte o sostenerlo: favorirne gli incontri, esporne loghi o bandiere, condividerne in modo manifesto gli obiettivi, sostenerlo economicamente. La pena prevista per la violazione delle norme arriva fino a 14 anni di carcere o a una multa fino a 5mila sterline.
Questo è possibile in base al Terrorism Act 2000, che permette di mettere al bando anche le organizzazioni che non siano connesse con i movimenti dell’Irlanda del nord. Poiché il solo cliente della brigata è il Cremlino, la presa di posizione inglese tende a sottolineare il carattere terroristico dello stato russo, dal quale Wagner dipende totalmente.
Bloccare i finanziamenti
Con questa decisione, che potrebbe entrare in vigore dal 13 settembre, il Regno Unito si affianca ai provvedimenti già presi da Francia, Lituania ed Estonia, oltre che dall’Ucraina, mentre per gli Stati uniti la Wagner si configura come un’organizzazione criminale transnazionale.
Nonostante l’incertezza sul futuro del gruppo, dopo la morte di Evegenij Prigožin e del capo militare Dimitri Utkin il 23 agosto, il governo britannico ha ritenuto di procedere in ogni caso: secondo la Bbc, in questo modo sarà molto più complesso far arrivare i finanziamenti e sarà inoltre possibile per le vittime delle azioni della Wagner far valere nei tribunali britannici il diritto a essere risarcite, forse anche per miliardi di sterline.
Crimini non solo in Europa
«Mentre Putin decide cosa fare del mostro che ha creato, l’attività di destabilizzazione della Wagner continuerà a fare il gioco del Cremlino», ha dichiarato Braverman. «Sono terroristi a tutti gli effetti, sono stati coinvolti in saccheggi, torture, omicidi barbari. Le loro operazioni in Ucraina, nel medio oriente e in Africa sono una minaccia per la sicurezza globale».
Già nel 2020 il Regno unito aveva sanzionato Prigožin, e in luglio il governo aveva congelato i beni di aziende e di singoli che avevano dei legami con il gruppo in Africa: tra gli individui colpiti dalle misure anche Konstantin Pikalyov, considerato “il braccio destro” di Prigožin nella Repubblica centrafricana. Diversi membri del parlamento avevano poi richiesto azioni più stringenti e l’inclusione del gruppo nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Un report di luglio della commissione Affari esteri elencava infatti i paesi dove è attiva la Wagner: oltre all’Ucraina, si contano la Siria, il Sudan – dove ha fornito armi alle forze paramilitari di Mohamed Hamdan Dagalo – la Libia, il Mozambico, la Repubblica centrafricana e il Mali.
La presidente della commissione Alicia Kearns nell’occasione si era detta, come riporta la Bbc, «profondamente preoccupata per la mancanza di comprensione del governo sulla presenza della Wagner al di fuori dell’Europa, in particolare la sua presa sugli stati africani».
Il parlamentare laburista David Lammy ha accolto la decisione del ministero degli Interni scrivendo su X, il vecchio Twitter, che «era dovuta da parecchio tempo» e invitando il governo a instaurare anche un tribunale speciale per perseguire Putin.
La Wagner adesso
Il gruppo di mercenari, accusato di crimini di guerra in almeno tre continenti, aveva conosciuto una rapida ascesa durante il conflitto in Ucraina, fino al culmine del fallito golpe di giugno. La Wagner si è così mostrata capace di minacciare lo stesso Putin, ma ha dovuto ripiegare in Bielorussia, dove starebbe continuando il suo addestramento, mentre alcune migliaia di militari sarebbero ancora stanziati in Africa e medio oriente.
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