“A Heavy Toll” fa luce sull’impatto della guerra in Ucraina sui più piccoli. Quattro minori al giorno sono feriti o uccisi dagli ordigni russi. Sotto attacco il diritto all’istruzione e il futuro di intere generazioni
A pochi giorni dalle rivelazioni di Yale sui campi di rieducazione russi in cui sono internati migliaia di bambini ucraini, Save the Children diffonde il proprio report, intitolato “A Heavy Toll”, sull’impatto di un anno di guerra sui più piccoli, nell’ambito della campagna “Bambini sotto attacco”.
Il dato più significativo è quello che riguarda i bambini ucraini feriti o uccisi ogni giorno, almeno quattro, per un totale di 438 minori uccisi dagli attacchi russi. Altre rivelazioni fanno luce sul lugubre quadro sullo stato dell’infanzia in Ucraina, con intere generazioni che vedono in pericolo la propria incolumità, i propri diritti e il proprio futuro.
I bombardamenti
La maggior parte delle vittime civili vengono uccise da missili e bombe russe, da attacchi esplosivi imprecisi o volontariamente diretti contro obiettivi civili.
I bombardamenti indiscriminati hanno costretto i bambini ucraini a trascorrere complessivamente 920 ore nascosti nei rifugi sottoterra, con testimonianze struggenti da parte di alcuni di loro. «Piangevamo tutti, eravamo terrorizzati», dice a Save the Children una 16enne intervistata nell’ambito del report.
Il “privilegio” è ormai avere un bunker arredato e riscaldato in cui rifugiarsi, senza essere costretti a ripari di fortuna come freddi scantinati. Un’infanzia incolpevole minacciata dalle bombe e costretta al buio di tunnel sotterranei dal sibilo incessante di missili.
Il dato conferma uno scenario tragico: il 40 per cento dei civili colpiti dalle esplosioni muore, di questi il 22 per cento sono donne e bambini.
La violenza strutturale
La violenza ai danni dei bambini ucraini va addirittura oltre le bombe. Ai danni diretti delle esplosioni si somma l’attacco senza tregua al diritto all’istruzione.
Il 20 per cento delle scuole ucraine sono attualmente inagibili e il prosieguo della guerra potrebbe incrementare questa già alta percentuale.
Dalle scuole di Dnipro, ad esempio, città sempre più spesso nel mirino dei russi, arriva il racconto delle maestre che cercano di rendere un “gioco” le procedure di evacuazione. Anche nell’emergenza, la tutela del minore non può che passare dall’assicurare a migliaia di bambini una parvenza di infanzia, un diritto fondamentale di ognuno.
L’attacco non risparmia le strutture ospedaliere e, ovviamente, le abitazioni, che 6 milioni e mezzo di ucraini sono stati costretti ad abbandonare. Il danno psicologico sui bambini sfollati, sottolinea il report, è enorme.
Le truppe russe e le formazioni affiliate si macchiano anche di violenza sessuale contro donne e bambini, abusati, costretti alla nudità, torturati. Un attacco all’umanità che va oltre i cosiddetti “danni collaterali” della guerra. In pericolo anche il futuro di intere generazioni. Due milioni di bambini, infatti, sono a rischio per la prossimità a mine e altri residuati bellici.
L’azione di Save the Children
Save the Children, in Ucraina dal 2014, risponde all’emergenza intensificando l’attività di sostegno alla popolazione civile. Dal 24 febbraio 2022, l’ong ha raggiunto oltre 800mila persone, di cui ben 400mila bambini di cui monitora continuamente lo stato, evidenziando la devastazione portata dal conflitto.
Oltre all’assistenza emergenziale in Ucraina, Save the Children si occupa anche di facilitare l’inclusione dei bambini rifugiati, garantendo la bontà delle pratiche di accoglienza e un sostegno anche psicologico ai più piccoli, vittime innocenti di un anno di violenza senza quartiere.
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