Dopo lo sciopero di sceneggiatori e autori che continua dallo scorso mese, potrebbe aggiungersene un altro. Gli attori stanno chiedendo salari più alti e garanzie per proteggersi dall’intelligenza artificiale. Domani l’ultimo giorno di trattative tra lavoratori e produttori
Gli attori di Hollywood potrebbero unirsi allo sciopero degli sceneggiatori iniziato il 2 maggio scorso. Se entro domani sera la Screen Actors Guild – Federazione americana degli artisti televisivi e radiofonici (Sag-aftra), la sigla sindacale che li rappresenta non raggiungerà un accordo con gli studi di produzione gli attori protesteranno.
Sarebbe la prima volta in 63 anni che sceneggiatori e attori scioperano insieme e questa volta Hollywood potrebbe paralizzarsi completamente. Nel 1960 Ronald Reagan era il presidente della gilda e gli attori lottavano per assicurarsi dagli effetti della televisione sul cinema, adesso sono lo streaming e l’intelligenza artificiale a spaventare i lavoratori.
Le rivendicazioni degli attori
Il sindacato chiede salari più alti e migliori rendite ora che gli studios faticano a ottenere buoni profitti dopo aver speso migliaia di dollari nello streaming. Non solo, gli attori vogliono anche garanzie nei confronti del sempre maggior utilizzo dell’intelligenza artificiale nel cinema. L’ Ai è ormai capace di riprodurre copie degli attori e quest’ultimi hanno paura degli effetti che la macchina può comportare.
I danni economici
Hollywood è funzionante soltanto al venti per cento dal due maggio, ossia da quando sceneggiatori e autori hanno posato le penne e sono scesi in strada con i cartelli. Se gli autori dovessero aggiungersi alla protesta, le produzioni chiuderebbero completamente andando a intaccare significativamente anche le economie locali di Los Angeles e altri luoghi di ripresa come Atlanta e New York City.
Senza attori gli effetti dello sciopero si ripercuoterebbero anche sulla tv statunitense, che manderebbe in onda solo repliche di film e sit-com e sarebbe costretta a riempire i palinsesti di reality show. Inoltre, gli attori non sarebbero più in grado di promuovere nuovi film. Problema per la verità già presente perché senza autori tutti le trasmissioni della notte sono state interrotte. Lo sciopero congiunto del 1960 ebbe effetti devastanti e gli studios stanno cercando in ogni modo di evitare il ricrearsi di una situazione simile.
Giugno caldo
I membri della gilda hanno autorizzato lo sciopero all’inizio di giugno con l’approvazione del 97,9 per cento dei membri. Poi, il 24 giugno, Fran Drescher – protagonista della fortunata sit-com “La Tata” e attuale presidente di Sag-aftra e il capo negoziatore del sindacato, Duncan Crabtree-Ireland, hanno informato i membri che i colloqui con gli studios erano stati «estremamente produttivi».
Per non ostacolare le trattative il 30 giugno il sindacato ha deciso di prorogare il contratto di 160 mila tra attori, giornalisti, personalità radiofoniche fino a domani, se però non dovesse essere raggiunto alcun accordo gli attori si unirebbero ai picchetti. Il 29 giugno in una lettera aperta, il premio Oscar Meryl Streep e tanti altri colleghi tra cui Jennifer Lawrence, Rami Malek, Glenn Close, Ben Stiller, Laura Linney, Julia Louis Dreyfus, Elliot Page si sono detti «pronti allo sciopero se necessario»
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