I manifestanti hanno assaltato il palazzo istituzionale protestando contro presunti brogli elettorali. Arrestate trentacinque persone, il presidente Vucic: «Si è trattato di un tentativo di presa violenta delle istituzioni statali della Repubblica di Serbia»
Vigilia di proteste e tensioni a Belgrado. Nella serata del 24 dicembre trentacinque persone sono state arrestate dalle forze dell’ordine dopo che avevano cercato di fare irruzione nell’edificio del consiglio comunale della capitale, per protestare contro presunti brogli elettorali avvenuti durante le elezioni generali della scorsa settimana.
«Si è trattato di un tentativo di presa violenta delle istituzioni statali della Repubblica di Serbia», ha detto il presidente serbo Aleksandar Vucic il quale ha negato di aver truccato il voto e ha accusato le opposizioni di diffondere «menzogne».
Vucic ha affermato che i disordini siano stati provocati da agenti stranieri, senza fornire prove delle sue accuse. «Questa non è una rivoluzione», ha aggiunto. «Stiamo facendo del nostro meglio con la nostra reazione calma e mite per non ferire i manifestanti», che invece hanno deciso di agire pacificamente.
L’attacco di Mosca
Sull’accaduto la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova, ha detto: «I tentativi dell’Occidente collettivo di scuotere la situazione nel paese utilizzando le tecniche dei colpi di stato in stile Maidan sono evidenti».
«L’unica reazione possibile è il rigoroso rispetto della lettera e dello spirito della Costituzione del paese, il rispetto della scelta del popolo serbo che ha votato per gli interessi nazionali del proprio paese». Il presidente serbo Aleksandar Vucic, nel discorso d'emergenza alla nazione, ha detto che il tentativo di assaltare l'edificio dell'amministrazione comunale di Belgrado da parte dei sostenitori dell'opposizione filo-occidentale è stato provocato da un fattore esterno e mirava a minare la sovranità del paese.
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