L’espulsione dal sistema di pagamenti creato nel 1973 viene spesso indicato come “opzione nucleare” contro la Russia. L’impatto derivante dall’esclusione del sistema sull’economia russa sarebbe importante, ma non devastante, oltre ad avere degli effetti collaterali importanti anche sui paesi europei
Una delle opzioni che vengono ventilate più spesso nella lista delle possibili sanzioni da imporre alla Russia dopo che Vladimir Putin ha annunciato in diretta televisiva il riconoscimento ufficiale delle due repubbliche popolari di Donetsk e Luhansk è la rimozione del paese dal circuito finanziario Swift.
La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication è un sistema che permette di scambiare le informazioni necessarie per le transazioni finanziarie da un paese a un altro. È stato creato nel 1973 e ha sostituito il Telex, che era lo strumento utilizzato in precedenza per comunicare la disposizione di spostamenti di denaro tra banche di paesi diversi. Lo Swift quindi trasmette soltanto informazioni, non vero denaro.
Lo Swift ha sede in Belgio e risponde perciò alla legge europea: anche se volessero, gli Stati Uniti non potrebbero intervenire direttamente sull’esclusione della Russia. Ad oggi, l’unico paese escluso dal sistema internazionale è l’Iran, eliminato dopo le pressioni statunitensi nel 2012. La portata dello shock di un’esclusione sarebbe però nettamente superiore per la Russia, molto più integrata nel sistema di scambi internazionale.
Impatto parziale
Se anche le autorità internazionali decidessero però di implementare l’esclusione, la Russia non sarebbe automaticamente cancellata dalla cartina geografica in termini finanziari: negli ultimi anni, infatti, la minaccia di cacciare Mosca dallo Swift ha portato le autorità russe a elaborare un proprio sistema di scambio di informazioni, il Spfs, Sistema per il trasferimento di messaggi finanziari.
Solo una parte delle banche russe ha aderito al nuovo sistema, ma Mosca si è rivolta anche a Pechino, che a sua volta ha realizzato un altro sistema alternativo di scambio delle informazioni, il Cips (Cross-Border Interbank Payment System). Per il momento non ci sono ancora state collaborazioni concrete, ma la cooperazione con la Cina è una delle possibilità che Putin avrebbe a disposizione nel caso di una decisione definitiva.
Controindicazioni
La scelta di eliminare la Russia dallo Swift, ritenuta ancora dieci giorni fa poco probabile dalle autorità americane ed europee, avrebbe però delle conseguenze anche sull’Europa. In particolare, sottolineano spesso esponenti del governo russo, sulle forniture di energia dirette verso i paesi occidentali, che vengono pagate proprio attraverso lo Swift. Tradotto: se non arriva l’informazione del pagamento stanziato, non può partire neanche la fornitura di gas.
Anche per le banche europee l’applicazione della misura sarebbe un rischio grave. Il Financial Times cita un gran numero di istituti di credito, come UniCredit, Société Générale e Raffeisen ampiamente esposti su asset russi.
Ci sono due possibili rischi che corrono queste banche: da un lato, le ritorsioni russe per l’applicazione delle sanzioni, che potrebbero mettere a rischio l’attività bancaria, dall’altro, la svalutazione del rublo a seguito del conflitto, con una conseguente perdita di valore degli investimenti degli istituti.
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