Per il secondo giorno consecutivo, navi e aerei cinesi manovrano minacciosamente a poca distanza dalle acque territoriali di Taiwan: una rappresaglia per la visita della speaker americana Pelosi sull’isola
L’esercito cinese ha ricominciato le esercitazioni intorno all’isola Taiwan, in risposta alla visita della speaker della Camera degli Stati Uniti, Nancy Pelosi, considerata una grave provocazione. Alle 12 di oggi, ora locale, il governo taiwanese ha avvertito che navi cinesi avevano superato la linea mediana dello stretto di Taiwan, una sorta di confine informale tra i due paesi.
Le esercitazioni cinesi si svolgono in una serie di aree delimitate tutto intorno all’isola e prevedono l’impiego di munizioni vere. Parte del traffico aereo e navale ha dovuto essere deviato per non rischiare di essere coinvolto. Il governo di Taiwan ha detto che si tratta di un vero e proprio «blocco navale» non dichiarato, mentre il primo ministro di Taiwan Su Tseng-chang ha definito oggi la Cina «il nostro malvagio vicino».
Missili sopra Taiwan
L’evento più importante fino a questo momento è stato probabilmente il lancio di undici missili balistici cinesi vicino alle acque territoriali di Taiwan. Era dal 1996, durante l’ultima grave crisi diplomatica tra Cina e Taiwan, che Pechino non lanciava missili così vicino all’isola. Secondo alcune analisi pubblicate oggi, fino a quattro dei missili lanciati ieri potrebbero aver sorvolato l’isola, un’occasione che non si era mai verificata nella storia.
I missili lanciati appartengono alla famiglia Dongfeng e probabilmente inlcudono alcuni modelli esplicitamente pensati per neutralizzare le portaerei americane che, in caso di conflitto, verrebbero probabilmente inviate a difendere l’isola.
Le tensioni
La speaker Pelosi era atterrata nell’isola mercoledì per un controverso viaggio che ha causato un forte aumento delle tensioni tra Stati Uniti, Taiwan e Cina. Formalmente gli Stati Uniti adottano la cosiddetta pratica della “unica Cina”: riconoscere diplomaticamente solo la Repubblica popolare cinese con capitale Pechino, intrattenendo solo rapporti informali con Taiwan.
In pratica, però, gli Stati Uniti sostengono l’indipendenza di Taiwan dalla Cina in varie forme, tra cui la vendita di armi per l’autodifesa. Pelosi appoggia da lungo tempo la politica dell’isola ed è il più importante politico americano a visitare l’isola in anni recenti.
Al suo arrivo nell’isola Pelosi era stata accolta da numerosi politici taiwanesi, manifestanti in suo sostegno e contestatori venuti per accusarla di aver organizzato un viaggio provocatorio.
Nel suo incontro con la presidente Tsai Ing-wen, trasmesso in diretta, Pelosi ha definito l’isola «una fonte di ispirazione per tutti i popoli che amano la libertà. Il mondo – ha aggiunto – deve far una scelta tra democrazia e autocrazie. La decisione dell’America di proteggere la democrazia qui a Taiwan è granitica».
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