Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha postato un video sul suo social network Truth che rappresenta uno scenario distopico sul futuro di Gaza. Il video parte dalla distruzione della Striscia provocata dall’esercito israeliano e una domanda «Cosa accadrà dopo?». Dopo pochi secondi appare una Gaza ricostruita, piena di grattacieli simili a quelli di Dubai. Le sue spiagge sono piene di resort, locali e ristoranti. Nel video, realizzato grazie all’intelligenza artificiale, si vedono anche Elon Musk lanciare dollari e soprattutto Trump a petto nudo su una sdraio a prendere il sole accanto a Benjamin Netanyahu.  

Le immagini mostrano anche alcuni inquietanti dettagli, come danzatrici del ventre barbute, un bambino o che stringe un palloncino dorato a forma di volto di Trump e un'enorme statua dorata dello stesso presidente degli Stati Uniti. Nel video appare anche un hotel decorato le parole «Trump Gaza». Le immagini sono accompagnate da un testo musicale, che recita: «Niente più tunnel, niente più paura, la Trump Gaza è finalmente qui. La Trump Gaza splende luminosa, un futuro dorato, una luce nuova di zecca. Banchetti e balli, l'affare è fatto. Trump Gaza number one»

Il piano di Trump

Insomma, il filmato raffigura le intenzioni del capo della Casa Bianca sul futuro di Gaza. Lo scorso 5 febbraio, durante la visita a Washington del premier Netanyahu, Trump aveva annunciato di voler trasformare Gaza nella «Costa Azzurra del Medio Oriente». «Elimineremo tutte le bombe e le armi, rimuoveremo le macerie e garantiremo lo sviluppo economico del territorio», aveva garantito. Il piano prevede anche che la «proprietà» della Striscia passa in mano degli Stati Uniti, disposti anche a impiegare un contingente americano per farlo, e la deportazione di 1.8 milioni di palestinesi. Proprio per questo motivo è stato fermamente respinto dai paesi arabi. Eppure, nelle 24 ore successive, Trump aveva assicurato: «Il mio piano per Gaza piace a tutti».

L’appello

Intanto oltre 200 ebree ed ebrei italiani hanno firmato un appello pubblico contro la deportazione dei palestinesi proposta da Trump e contro le violenze israeliane a Gaza e in Cisgiordania, chiedendo al governo italiano di non rendersi più complice di queste azioni.

L’iniziativa riprende i temi di un analogo appello promosso da ebree ed ebrei statunitensi, che ha già raccolto migliaia di adesioni, tra cui quelle di trecentocinquanta rabbini.

Promotori dell’appello italiano sono Ləa - Laboratorio Ebraico Antirazzista e Mai Indifferenti – Voci ebraiche per la pace, due reti che si battono per una giusta pace in Medio Oriente, in opposizione alle politiche di segregazione e occupazione in Palestina, e contro l’antisemitismo e ogni forma di razzismo presente all’interno delle nostre società.

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