Dopo oltre una settimana di proteste di massa, i segnali che arrivano da Istanbul fanno pensare ad un acuirsi dello scontro fra governo e opposizione. Il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, tramite i suoi collaboratori ha annunciato su X l’arresto del suo avvocato, Mehmet Pehlivan. «Come se questo colpo di stato contro la democrazia non fosse sufficiente, non possono sopportare che le loro vittime si difendano», ha scritto, «liberate immediatamente il mio avvocato». I contestatori messi in custodia dalle forze dell’ordine finora sono quasi 2000.

I media rimangono un altro terreno di battaglia. Dopo l’arresto e l’espulsione del corrispondente della Bbc Mark Lowen, l’inviato dell’emittente britannica ha accusato la Turchia di «criminalizzare il giornalismo». Da parte sua Ankara ha giustificato il provvedimento facendo sapere che non aveva ottenuto gli accrediti necessari. Venerdì un giornalista svedese è stato fermato direttamente all’aeroporto.

Sul fronte domestico quattro emittenti televisive legate all'opposizione sono state sanzionate per aver violato una circolare del Consiglio superiore della radio e della televisione che proibiva di trasmettere in diretta le proteste.

Sozcu Tv, la televisione legata al giornale di orientamento laico e nazionalista Sozcu, è stata multata e oscurata per 10 giorni. Il provvedimento la accusa di incitamento «all'odio e all'ostilità tra la popolazione», un’allusione alle dichiarazioni dei politici di opposizione trasmesse durante i raduni, in particolare ai passaggi in cui facevano appello al boicottaggio di entità filo-governative.

La possibile visita in Italia

Secondo fonti diplomatiche turche il Presidente Recep Tayyip Erdoğan potrebbe visitare l’Italia fra circa due settimane, forse il 16 o il 17 aprile, nell’ambito del vertice intergovernativo Italia-Turchia previsto per il prossimo mese a Roma.

Ad oggi il governo italiano non si è espresso sull’incarcerazione del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu, il principale rivale di Erdogan, e sulla repressione delle proteste di piazza, ma un’eventuale visita istituzionale, qualora divenisse ufficiale, renderebbe difficile ignorare gli stravolgimenti in corso.

Un fine settimana di proteste

Per sabato è prevista un’altra mobilitazione di larga scala. Venerdì una delegazione del Partito del Socialismo Europeo ha visitato la Turchia per manifestare solidarietà nei confronti del partito di opposizione Chp.

Il ministero della giustizia turco ha negato ai politici europei la richiesta di visitare Imamoglu in carcere, costringendoli ad effettuare soltanto una sosta simbolica nei pressi del carcere di Silivri a ovest di Istanbul. Il presidente del Pes Stefan Löfven ha dichiarato: «Queste accuse politicamente motivate sono una minaccia per la democrazia in Turchia».

Rivolgendosi a rappresentanti di area governativa, si viene esposti ad una narrazione completamente differente. Harun Armağan, il numero due del comitato affari esteri del partito di Erdogan AKP, dice al telefono che la vicenda in corso è in realtà “una lotta politica all'interno del CHP, come dimostra il fatto che le indagini sul sindaco sono partite da un appello di membri del Congresso dello stesso partito”.

Imamoglu, sostiene sempre Armağan, sapeva di questi casi a suo carico e «ha deciso di affrontarli facendosi eleggere prima come candidato del partito per le presidenziali, per trasformarli in una tragedia e guadagnare popolarità». Altrimenti, conclude, «quale partito farebbe le primarie 3 anni in anticipo rispetto alle elezioni presidenziali?»

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