Ai due ex marines che sono caduti nelle mani di Mosca, si aggiunge un terzo cittadino statunitense che risulta disperso in azione vicino Kherson da fine aprile. Al momento non ci sono trattative e contatti tra Stati Uniti e Russia
Sono tre i veterani americani andati a combattere per l’esercito ucraino dispersi o catturati dai russi. Ai due finiti nelle mani dell’esercito di Mosca, annunciati nelle scorse ore, si è aggiunto un volontario scomparso da settimane.
Alexander J. Drueke, di 39 anni, con alle spalle missioni in Iraq e l’ex marine Andy Tay Ngoc Huynh, di 27anni, entrambi originari dell’Alabama, sono stati catturati in Ucraina, vicino Kharkiv, la scorsa settimana. Il portavoce del Dipartimento di stato degli Stati Uniti Ned Price ha ricordato alla Russia come i due debbano essere considerati veri e propri prigionieri di guerra, e quindi devono essere trattati umanamente. Da ieri, da un gruppo telegram filorusso, rimbalza una loro foto in cui sono ritratti con le mani legate dietro la schiena dentro a un camion.
Il terzo
Intanto, però, Price ha informato della scomparsa anche di un terzo statunitense, volato in Ucraina per aiutare gli ucraini a difendersi. Si tratterebbe del veterano pluridecorato Grady Kurpasi, un ex ufficiale dei marines, già impegnato in diverse missioni e partito per l’Ucraina il 7 marzo, pochi giorni dopo l’inizio dell’offensiva russa. Non si hanno sue notizie da fine aprile, da quando il 26 si è trovato insieme ad altri volontari sotto il fuoco russo vicino la città di Kherson. A dare la conferma della sua identità è stata la moglie di Kurpasi e alcuni suoi amici stretti.
Price ha sottolineato come al momento non ci siano stati ancora contatti tra gli Stati Uniti e la Russia riguardo la sorte dei militari, perché non si hanno ancora notizie sicure.
Poi, il portavoce, ha nuovamente sconsigliato a tutti i cittadini americani di recarsi in Ucraina. Anche perché la Russia da mesi ha dichiarato guerra, oltre che al popolo ucraino, anche a tutti i “mercenari” e volontari stranieri che sono partiti per stare al fianco di Kiev. Gli ultimi a essere catturati sono due cittadini britannici, Aiden Aslin e Shaun Pinner, e un marocchino. Un tribunale dell’autoproclamata repubblica separatista di Donetsk li ha condannati a morte, scatenando le proteste del governo del Regno Unito.
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