Il ministro degli Esteri Lavrov dice che la consegna di armi a lungo raggio costringerà la Russia a occupare non solo il Donbass, ma anche le regioni meridionali di Kherson e Zaporizhzhia
La Russia è pronta a cambiare di nuovo i suoi obiettivi militari in Ucraina. Dopo aver rinunciato al cambio di regime a Kiev e limitato le sue ambizioni alla regione orientale del Donbass, ora il Cremlino dice di puntare all’occupazione di tutto il sud del paese. La ragione ufficiale: mettere in sicurezza il territorio russo dalle armi a lungo raggio consegnate all’esercito ucraino dai suoi alleati.
O almeno, questa è l’attuale situazione politico militare secondo il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. L’ha espressa in un’intervista con Margarita Simonyan, nota commentatrice tv e direttrice del network statale russo Rt.
Le parole di Lavrov
«Non possiamo permettere alla parte di Ucraina controllata dal presidente Zelensky di possedere armi che costituirebbero una diretta minaccia al nostro territorio», ha detto oggi Lavrov. «La geografia del conflitto adesso è differente», ha aggiunto, riferendosi in modo esplicito alla necessità di conquistare e annettere le regioni di Kherson e Zaporizhzhia, nel sud del paese e, al momento, già occupate quasi completamente dalle truppe russe. Lavrov ha aggiunto inoltre che trattare con l’Ucraina in questo momento «sarebbe inutile».
Le armi a lungo raggio a cui si riferisce sono i famigerati Himars e Mlrs, lanciamissili di fabbricazione americana consegnati agli ucraini nell’ultimo mese. Queste armi, con una gittata massima di circa 70 chilometri, sono state impiegate con successo dall’esercito ucraino e hanno distrutto numerosi obiettivi nelle retrovie russe.
Mettere al sicuro il bottino
Ma quella delle armi a lungo raggio sembra in gran parte una giustificazione. Già martedì il portavoce del comitato per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, John Kirby, aveva detto che la Russia si preparava ad annettere formalmente le regioni ucraine occupate fino a questo momento.
La mossa è vista come un modo per cementare l’occupazione ed eliminare, almeno in principio, la possibilità che i territori conquistati divengano oggetto di trattative diplomatiche. La costituzione russa, infatti, è esplicita nel divieto di cedere parti del territorio sovrano della Federazione russa.
Secondo l’intelligence americana, le autorità civili installate dai russi nelle regioni occupate potrebbero organizzare dei referendum sull’annessione entro il prossimo settembre. Il modello sarebbe quello della Crimea, che ha votato l’annessione alla Russia in un referendum, considerato fraudolento, nel 2014.
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