Un drone lanciato da Hezbollah dal Libano ha colpito l'abitazione privata del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a Cesarea. È la prima volta, sottolinea il sito americano Axios, che viene colpito un obiettivo direttamente legato alla vita privata di Netanyahu. Un alto funzionario del governo israeliano ha dichiarato a Channel 12 che «l'Iran ha provato a eliminare il primo ministro di Israele».

In precedenza, il primo ottobre, il gruppo islamista libanese aveva tentato di colpire la sede del Mossad con missili Fadi-4e sede dell'unità speciale 8200 di Glilot, vicino a Herzliya, «in memoria di Nasrallah», ma lo scudo anti-missile aveva bloccato l’attacco. Ora uno di tre droni lanciati ieri e che passano rasenti al terreno, è sfuggito al radar del sistema di difesa, denominato “Iron Dome” o cupola di ferro, aprendo nuovi inquietanti scenari nella guerra in corso dopo la morte di Yahya Sinwar.

«Nulla ci scoraggerà, continueremo fino alla vittoria», ha detto il premier israeliano al giornalista Gil Mishali che ha postato su X un breve video con il commento del primo ministro sostenuto dai partiti di estrema desta nazionalisti e messianici dopo il lancio di un drone che mirava alla sua residenza.

In questo quadro c’è anche l’ipotesi lanciata da una fonte israeliana alla Cnn che il corpo di Yahya Sinwar possa essere utilizzato come merce di scambio per gli ostaggi. Hamas intanto cerca un nuovo leader e sale il nome di Khalil Hayya, che ieri ha detto che gli ostaggi non saranno liberati finché Israele non cesserà gli attacchi e non ritirerà le sue truppe.

Gaza raid provocano 46 morti

Prima di prendere in considerazione qualsiasi accordo di cessate il fuoco, chiesto da ultimo anche dal G7 dei ministri della difesa, Israele, sta accelerando la sua campagna militare per allontanare Hezbollah dal suo confine settentrionale mentre si spinge nel campo profughi di Jabalya, densamente affollato, in quello che i palestinesi e le agenzie delle Nazioni Unite temono possa essere un tentativo di isolare il nord di Gaza dal resto del territorio dell’enclave. L’azione militare sembra essere quella che i media israeliani avevano chiamato come “il piano dei Generali” consistente nel blocco delle forniture di cibo e negli sfollamenti forzati dei profughi per liberare Gaza Nord e trasformarla in una zona cuscinetto.

Ospedali nel mirino

Residenti e medici hanno affermato che le forze israeliane hanno rafforzato l'assedio di Jabalya, il più grande degli otto campi profughi storici di Gaza, che è stato circondato inviando anche carri armati nelle vicine città di Beit Hanoun e Beit Lahiya e impartendo ordini di evacuazione ai residenti. Le autorità sanitarie hanno affermato di aver rifiutato l'ordine dell'esercito israeliano di evacuare l'ospedale o di lasciare i pazienti, molti dei quali in condizioni critiche, senza cure. Israele avrebbe interrotto le forniture di corrente. Un raid notturno israeliano ha provocato 33 vittime nel capo profughi di Jabalya e numerosi feriti. Il piccolo territorio, assediato da Israele, è un vero e proprio «inferno in terra» per il milione di bambini che vi vivono, ha detto l’Unicef. Un video diffuso da al Jazeera mostra civili palestinesi che cercavano di aiutare una donna ferita colpiti da una bomba.

«L'occupazione israeliana sta intensificando i suoi attacchi al sistema sanitario nella Striscia di Gaza settentrionale, assediando e prendendo di mira direttamente l'ospedale indonesiano, l'ospedale Kamal Adwan e l'ospedale Al-Awda nelle ultime ore e insistendo nel metterli fuori servizio», ha affermato il ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas.

I raid Israele in Libano

Non va meglio in Libano dove Israele ha colpito i sobborghi merdionali di Beirut. Inoltre quattro persone sono state uccise in un attacco israeliano contro una città del Libano orientale, compreso il sindaco di un villaggio vicino. Il primo cittadino del villaggio di Sohmor, nella parte occidentale della pianura della Bekaa, è il secondo sindaco ucciso da quando Israele e Hezbollah sono entrati in guerra aperta il 23 settembre. Mercoledì, una serie di raid israeliani ha provocato 25 morti a Nabatiyeh, una grande città del sud, uccidendo il sindaco e parte del suo consiglio di crisi.

L'Idf ha dichiarato che i caccia israeliani hanno preso di mira e ucciso un vice comandante di Hezbollah responsabile del distretto di Bint Jbeil, nel Libano meridionale. L'esercito israeliano ha dichiarato che Nasser Abd Elaziz Rashid era responsabile del lancio di razzi su Israele provenienti da diverse città nel Libano meridionale.

Quello che pare evidente è che l’uccisione del leader di Hamas Yahya Sinwar ha segnato un grande trionfo per Israele ma i leader israeliani non sembrano volersi fermare e stanno anche cercando di assicurarsi vantaggi strategici per rimodellare il panorama a favore di Israele e proteggere i suoi confini da eventuali attacchi futuri. Con l’avvicinarsi delle elezioni americane, Israele si sta affrettando a infliggere il massimo danno a Hamas a Gaza e a Hezbollah in Libano, cogliendo l’occasione per ritagliarsi di fatto delle zone cuscinetto nel tentativo di creare una realtà irreversibile prima che un nuovo presidente entri in carica a gennaio, hanno detto fonti diplomatiche alla Reuters.

Certo il presidente degli Stati Uniti Joe Biden sta cercando di fare pressione sul primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu affinché metta fine alla guerra a Gaza. Ma il leader israeliano potrebbe preferire di aspettare la fine del mandato di Biden e correre il rischio con il prossimo presidente: che si tratti del candidato democratico, il vicepresidente Kamala Harris, o del rivale repubblicano Donald Trump, con il quale Netanyahu ha avuto stretti legami. Una tattica dilatoria che appare ormai evidente a tutti.

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