- Questa notte il Titolo 42, una norma in vigore da marzo 2020, è decaduta. La norma permetteva alle guardie di frontiera di rimandare indietro i migranti che oltrepassavano il confine illegalmente. Fin dai giorni scorsi migliaia di migranti si sono ammassati presso il confine con gli Stati Uniti.
- Adesso i migranti che entreranno illegalmente negli Stati Uniti avranno l’opportunità di chiedere asilo, che consentirebbe loro di poter rimanere nel territorio statunitense avendo uno status legale.
- A causa del Titolo 42 sono stati espulsi oltre 2,8 milioni di persone dagli Stati Uniti verso le città lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, causando così una catastrofe umanitaria.
Alle 23.59 del 11 maggio è scaduto il “Titolo 42” la norma in vigore da marzo 2020 – durante l’amministrazione Trump – che consentiva ai funzionari di frontiera di respingere rapidamente i richiedenti asilo oltre confine per motivi di prevenzione della diffusione del Covid, anche chi avrebbe potenzialmente potuto ottenere asilo. Gli Stati Uniti hanno però dichiarato conclusa l’emergenza nazionale, ed ecco che decadono tutte le restrizioni.
Con l’avvicinarsi della scadenza a migliaia si sono spostati verso i confini tentando di oltrepassarli e arrivare negli Stati Uniti. I giorni precedenti alla scadenza sono stati caotici, con la polizia di frontiera – rimpinguata da 1.500 guardie nazionali – che martedì ha fermato circa 10mila migranti, quasi il doppio della media giornaliera di marzo.
Non è chiaro quanti migranti fossero in movimento né quanto possa durare l’ondata di arrivi: nella serata di giovedì, prima della scadenza, il flusso è però parso rallentare in alcune località. Il segretario per la sicurezza interna, Alejandro Mayorkas, ha detto a poche ore dalla scadenza che «il confine non è aperto. Le persone che non utilizzano i percorsi legali disponibili per entrare negli Stati Uniti ora devono affrontare conseguenze più gravi, tra cui un divieto di rientro minimo di cinque anni e un potenziale procedimento penale».
Il "Titolo 42" era una sezione del Public Health Act del 1944, che consente alle autorità americane di bloccare gli ingressi nel paese allo scopo di prevenire la diffusione di malattie. Al suo posto tonerà in vigore il Titolo 8, in vigore dal 1940. Con una differenza. Mentre finora si poteva tentare decine di volte, adesso se si viene intercettati si è deportati subito a casa e denunciati. È anche escluso il rientro per un periodo di tempo che va dai tre agli otto anni.
Come si potrà entrare adesso?
Adesso i migranti che entreranno illegalmente negli Stati Uniti avranno l’opportunità di chiedere asilo, che consentirebbe loro di poter rimanere nel territorio statunitense avendo uno status legale. L’asilo però potrà essere ottenuto solo se il migrante proverà di rischiare di essere vittima di persecuzione a casa sua. Questo non vuol dire che sarà facile attraversare il confine, perché Biden è pronto a imporre nuove restrizioni sull’ammissibilità tali che molti migranti verrebbero comunque espulsi.
I modi per entrare adesso sono sostanzialmente tre:
- Libertà condizionata per motivi umanitari
- Ottenere un appuntamento per fare richiesta d’asilo alla frontiera
- Oltrepassare illegalmente
Per quanto riguarda la libertà condizionata per motivi umanitari questa è concessa sulla base della nazionalità, ma solo poche nazionalità rientrano in questo caso – haitiana, venezuelana, nicaraguense e cubana. Per di più la possibilità di vivere legalmente negli Stati Uniti è comunque temporanea – due anni – e sono necessari un passaporto valido, abbastanza denaro per il biglietto aereo e che ci sia uno sponsor in territorio statunitense che si assuma la responsabilità finanziaria per il migrante. Infine il numero di posti mensili è limitato.
Per ottenere invece un appuntamento per richiedere l’asilo presso un posto di controllo di frontiera, a gennaio, l’amministrazione Biden ha predisposto una nuova applicazione chiamata Cbp One in modo da ottenere un incontro con un funzionario di frontiera che può decidere di far entrare il migrante richiedente con un avviso di comparizione davanti al tribunale per l’immigrazione.
Non è però così semplice come sembra dato che l’app difficilmente funziona e anche quando si riesca a farla funzionare i posti disponibili sono così pochi che molta gente comunque non riesce a prenotare alcun appuntamento. Non solo, l’applicazione può essere utilizzata solo dai migranti che si trovano nel Messico settentrionale o a Città del Messico.
Il Titolo 8
Con il ripristino di questa norma i tempi di respingimento dei migranti illegali non idonei a ottenere asilo aumenteranno, questo vorrà dire che più migranti saranno detenuti dentro i centri di accoglienza lungo il confine.
Chi passa il confine illegalmente senza la documentazione adeguata per ottenere asilo sarà sottoposto a una procedura formale di espulsione, che è un processo lungo anni per le famiglie e i minori, in cui finché in tribunale non deciderà se questi possono rimanere o meno nel paese, potranno vivere e lavorare legalmente al suo interno.
Gli effetti del Titolo 42
A causa del titolo 42 sono stati espulsi oltre 2,8 milioni di persone dagli Stati Uniti verso le città lungo il confine tra Stati Uniti e Messico, causando così una catastrofe umanitaria. Molti sono rimasti ai confini nord del Messico, lungo i valichi che punteggiano i 3.500 chilometri di frontiere con gli Usa. Accampandosi alla meglio o rifugiandosi in tuguri di fortuna.
La maggioranza dei migranti che non potevano più oltrepassare il confine è stata costretta a restare 3 mila chilometri più a sud, subito dopo il confine tra Guatemala e Messico, nella città di Tapachula, originariamente di 220 mila abitanti che nel giro di tre anni sono diventati 510 mila. Più del doppio.
La maggior parte dei migranti veniva da da Venezuela, Haiti, Colombia e Honduras. Questo centro del Chiapas è diventato l’hub degli immigrati: un punto di raccolta e identificazione dove la gente decisa ad andare negli Stati Uniti fa domanda e attende una risposta dalle autorità americane. Un’enorme tendopoli che ha stravolto l’assetto sociale e anche economico della città.
La crisi migratoria e le presidenziali del 2024
Con le elezioni presidenziali che si avvicinano – novembre 2024 – l’ex presidente Trump ha già cominciato a a fare campagna elettorale sfruttando la crisi migratoria, tema molto rilevante per l’elettorato statunitense. D’altro canto Biden è stato accusato sia da sinistra sia da destra di non aver saputo gestire adeguatamente il flusso migratorio.
Da sinistra lo accusano di non aver mantenuto le promesse elettorali, perché ha continuato a usare i sistemi di Trump per cacciare gli immigrati illegali. Da destra lo accusano di non fare abbastanza, perché l’obiettivo dei democratici resta far aumentare gli immigrati che poi li votano. Lui dovrà quindi convincere gli elettori indipendenti e moderati che sta applicando politiche capaci insieme di frenare gli arrivi degli illegali, ma trattandoli in maniera equa e umana.
È da notare infatti come oggi a Washington Biden abbia incontrato il premier spagnolo, Pedro Sánchez, per discutere di un accordo in materia migratoria, che porterebbe Madrid a concedere permessi di lavoro a persone intenzionate a entrare negli Stati Uniti.
Il progetto prevede la creazione i centri in paesi dell’America centrale e meridionale, gestiti in collaborazione con l’Onu e l’Organizzazione internazionale delle migrazioni, come hotspot per «dirigere i flussi di persone intenzionate a emigrare attraverso vie legali». Sarà in questi centri che il personale spagnolo lavorerà per individuare persone idonee a spostarsi nel paese iberico.
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