Monsignor Giuseppe Zenti ha inviato una lettera ai confratelli per chiedere loro di individuare le «sensibilità» le cui attenzioni non sono «alterate dall’ideologia del gender, dal tema dell’aborto e dell’eutanasia»
Monsignor Giuseppe Zenti, vescovo di Verona, ha inviato una lettera ai confratelli della diocesi di San Zeno contro l’ideologia gender. Il testo si pone l’obiettivo di aiutare i fedeli a «individuare quali sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall’ideologia del gender, al tema dell’aborto e dell’eutanasia».
Una lettera che è stata diffusa a circa una settimana dal ballottaggio per la scelta del sindaco di Verona che si terrà il prossimo 26 giugno. Al primo turno nessuno ha raggiunto il 50 per cento delle preferenze ma i due sfidanti sono Damiano Tommasi ex calciatore e a guida di una coalizione di centrosinistra, e il sindaco uscente, Federico Sboarina, sostenuto da Lega e Fratelli d’Italia.
Nello scritto, Monsignor Zenti ha sottolineato anche che il compito degli ordinati «non è schierarsi per partiti o persone, ma segnalare presenze o carenze di valori civili con radice cristiana».
Il vescovo indica anche altri valori sulla cui presenza i fedeli dovrebbero far attenzione nel considerare i programmi dei candidati: «il tema della disoccupazione, l’attenzione alle povertà, alle disabilità, all’accoglienza dello straniero, ai giovani, alla scuola cattolica, a cominciare dalle materne».
Il vescovo Zenti ha partecipato più volte al Congresso mondiale delle famiglie che si tiene a Verona. Nel 2019 ha anche aperto l’evento con la frase: «La famiglia è essenzialmente madre che genera figli».
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