Il comitato centrale del Partito comunista ha accettato il suo passo indietro, dopo che diversi responsabili del governo erano già sotto accusa per la gestione della pandemia
Come riportato dai media statali, il presidente del Vietnam, Nguyen Xuan Phuc, 68 anni, si è dimesso oggi, martedì 17 gennaio. La sua richiesta di lasciare tutte le cariche è stata accolta dal comitato centrale del Partito comunista. Phuc ha fatto parte del Politburo, l’organo più importante del partito, dal 2006. È stato premier dal 2016 al 2021 ed è stato poi eletto presidente.
«Pienamente consapevole delle sue responsabilità davanti al Partito e al popolo, il compagno Nguyen Xuan Phuc ha presentato domanda per dimettersi dagli incarichi assegnati e andare in pensione», ha annunciato il Comitato centrale in una nota.
Le ragioni delle dimissioni
Durante il suo mandato si sono dimessi due vice primi ministri, mentre due ministri e diversi altri funzionari stanno affrontando accuse penali. Soprattutto, viene contestato il comportamento durante la pandemia.
In una nota ufficiale, pubblicata sempre dai media statali, vengono elogiati i suoi sforzi nella lotta contro il Covid. Gli viene però imputata la responsabilità politica per i gravi scandali che hanno coinvolto i suoi subordinati, accusati di corruzione in merito ai provvedimenti per contenere il virus.
Covid ed economia
Con una storia simile ad altri paesi asiatici, il Vietnam era riuscito a contenere i contagi durante la prima ondata, soprattutto grazie alle rigide restrizioni. Ne aveva approfittato anche per sostenere una crescita economica nel 2020.
L’anno successivo, però, l’arrivo di nuove varianti hanno portato ad una crescita vertiginosa dei casi e delle morti per Covid. Nel 2022 il paese è tornato a crescere, con un andamento simile a quello precedente alla pandemia.
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